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Il mondo in coma farmacologico e il bisogno disperato di un nuovo Carmelo Bene che gli scuota le ossa

Nel frastuono mediocre del presente serve la voce impossibile di Bene: genio, contraddizione e follia come unica cura alla normalità letale

06 Dicembre 2025

Il mondo in coma farmacologico e il bisogno disperato di un nuovo Carmelo Bene che gli scuota le ossa

I rimasugli dell'ultimo caffé non mi hanno regalato alcun sollievo. Troppi rumori, troppe opinioni travestite da verità, troppi profeti da discount che gracchiano dalle loro torri di plastica. È in questo deserto di chiacchiera che torna, fantasma irriverente, il bisogno di un Carmelo Bene: uno che apriva la bocca e faceva collassare l’aria, uno che non chiedeva permesso perché il permesso lo strappava a morsi.

Il mondo è diventato una palude dove tutti cercano di essere capiti, compresi, certificati. Bene no. Bene scardinava, sabotava, rideva dell’idea stessa di essere “capito”. Era un genio che ti esplodeva tra le mani: un ordigno di vocali, saliva, lampi di onnipotenza e implosioni d’ego. Contraddittorio fino al midollo, perché solo chi si contraddice crea davvero. Gli altri ripetono, archiviano, fanno inventari della propria mediocrità.

E allora perché abbiamo ancora bisogno di lui? Perché senza voci come la sua diventiamo doppiatori della nostra stessa vita, replicanti che seguono un copione scritto da nessuno. Bene era la grande bestemmia al buon senso, il sabotatore santo, l’uomo che trasformava il palco in un campo di battaglia dove l’unico nemico era l’inerzia.

Forse oggi non servirebbe nemmeno un nuovo Carmelo Bene: basterebbe il coraggio di accoglierne l’ombra. Ma il mondo ha paura delle ombre. Preferisce la luce piatta dei neon, quella che non fa domande. E invece, Cristo, avremmo bisogno di qualcuno che entri a gamba tesa e dica che la normalità è una truffa. Che il vero scandalo è non esagerare.

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