Chi è l'uomo che si è dato fuoco a Rende (Cosenza): i motivi del gesto
Tutto quello che per il momento si sa su Francesco Chiarelli, l'uomo che si è dato fuoco Rende, piccolo Comune in provincia di Cosenza, ecco chi è
Insegnante, di 33 anni, originario della Calabria ma che lavorava in Lombardia: ecco chi è l'uomo che, nella giornata di lunedì 31 gennaio, si è dato fuoco a Rende (Cosenza). Le sue generalità in un primo momento non erano state diffuse, anche per non scatenare media, social e giornali sulla famiglia. Si sapevano solo le sue iniziali, F.C.. Successivamente si è capito che si trattava di tale Francesco Chiarelli. Sul suo gesto si era anche accesso un dibattito (scoppiato sui social). A quanto risulta, l'ipotesi più probabile è che sia stato tutto frutto della depressione. Tuttavia, al tempo stesso, il docente era vaccinato con due dosi, ma gli mancava la terza. Per questo motivo la possibilità che il suo gesto possa essere collegato con una protesta contro il vaccino Covid e il Green pass rimane al vaglio degli inquirenti.
Chi è l'uomo che si è dato fuoco a Rende
Stando alle poche informazioni che per il momento circolano sul Web, l'uomo che si è dato fuoco nella giornata di lunedì 31 gennaio 2022 era un insegnante che lavorava in Lombardia. Era da pochi giorni rientrato in Sud Italia per stare con la famiglia. Il suo domicilio risulta essere nel comune di Casarile, vicino a Rozzano. Sono queste le poche informazioni che circolano sul povero ragazzo di appena 33 anni che, dopo essersi cosparso di benzina, si è dato fuoco davanti al comando dei Carabinieri di Rende.
La mancanza di informazioni è facilmente spiegabile con il fatto di proteggere l'uomo stesso nonché la sua famiglia da avvoltoi di ogni tipo. Tuttavia, questa carenza, aveva alimentato qualche dubbio in rete. Molti hanno parlato (senza sapere) di una possibile sospensione dell'insegnante a causa di una sua mancata vaccinazione contro il Covid. Ma adesso siamo quasi certi che non sia vero. Infatti, a quanto risulta, l'uomo aveva fatto due dosi di vaccino contro il Covid (gli mancava la terza) e era provvisto di Green pass.
Chi è l'uomo che si è dato fuoco a Rende: il vaccino non c'entra
Certo, per dovere di cronaca, diciamo che qualche prova a sostegno della teoria del gesto dimostrativo contro l'imposizione vaccinale c'era. Innanzitutto il giorno in cui è successo il fatto: l'ultimo prima dell'entrata in vigore delle misure più dure contro i no-vax. La seconda, e ultima "prova" riguarda il luogo in cui è avvenuto il gesto: davanti a una caserma dei Carabinieri di via Londra. Dunque, il gesto avrebbe potuto effettivamente aver voluto lanciare un messaggio "contro le autorità" e "contro le istituzioni". Tuttavia in un secondo momento è stata confermata la sua vaccinazione e che il tentativo di suicidio è frutto di una forma di depressione di cui soffriva da tempo.
Per tutti i motivi sopracitati, il fatto che l'uomo potrebbe aver tentato di uccidersi per colpa delle regole anti-Covid dovrebbe essere una bufala. Inoltre, tendenzialmente, chi ha paura di farsi il vaccino poi non si uccide. Sarebbe infatti contro la logica "uccidersi per paura di morire". In ogni caso, sarebbe stato meglio per tutti aspettare notizie più sicure prima di muoversi in un senso o nell'altro.
Uomo bruciato, il sindaco di Rende: "Rispettare col silenzio"
"La nostra comunità è fortemente scossa da ciò che è accaduto stamane a Rende dinanzi alla caserma dei Carabinieri". Queste le parole del Sindaco di Rende Marcello Manna, una volta appresa la notizia. "Una tragedia", continua, "espressione di un disagio che va comunque rispettato col silenzio. Ringraziamo chi si è subito prodigato prestando i primi tempestivi soccorsi e dimostrando coraggio e umanità".
Infine: "Ci appelliamo al buonsenso dei nostri cittadini e ci stringiamo alla preoccupazione e al dolore dei familiari del ragazzo nella speranza che arrivino presto notizie positive".