Pedofilia, Ratzinger risponde alle accuse: "Colpa della Chiesa, ma non sono bugiardo"

Joseph Ratzinger, Papa emerito Benedetto XVI, scrive una lettera molto profonda sullo scandalo pedofilia nell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga

Dopo lo scandalo pedofilia che ha scatenato un grande polverone intorno alla Chiesa di Monaco, Joseph Ratzinger - che nel periodo degli abusi era arcivescovo della città tedesca - scrive una lettera in cui dice la sua e parla di quanto accaduto. All'ex Pontefice viene mossa una sola ma pesantissima accusa: l'ecclesiastico, pur a conoscenza dei fatti, non avrebbe agito e condannato gli atti di pedofilia nè gli abusi sessuali di alcuni preti. Papa emerito Benedetto XVI nella lettera parla di "grandissima colpa" e chiede quindi scusa. "Posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono". 

La lettera di Papa Ratzinger 

Si affida a una lettera molto profonda Joseph Ratzinger, dopo lo scandalo pedofilia venuto alla luce lo scorso 20 gennaio con la pubblicazione del 'Rapporto sugli abusi sessuali nell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga', di cui lui stesso era, da giovane, arcivescovo. A rendere note le parole dell'ex Papa è la Sala Stampa della Santa Sede oggi, martedì 8 febbraio 2022. Per prima cosa Ratzinger ricorda gli incontri con le vittime degli abusi ed esprime "la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono. Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi. Ogni singolo caso di abuso sessuale è terribile e irreparabile. Alle vittime degli abusi sessuali va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso". 

Il Papa emerito continua la sua lettera dicendosi "colpito" del fatto di essere stato presentato come "un bugiardo" per la "svista" contenuta nella memoria presentata ai legali autori del rapporto. Benedetto XVI poi continua: "Vorrei ringraziare in particolare il piccolo gruppo di amici che, con abnegazione, per me ha redatto la mia memoria di 82 pagine per lo studio legale di Monaco, che da solo non avrei potuto scrivere". E ancora: "Nel lavoro gigantesco di quei giorni - l'elaborazione della presa di posizione - è avvenuta una svista riguardo alla mia partecipazione alla riunione dell'Ordinariato del 15 gennaio 1980. Questo errore, che purtroppo si è verificato, non è stato intenzionalmente voluto e spero sia scusabile".

"Esso nulla toglie alla cura e alla dedizione che per quegli amici sono state e sono un ovvio imperativo assoluto. Mi ha profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo. Tanto più mi hanno commosso le svariate espressioni di fiducia, le cordiali testimonianze e le commoventi lettere d'incoraggiamento che mi sono giunte da tante persone", aggiunge. "Ben presto sarò davanti al giudice ultimo della vita", scrive riferendosi alla sua morte. "Il Signore perdoni la nostra grandissima colpa".