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Art Crimes di Angelo Accardi a cura di Nino Florenzano, quando il pop surrealista diviene un gioco colto di provocazione e reinvenzione

Dal 3 aprile al 28 aprile, presso la Sala del Foro Romano, nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, il Pop Surrealismo di Angelo Accardi si trasforma in un cortocircuito di epoche e linguaggi sull'insegna del crimine nell'arte

02 Aprile 2025

Art Crimes di Angelo Accardi a cura di Nino Florenzano, quando il pop surrealista diviene un gioco colto di provocazione e reinvenzione

Dal 3 al 28 aprile 2025, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano – celebre istituzione artistica e custode di capolavori come il Cartone della Scuola di Atene di Raffaello, il Codice Atlantico di Leonardo e la Canestra di Caravaggio – ospita Art Crimes, un’esposizione inedita curata da Nino Florenzano e una suggestiva installazione site-specific firmata da Angelo Accardi, rinomato artista italiano e figura di spicco del Pop Surrealismo.

Cosa significa rubare nell’arte? È un omaggio, una citazione o un gesto di sovversione? Con Art Crimes, Accardi si confronta con uno dei più grandi capolavori della storia occidentale: il cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello. Questa straordinaria opera, conservata in uno dei più prestigiosi templi della cultura italiana, diventa il punto di partenza per una riflessione contemporanea sul significato di originalità e appropriazione.

L’esposizione si sviluppa come un intreccio di immagini e concetti, articolandosi in cinque grandi tele, video, sculture e oggetti di design realizzati in collaborazione con Luxy e Gabriel. Il dialogo con l’architettura e la storia della Biblioteca Ambrosiana genera un continuo gioco di sovrapposizioni tra epoche, linguaggi e stili artistici.

Attraverso una reinterpretazione provocatoria, Accardi destruttura la composizione originale di Raffaello per creare un nuovo pantheon artistico: Platone interagisce con Duchamp, Aristotele con Dalí, e Michelangelo – qui ironicamente “risarcito” per la sua assenza nell’opera originaria – trova finalmente posto tra le architetture classiche. La Scuola di Atene si arricchisce di nuovi protagonisti: Bacon, Warhol, Picasso, Velázquez, Cattelan, fino ad arrivare a Steve Jobs e all’intelligenza artificiale, figura destabilizzante e perfettamente attuale. L’AI, simbolo della contemporaneità, entra in scena come interlocutore di Socrate, il filosofo per eccellenza del sapere umano. Ma a differenza di Socrate, l’intelligenza artificiale non pensa né conosce: apprende, rielabora e restituisce, rimanendo priva di coscienza e intuizione. Eppure, la sua presenza è sempre più influente nei processi creativi e nel mercato dell’arte, diventando essa stessa soggetto e oggetto di indagine estetica.

La mostra si configura come un’indagine artistica che esplora il confine tra citazione e sottrazione, tra ispirazione e appropriazione. Ogni opera è un indizio, ogni artista un possibile sospettato. Attraverso la figura dell’ispettore Clouseau e della Pantera Rosa – icone pop di furti geniali e verità sfuggenti – il pubblico viene guidato in un percorso immersivo e spiazzante, in cui i confini tra arte alta e cultura pop si dissolvono.

“Il bravo artista copia, il grande artista ruba”, affermava Picasso. Accardi raccoglie la provocazione e la trasforma in un dispositivo critico. Art Crimes diventa così un laboratorio sperimentale sull’arte come processo di continua riscrittura: dal Rinascimento alla crypto art, passando per il ready-made e il citazionismo, l’artista rielabora archivi visivi per reinventarli in nuove forme. Se un tempo gli artisti si ispiravano ai maestri per perfezionare la propria tecnica, oggi si attinge alla memoria digitale per generare nuovi immaginari.

Nel percorso espositivo, l’intelligenza artificiale si confronta con Socrate, simbolo della conoscenza filosofica, in un dialogo provocatorio: una mente che non conosce, ma apprende e rielabora. È l’ultimo cortocircuito tra umano e algoritmo, tra intuizione e calcolo.

La location unica e storica quale quella delle sale interne della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, che contribusce a creare un contrasto forte tra l'antico dello spazio e il pop contemporaneo dei quadri, innalza ancora di più la suggestione del pubblico rendendola una vera e propria esperienza visiva sensoriale, un viaggio dell'Arte dentro la Storia. 

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