Omicidio Gucci, intervista esclusiva a Il Giornale d'Italia: “Pina Auriemma iniziava a non servire più”

J. Muller, Daniela Brucalossi

“Patrizia mi chiese di prendere Pina Auriemma come custode della mia casa a Portofino, ma io non ne avevo bisogno”. La terza parte dell'intervista esclusiva a Daniele Crippa, ex compagno di Patrizia Reggiani: LA TATA

Nel legame tortuoso, accidentato, solidale eppure sempre drammaticamente impari, tanto da trasformarsi in un gioco di potere criminale, si insinuano i dubbi dell’Omicidio Gucci. È l’amicizia tra due donne certo audaci, ma forse non del tutto consapevoli del drammatico atto finale che mise fine alla vita di un uomo come Maurizio Gucci.

Nel rapporto tra Patrizia Reggiani e Pina Auriemma, si insinuano le verità accertate dalla giustizia ma anche tante perplessità. Stravagante e milionaria Patrizia Reggiani Gucci, con la sua vita da sogno e le figlie da tutelare ad ogni costo; sognatrice e desiderosa di una vita migliore Pina Auriemma, che dalla sua amica milanese si sapeva far voler bene.

La Reggiani si è sempre dichiarata ‘non colpevole’ per la morte dell’ex marito, ammettendo come unica colpa di aver ceduto al ricatto dell'amica, a suo dire, la vera mandante dell’omicidio. Secondo Patrizia, Pina le chiese insistentemente ingenti somme di denaro in cambio del suo silenzio, arrivando persino a minacciare le sue figlie. Quel delitto, seguendo le due versioni, assume le caratteristiche ora di un tradimento cocente, ora di un abbandono umiliante. 

Alla fine, la condanna arrivò implacabile per entrambe.  Dopo la scarcerazione da San Vittore le due donne si mostrarono all’opinione pubblica in maniera molto diversa. Dimessa Pina Auriemma, poco truccata e capace di abbandonarsi al peso degli anni e della colpa. Elegante e raffinata Patrizia Reggiani, che non ha mai rinunciato agli scudi dell’immagine esteriore. 

Ma come appariva il rapporto tra le due agli occhi della società milanese degli anni ’80 e ’90? Si trattava di un legame di amicizia, alla pari? Al di là della verità processuale, quali erano le dinamiche interpersonali tra le due, miccia della tragedia che sconvolse l’Italia del tempo?

Anche di questo abbiamo parlato con Daniele Crippa, ex compagno di Patrizia Reggiani, nella lunga intervista inedita a Il Giornale d’Italia.

Daniela Crippa, ex compagno di Patrizia Reggiani, a Il Giornale d’Italia:

Ha mai conosciuto Pina Auriemma?

Certo. Pina lavorava nel negozio Gucci di Napoli, poi quando è venuta a Milano ha cominciato a fare la tata delle bambine. Lo ha fatto per tutti gli anni nei quali ho frequentato Patrizia. So per certo che Pina non era per niente esperta di tarocchi o cose del genere, come si è vociferato per anni. A dire la verità, le ho insegnato io a giocare a carte. Ma, si sa, l’essere umano è sempre affascinato dalle storie strane e misteriose. Quando sono diventate grandi le bambine lei cominciava a non servire più nelle vesti di tata. A Patrizia dispiaceva e mi chiese di prendere Auriemma come custode della mia casa a Portofino ma io non ne avevo bisogno, per cui l’ha mandata vivere in un albergo, dandole il cosiddetto argent de poche.

Quindi Pina viveva con Patrizia e le bambine quando faceva la tata?

Dal suo punto di vista il rapporto di Pina e Patrizia non era di amicizia alla pari, come invece si racconta?

Assolutamente no. Pina è sempre stata una sottoposta per Patrizia. Era un rapporto cordiale, di rispetto ma sicuramente non c’è mai stato nessun rapporto intimo, come si è raccontato sui giornali. Pina semmai provava un po’ di invidia per la sua datrice di lavoro: Patrizia davanti alle signore bene di Milano marcava il suo ruolo di superiorità.

Considerando che non crede nel coinvolgimento di Patrizia nell’omicidio, qual è stato secondo lei il movente che ha spinto Pina ad agire per poi ricattarla?

Il ragionamento di Pina potrebbe essere stato questo: “Faccio uccidere Maurizio e ricatto chi avrebbe interesse a commettere l’omicidio”. Se Gucci si fosse risposato, infatti, un pezzo del patrimonio non sarebbe andato alle figlie, ma alla seconda moglie. Pina era mantenuta da Patrizia in un hotel di secondo ordine, senza sapere neanche fino a quando. Alla fine, tutti si dimenticano delle vecchie tate o dei vecchi custodi.

Pensa che si sentisse estromessa dal mondo di Patrizia?

Si, certo. Pina non ne ha mai fatto veramente parte.

Pina dice cose molto diverse. Ad esempio testimonia che Patrizia la chiamò tre giorni dopo il delitto dicendole “avevo già il vestito nero per il funerale nell’armadio”.

Quanti abiti neri abbiamo in casa? È ovvio che se si prova un astio nei confronti di qualcuno perché ti eri immaginata che il rapporto con questa persona ti avrebbe cambiato la vita, ti avrebbe fatto diventare ricca e poi questa cosa non è accaduta, dichiareresti qualunque cosa, magari travisando anche una frase innocente. Io ho questa teoria, poi i magistrati ne hanno altre. Ma ne abbiamo viste una valanga di persone finite in carcere senza aver fatto niente. Di certo non fa parte del carattere e del mondo di Patrizia andare a dire a una tata: “avevo già l’abito pronto per il funerale”.

È trapelato che Allegra e Alessandra non avessero un buon rapporto con Pina e che non la volessero vicino durante l’operazione al tumore di Patrizia

Su questo argomento non so rispondere. Certo, quando Patrizia ha avuto il tumore ed è stata operata era il 1993. Allegra aveva 12 anni e Alessandra 17. Cominciavano già a essere grandi e, ovviamente, a quell’età si comincia a diventare insofferenti verso una figura come la tata.  Comunque il rapporto con Pina non è mai stato particolarmente stretto. Per Patrizia dare la liquidazione a Pina non era certo un problema, infatti l’ha mandata a vivere in un albergo a sue spese. Provava un sincero interessamento per le sorti di Pina.

Tra Pina e Patrizia c’era un rapporto di fiducia. Come mai si è incrinato?

Anch’io ho fiducia nel signore che fa da custode al mio giardino di Portofino. Come, se avessi un autista, avrei fiducia in lui e nella sua cura nella sicurezza dell’auto. Il rapporto di fiducia tra Pina e Patrizia si limitava a questo, a mio parere, non era un’amicizia. Patrizia si fidava di Pina perché badava alle sue figlie, Allegra e Alessandra. Ma tutto si fermava lì. Per come era Patrizia, miliardaria e megalomane, e per il mondo che frequentava, non avrebbe mai avuto più di quel rapporto con la tata delle sue figlie.


Uno dei motivi per cui Patrizia al tempo continuava a tenere vicino Pina era la scrittura di un’autobiografia mai pubblicata. Lei l’ha letta?

Sì, Patrizia dettava, Pina scriveva e io poi correggevo. Il libro poi non è mai stato pubblicato perché l’unica persona ad averlo in mano ero io…

 

(Continua…)