Dopo Natale, dal Wren Day a Els Enfarinats: ecco le tradizioni più curiose al mondo, celebrate a partire dal 26 dicembre
Per molti, il 26 dicembre segna un rallentamento dell’atmosfera festiva, una sorta di pausa dopo l’intensità del Natale, soprattutto in Italia. Altrove, però, è proprio questa giornata ad aprire il sipario a tradizioni dal forte fascino culturale
“Fine del Natale, fine delle vacanze”. È questo ciò che pensano in tanti al termine del tradizionale pranzo natalizio. Una volta scartati i regali e mangiata una fetta di panettone (o pandoro), il periodo festivo sembra ormai avviarsi alla conclusione. Eppure, se molti considerano il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, già il primo punto morto delle festività, soprattutto in Italia, è proprio a partire da tale giorno che nel mondo hanno luogo alcune delle tradizioni più curiose ed affascinanti.
In Irlanda, ad esempio, il 26 dicembre si celebra il Wren Day, il Giorno dello Scricciolo. In passato, si dava la caccia e si catturava un uccello – lo scricciolo, per l’appunto – che, simbolo dell’anno vecchio così come dei nuovi inizi – veniva portato in processione per i villaggi al fine di propiziare l’abbondanza in cambio di offerte. Oggi questa tradizione sopravvive in forma simbolica sotto forma di parate con musica e costumi peculiari.
Nel Regno Unito e negli altri Paesi del Commonwealth, sempre il 26 dicembre, ha luogo, invece, il Boxing Day. Esso non è solo un giorno di “saldi e partite”, come comunemente si crede; è anche il momento della tradizionale caccia alla volpe (senza volpe), una rievocazione moderna di un rito secolare, in cui, ad oggi, si segue solo una pista artificiale.
Diversamente, in Giappone iniziano i giorni dell’Ōsōji, la grande pulizia di fine anno. Prima di Capodanno, infatti, le famiglie si dedicano a spolverare, lavare e riordinare ogni angolo della casa per scacciare simbolicamente lo sporco accumulato durante l’anno e rinnovarsi in vista dell’anno a venire.
In Spagna, infine, il 28 dicembre, esplode la festa de Els Enfarinats, una sorta di battaglia cittadina, combattuta a colpi di fumogeni, uova e farina. Tanto caotica quanto allegorica, essa costituisce, invero, un modo scherzoso per l’intera comunità di sfogare le tensioni accumulate durante l’anno.
In definitiva, seppur distanti tra loro, tutte queste tradizioni presentano, a ben vedere, lo stesso filo conduttore: la volontà umana di chiudere un ciclo – quello dell’anno quasi passato – e di prepararsi al meglio per iniziarne un altro.