Green pass a Pasqua, esplode la rabbia dei ristoratori: "Governo ipocrita"

Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia: "Il governo è stato molto ipocrita, ha tolto lo stato d'emergenza ma continua a chiedere il super green pass". Luigi Scordamaglia: "La burocrazia continua a distruggere l'economia del nostro Paese"

Il Green pass anche a Pasqua fa esplodere la rabbia dei ristoratori, già provati da mesi e mesi di restrizioni (spesso inutili se non deleterie). "Il governo è stato molto ipocrita, ha tolto lo stato d'emergenza ma continua a chiedere il super green pass", ha detto Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia, movimento impegnato a unire sotto un'unica bandiera e guida le imprese e attive nel settore dell'ospitalità e della ristorazione. Ma è un malcontento diffuso in tutte le associazioni di categoria. Anche Filiera Italia, Fipe e Federmep sono sul piedi di guerra. Volevano una Pasqua e un 25 aprile senza le odiose (e dannose) restrizioni. Ma sono rimasti delusi. 

Green pass a Pasqua, la rabbia dei ristoratori

Solo a maggio il certificato verde sparirà (salvo clamorose soprese o ripensamenti e marce indietro a cui siamo abituati). Per Pasqua e 25 aprile, al contrario, dovremo ricordarci di tenerlo in tasca. Il Governo non ha voluto sentire ragioni. Il Green pass, infatti, è stato prorogato fino al 30 aprile, giusto in tempo per fare un doppio torto e per fare registrate l'ennesime perdite per i ristoratori italiani. Fino a maggio, dunque, varranno le regole che sono valse in questi mesi: potranno sedersi a mangiare solo i possessori di un super green pass, ottenibile col vaccino o con la guarigione dal Covid.  "Gli italiani vengono discriminati rispetto agli stranieri", ha denunciato Bianchini. Dobbiamo ricordare, infatti, che gli "stranieri" dal primo aprile potranno entrare nei ristoranti con il green pass base, dunque con il certificato ottenibile con un semplice tampone. 

Un situazione assurda, come denuncia lo stesso presidente di Mio Italia, il quale fa notare che "i quattro paesi che confinano con l'Italia: Francia, Svizzera, Austria e Slovenia, a differenza nostra, hanno tolto il green pass". "È un chiaro disincentivo a venire da noi", continua. "Molti turisti, quando vedono che in Italia c'è ancora il certificato verde, rimandano il viaggio. È un comportamento comprensibile, pensano che da noi la situazione non sia ancora sotto controllo. Così, alla fine, gli italiani vanno all'estero e gli stranieri non vengono da noi". A dagli ragione, all'interno del Governo, solo il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Il leghista ha quantificato in 500 milioni di euro la perdita per il settore della ristorazione nelle festività che verranno. "Draghi dice che ogni decisione viene presa in base alla scienza, allora ci spieghi quale scienziato gli sta consigliando di stroncare l'ossatura economica del Paese, rappresentata dalle nostre imprese", ha detto Garavaglia. E ancora: "L'Italia dovrebbe adeguarsi a quello che fanno gli altri Paesi, per evitare di perdere flussi turistici. È necessario dare un messaggio di sicurezza e di tranquillità ai turisti stranieri e allineare le regole in modo che non possano scegliere un Paese piuttosto che un altro".

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Anche Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, ha criticato la decisione del Governo. "Anche in un periodo come questo la burocrazia continua a distruggere l'economia del nostro Paese", ha detto. Infine, Serena Ranieri, presidente di Federmep, ha detto: "Le limitazioni e le incertezze scoraggiano le prenotazioni dei turisti stranieri. "Siamo inondati di richieste di informazioni e rassicurazioni da parte di possibili clienti che vorrebbero sposarsi in Italia od organizzare nel nostro Paese eventi. Richieste che spesso si tramutano in disdette o rinvii".