22 Aprile 2024
Perdura l'odio ideologico contro la memoria della tragedia delle Foibe e degli esuli. Il Movimento Nazionale Istria Fiume e Dalmazia,che da anni si batte, grazie alla fervente opera del Presidente Romano Cramer, per rendere il dovuto omaggio alla memoria di questa colossale tragedia italiana, aveva regalato al Comune di Gemonio, in provincia di Varese, una toccante opera di un artista veronese. Il monumento alto circa 1.80 mt rappresentava una tibia umana, sottolineando appunto il ricordo dei poveri resti delle vittime gettate nelle cavità carsiche, ed un filo intrecciato, che voleva rammentare il barbaro metodo con il quale i partigiani comunisti titini legavano molto spesso i polsi delle vittime, prima di gettarli nelle foibe. Una lacerante ferita, mai chiusa, si riapre ogni volta che vengono compiuti tali atti vandalici. Il Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia ha espresso il sentito ringraziamento al sindaco di Gemonio, Samuel Lucchini, al Sottosegretario all'Istruzione, Dott. Dario Frattini, ed all'Onorevole Paola Frassinetti ed a tutti coloro che hanno voluto esprimere la loro ferma condanna al tale vile gesto. Molti non vogliono proprio capire che fu ua colossale tragedia italiana e non una " tragedia fascista". Le vittime furono principalmente civili italiani oggetto di una spietata pulizia etnica, da parte dei partigiani comunisti titini. La ex Repubblica di Jugoslavia arrivò ad ingaggiare un gruppetto di storici per cercare di sminuire tale tragedia. Ancora oggi sugli esuli e sui discendenti dei 350.000 esuli pesa la condanna sancita dal Trattato di Osimo, firmato il 10 novembre del 1975, con l'avvallo dell'allora Ministro degli Esteri, Mariano Rumor, e del Presidente del Consiglio, Aldo Moro. Nonostante le vivaci proteste il Trattato venne poi ratificato nel 1977. Alcuni esperti di diritto internazionale sostengono che vi sarebbero i presupposti per ridiscutere alcuni aspetti di tale Trattato. Quello che è certo è che la Slovenia, che non era mai esistita prima, e la Croazia, che era stata creata dagli italiani nel 1941, avevano bisogno dell'assenso italiano per entrare nella Comunità Europea. I governi italiani avrebbero potuto porre delle condizioni e non fecero nulla. In sostanza firmarono l'adesione dei due nuovi stati, senza chiedere nulla in cambio, offendendo di fattole genti istriane dalmate, che avevano scelto l'esilio, perchè rimanere italiane era il loro bene più prezioso. In tutti i paesi dell'Est e dell'ex MittelEuropa, alla caduta del comunismo, i governi hanno favorito la restituzione dei beni a coloro che avano subito confische. Ricordo molto bene ad esempio che a Praga è stato restituito, intatto con molti arredi, Palazzo Lobkowicz alla famiglia dei Principi Lobkovicz. Così come , in Polonia, la famiglia dei Principi Czartoryski ha avuto un importante riconoscimento per la definitiva cessione allo stato polacco di una meravigliosa e ricchissima collezione d'arte. Per quanto riguarda gli esuli italiani, la Jugoslavia ha pagato allo stato italiano delle riparazioni, che l'Italia ha utilizzato in gran parte per pagare i danni di guerra. Agli esuli poche briciole e quel che peggio beni privati per pagare riparazioni di spettanza di uno stato. Ma non solo, il 7 aprile del 1994 venne approvata la cosìdetta Legge " Beggiato" per la salvaguardia e conservazione del patrimonio storico e culturale della Serenissima in Istria e Dalmazia. Sicuramente valida la motivazione, ma molti si interrogano sull'origine dei fondi per la conservazione di opere d'arte e di edifici, che oggi, di fatto, si trovano in territorio sloveno e croato. Che la storia di quei luoghi fosse immancabilmente legata prima a Roma, vedi l'Arena di Pola da 22.000 posti, od il Palazzo di Diocleziano a Spalato, e poi alla Serenissima non vi è nemmeno l'ombra del dubbio. Sono gi stessi luoghi che parlano da soli. Anche questi vili gesti vandalici dimostrano come sia importante una onesta ricostruzione storica dei drammi dela Seconda Guerra e non solo. Troppo spesso si dimenticano i circa 60.000 civili italiani vittime dei bombardamenti anglo americani, così come i tormenti subiti da coloro che finirono nei lagers di Tito, primo fra tutti il famigerato campo di Goli Otok, dove vennero deportati anche comunisti italiani, dopo lo strappo di Tito con Mosca. Per anni il Pci tenne sotto una coltre di silenzio questa tragedia. Una serena valutazione dei fatti storici potrà avvenire solo quando verrà abbandonato anche nella ricostruzione storica il criterio del " doppio standard".
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