15 Maggio 2024
Lunedì 20 maggio dalle 19.00 alle 20.30, a Milano, alla Triennale in Via Alemagna,6, vi sarà la cerimonia di premiazione dei vincitori del Premio Giornalistico " Almerigo Grilz". Ma chi era Almerigo Grilz (Trieste 11 aprile 1953 - Caia/ Mozambico 19 maggio 1987) ? Un coraggioso reporter di guerra, che dopo un passato giovanile nella file del Fronte della Gioventù di Trieste, divenne un apprezzatissimo fotoreporter freelance. Sono stati veramente molti i suoi reportage. Durante l'intervento sovietico in Afghanistan, in occasione dell'invasione israeliana del Libano; documentò il conflitto fra maroniti e drusi in Libano, fu sul campo quando vi fu la guerriglia anticomunista in Etiopia. Fu in Cambogia durante il conflitto fra i Khmer rossi di Pol Pot e l'esercito fantoccio filo vietnamita. Ben descrisse la persecuzione dei Karen in Birmania, un'etnia minoritaria di 4/5 milioni di persone, che dal 1948 è in lotta con il governo birmano. A metà degli anni '80 si unì alle truppe della Renamo (Resistenza Nazionale Mozambicana) per far conoscere la loro guerra anti comunista, dimenticata. Fu lì che venne colpito da un proiettile. Le sue immagini furono apprezzate in tutto il mondo e vennero acquistate da CBS e NBC (Usa) e da France 3. Nel 1983 aveva fondato con Fausto Biloslavo e Gian Micalessin l'Agenzia Giornalistica Albatross, che fece reportage di grande successo in tutto il mondo. Il premio giornalistico in suo ricordo ed onore è rivolto a quei giornalisti che non abbiano compiuto i 40 anni di età e che,memori del suo esempio, dimostrino coraggio, determinazione, voglia di conoscenza e, soprattutto, uno spirito libero, lontano dallo standard delle " versioni ufficiali di comodo". Ovviamente in considerazione delle sue simpatie politiche, a Trieste, sedicenti gruppi " antifascisti e democratici " hanno tentato di boicottare il premio a lui dedicato, avanzando, senza successo, richieste anche al brillante sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza. Dura anche la risposta dell'assessore regionale Scoccimarro, che ha definito vergognoso il tentativo usuale di voler censurare chi non ha o non ha avuto simpatie a sinistra o che , molto semplicemente non la pensa come loro. Sorprende che molti si ostinino a non capire che Trieste, a causa del difficilissimo passato dopo la Seconda Guerra Mondiale, vi è un buon numero di conservatori, tradizionalisti o semplicemente anti comunisti. L' occupazione della città, la tragedia delle Foibe, degli annegati con la pietra al collo, il terrore diffuso dall' Ozna, la terribile polizia segreta titina e la perdita di case, terre ed averi da parte dei 350.000 esuli di Istria, Fiume e Dalmazia è ovvio che abbiano lasciato uno strascico di diffidenza e rancore verso posizioni di sinistra od ancor peggio nei confronti dei comunisti italiani cominformisti che si allearono con i titini, per poi essere da questi ultimi perseguitati, dopo lo strappo di Tito con Mosca. Molti di loro finirono nei terribili lagers titini. Quelli più disgraziati vennero sbattuti a Goli Otok , il peggiore di tutti, dove vennero anche brutalmente torturati . Una pagina che il PCI ha sepolto sotto una spessa coltre di omertà. La polemica inerente questo premio giornalistico ben rappresenta il " classico doppio standard". La memoria mi fa ricordare il caso di Walter Durranty, forse il più disonesto giornalista del XX secolo, che fu inviato del New York Times in Urss. In quel periodo, fra gli anni venti e cinquanta, furono molti i simpatizzanti dell'Urss, negli Stati Uniti. Aveva veramente ragione il Senatore Mc Carthy, come in seguito diversi storici riconobbero. Non mancarono quindi negli Usa i babbei e gli utili idioti che si innamorarono del comunismo sovietico. Lincoln Steffens magnificò " il paradiso sovietico" all'uomo d'affari americano Bernard Baruch, colui che portò gli Usa in guerra in Europa, durante la Prima Guerra Mondiale, in cambio della Dichiarazione Balfour. Jane Addams descrisse la Rivoluzione Russa come " il più grande esperimento sociale della storia". Altri seguirono le sue orme come Stuart Chase ( 1888- 1985) e John Dewey ( 1859- 1952). Fu il giornalista inglese Malcom Muggeridge (1903 - 1990) a descrivere Walter Durranty come " il più grande bugiardo dei cronisti che aveva incontrato in 50 anni vissuti nel mondo del giornalismo". Durranty ebbe lo sfacciato coraggio di negare le carestie pianificate in Urss e la terribile deculachizzazione in Ucraina. Per i suoi reportage dall'Unione Sovietica , Durranty vinse il Premio Pulitzer nel 1931. In seguito vi fu una grande campagna, perchè gli venisse revocato. Ma all'epoca dei suoi reportage, il proprietario del New York Times, era Jerome, il nonno americano di Churchill ed in seguito nessuno osò macchiare il prestigio del giornale, anche se lo storico Von Hagen, della Columbia University, dichiarò alla Associated Press che sarebbe stato il caso che venisse revocato il premio per proteggere l'onorabilità del premio stesso. Evidentemente il valore di un giornalista non dipende solo dal suo coraggio e dalla sua onestà intellettuale, ma anche dal pensiero dominante del periodo storico durante il quale ha svolto il suo lavoro. Almerigo Grilz per alcuni ha avuto la coraggiosa sfrontatezza di non volersi allineare al pensiero dominante negli anni '70 ed '80. Grazie quindi a tutti coloro che come Pierpaolo Brovedani, della sezione Anpi della Cgil, hanno creato risonanza con i loro maldestri tentativi di censura.
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