Capienza stadi, da quando passaggio a 75%. Per Salvini "non ha senso, apriamo tutto"

Il leader della Lega è tra i pochi che mette in evidenza le contraddizioni delle riaperture "a singhiozzo" e condanna: "Pensiero unico che affossa chiunque faccia domande"

Il passaggio alla capienza del 75% per stadi e spettacoli è sempre più vicino, ma sono pochi i politici che fanno notare tutte le incongruenze delle misure anti Covid dell'epoca Draghistan. Il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto sul tema parlando di una misura che "non ha senso" nelle modalità in cui viene proposta. Fare differenze tra una situazione e l'altra quando il contatto è inevitabile sarebbe inutile, tanto varrebbe riaprire tutto.

4 mila persone allo stadio ma guai a far ballare 400 persone in discoteca

L'aumento della capienza per stadi e spettacoli benedetto dal Cts fa ancora storcere il naso. Con una campagna vaccinale vicina all'immunità di gregge e pochi ricoveri in terapia intensiva, in effetti, dà da pensare tutta questa premura. E tutta questa ossessione per il Green pass. "All'estero [stadi e teatri, ndr.] sono aperti al massimo della capienza, non ha senso limitare l'accesso con il green pass. Apriamoli tutti al massimo della capienza. Che ragionamento scientifico è 75% se il green pass ci tutela?", chiede Matteo Salvini, ospite a Telelombardia nella giornata del 28 settembre.

"Mancano i locali per giovani, le balere, le discoteche, che possono e devono riaprire come tutti", continua il leader della Lega. E fa notare l'assurdità: "Se possono andare stasera 4mila persone allo stadio perché non possono andare 400 ragazzi a divertirsi?". Alla fine poi  ci sono le feste abusive. E se uno prende la metro ci sono migliaia di persone che vanno al lavoro nello stesso treno", puntualizza.

Contro il pensiero unico, no pass non significa no vax

"Il nostro obiettivo da metà ottobre è riuscire a ottenere tamponi rapidi e gratuiti per tutti coloro, lavoratrici e studenti, che non hanno il Green pass. Questo è il nostro lavoro", ha detto Matteo Salvini sul tema dell'obbligo di Green pass. "Ci sono ancora tre milioni di italiani sopra i 50 anni non vaccinati, molti non possono farlo e altri per scelta non vogliono farlo", insiste Salvini. "Non entro nel merito delle loro scelte. Ci sono così dieci milioni di italiani che per necessità o per scelta che non hanno il Green pass: non possiamo frustarli o obbligarli, lasciarli a casa senza stipendio. Ci sono 20 mila poliziotti che non hanno il green pass. Cosa fai, non li lasci in servizio?" Per uno Stato, osserva, "non è logico, non è razionale" impedire loro di farsi i tamponi gratuitamente.

Il leader della Lega, infine, attacca l'omertà intorno al tema dei non vaccinati, considerati alla stregua di no vax da condannare. "C'è un pensiero unico dalla mattina alla sera per cui se avanzi una domanda e una richiesta allora sei un delinquente e un no vax. Io ho le mie due dosi ma sui bambini nessuno mi convincerà mai che bisogna obbligarli a vaccinarsi quando altri Paesi non lo fanno. Sulla salute non si scherza". Il problema è che "ci sono cinque milioni di italiani guariti dal covid, che hanno difficoltà con le vaccinazioni, che non hanno il green pass".