Dal “Carthago delenda est” alla guerra in Iraq, fino a Putin ed Hamas
04 Settembre 2025
Un caro amico mi ha recentemente condiviso il testo del professor Franco Cardini intitolato "Calunnie e guerra non in nostro nome". Le sue parole mi hanno colpito profondamente, spingendomi a riflettere su temi che oggi più che mai meritano attenzione.
Cicerone ci insegnava che "la Storia è maestra di vita", ma forse dovremmo aggiungere una postilla fondamentale: "purché si sappia ascoltarne le lezioni". È proprio qui il punto cruciale che Cardini solleva nel suo scritto.
Il professore denuncia con lucidità la costruzione propagandistica del "nemico assoluto" e mette a nudo la doppia morale che caratterizza troppo spesso le nostre democrazie occidentali. La sua analisi ci ricorda una verità scomoda: la guerra non nasce mai da un improvviso raptus di follia collettiva. Al contrario, viene preparata metodicamente attraverso menzogne, calunnie e narrazioni tossiche che avvelenano il dibattito pubblico.
Questo meccanismo, purtroppo, non è una novità della storia anche contemporanea. Si ripete ciclicamente, adattandosi ai mezzi di comunicazione dell'epoca, ma mantenendo sempre la stessa struttura: creare un nemico, demonizzarlo, giustificare l'inevitabilità del conflitto.
Il nemico assoluto: quando la politica diventa religione
Carl Schmitt aveva ragione quando sosteneva che la politica si basa sulla distinzione tra amico e nemico. Ma c'è una differenza fondamentale tra avere degli avversari e creare dei mostri. Quando il nemico diventa "metafisico" – per usare le parole di Hannah Arendt sui totalitarismi – non si tratta più di semplici oppositori politici. Diventa l'incarnazione del Male assoluto.
È a questo punto che la guerra smette di essere un mezzo per raggiungere un obiettivo e si trasforma in un fine a sé stante. Non si combatte più per qualcosa, ma contro qualcuno che deve essere eliminato per principio.
Nietzsche, con la sua consueta lucidità spietata, aveva colto nel segno: "una buona guerra santifica qualunque causa". Ed è proprio questo il pericolo: quando il conflitto viene sacralizzato, ogni critica diventa eresia, ogni dubbio tradimento.
Simone Weil ci aveva avvertiti che la forza degrada tanto chi la subisce quanto chi la esercita. Ma forse dovremmo aggiungere che la propaganda che prepara la guerra rappresenta già il primo sintomo di una decadenza morale che ci coinvolge tutti.
Dalla Roma antica a Putin: come si costruisce il "nemico assoluto"
Cartagine: quando il nemico non esiste più, lo si inventa.
Roma aveva già umiliato Cartagine due volte. La grande rivale del Mediterraneo aveva distrutto la sua flotta, pagato indennità astronomiche e rinunciato a ogni ambizione imperiale. Non costituiva più alcuna minaccia. Eppure, nel Senato romano risuonava ossessivamente la voce di Catone il Censore: "Catrthago delenda est" - Cartagine deve essere distrutta.
Perché accanirsi contro un nemico ormai innocuo? Semplice: serviva un pretesto per la conquista finale. Fu così che nacque il "pericolo cartaginese", del tutto fittizio, che portò alla Terza guerra punica (149-146 a.C.). Il risultato? Lo sterminio di un'intera popolazione e la cancellazione di una civiltà millenaria.
Machiavelli, nei suoi Discorsi, colse nel segno: anche quando il nemico è sconfitto, la sua demonizzazione può ancora servire a legittimare la violenza. Una lezione che la storia si è incaricata di ripetere infinite volte.
L'Ottocento: Le Guerre dell'Oppio: quando spacciare diventa "libero commercio"
Tralasciando gli innumerevoli precedenti, per maggior attinenza con i giorni nostri , passiamo direttamente al XIX secolo quando l'Impero britannico aveva già perfezionato l'arte della manipolazione. La Compagnia delle Indie Orientali voleva imporre alla Cina l'importazione di oppio - letteralmente drogare un intero paese per drenarne le ricchezze. Come giustificare un'operazione così cinica?
Semplice: si chiamò "difesa della libertà di commercio" contro la "chiusura orientale". L'Occidente portava progresso e apertura, la Cina rappresentava l'oscurantismo. Le Guerre dell'Oppio (1839-1860) devastarono la società cinese, ma la propaganda funzionò alla perfezione.
Quando i diamanti valgono più della verità : la guerra anglo boera del 1899 .
La De Beers Diamond Company di Cecil Rhodes ha messo gli occhi sulle ricchissime miniere d'oro e diamanti del Transvaal sudafricano. Ma come convincere l'opinione pubblica britannica a sostenere una guerra coloniale? la risposta: trasformare i boeri in mostri. La stampa inglese inizia a descriverli come "asini arretrati e crudeli", incapaci di gestire la civiltà moderna. Vengono inventate di sana pianta false notizie di uccisioni di coloni britannici. La guerra coloniale diventa così una "missione civilizzatrice".
Il prezzo? Decine di migliaia di donne e bambini boeri morti nei primi campi di concentramento della storia moderna. Ma i diamanti valevano bene qualche bugia sui giornali.
Il XX secolo : quando la menzogna diventa strategia
Il Novecento ci ha insegnato che nella società di massa la propaganda non è più un semplice strumento: è l'arma decisiva. E la storia recente pullula di esempi inquietanti.
Durante la Prima guerra mondiale, i giornali raccontavano di soldati tedeschi che tagliavano le mani ai bambini belgi. Era tutto falso, ma funzionò perfettamente per mobilitare l'opinione pubblica.
Per arrivare al falso incidente del Golfo del Tonchino, un attacco nordvietnamita mai avvenuto che giustificò l'intervento bellico statunitense.
Dal Novecento a oggi: l'industrializzazione della menzogna
Kuwait 1990: quando Hollywood incontra la guerra
Un'attrice kuwaitiana si presenta al Congresso americano spacciandosi per infermiera. Racconta, tra le lacrime, di soldati iracheni che strappano i neonati dalle incubatrici. L'America è scioccata, l'intervento in Iraq diventa inevitabile.
Peccato che fosse tutto falso: una messa in scena orchestrata dalla società di pubbliche relazioni Hill & Knowlton. Ma la guerra del Golfo era già iniziata nelle menti degli americani.
Iraq 2003: la provetta della vergogna
Colin Powell agita una provetta davanti alle telecamere dell'ONU. È la "prova" delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Il mondo trema, l'invasione viene autorizzata.
Quelle armi non sono mai esistite. Powell stesso ammetterà anni dopo che quello fu il momento più buio della sua carriera. Ma intanto l'Iraq era stato devastato e il Medio Oriente destabilizzato per decenni.
Libia 2011: oro nero e monete d'oro
L'uccisione di Gheddafi viene venduta come "liberazione democratica". I media mostrano folle festanti per le strade di Tripoli. Ma dietro le quinte, Francia e Regno Unito avevano altri obiettivi: il petrolio libico e soprattutto le riserve auree con cui il Colonnello progettava una moneta africana indipendente dal dollaro e dal franco CFA.
La Libia oggi è un paese distrutto, in balia del caos. Ma gli obiettivi strategici occidentali sono stati raggiunti.
Siria: quando Al Qaeda diventa rispettabile
La guerra in Siria rivela tutta l'ipocrisia occidentale. Assad viene dipinto come il demonio assoluto, mentre figure come al-Jolani - ex comandante di al-Nusra, filiale siriana di Al Qaeda - vengono progressivamente "ripulite" e presentate come interlocutori accettabili.
Non dovrebbe sorprendere: la stessa Al Qaeda nacque dall'appoggio CIA ai mujaheddin afgani negli anni '80. Osama bin Laden fu prima alleato contro i sovietici, poi nemico numero uno. L'ISIS è figlio diretto del vuoto lasciato dall'invasione americana dell'Iraq - e i servizi segreti USA lo sapevano perfettamente.
Il presente inquietante: Gaza e Bucha
7 ottobre 2023: le ombre di una tragedia
L'attacco di Hamas ha scioccato Israele e il mondo. Ma alcune domande restano senza risposta: come è possibile che l'intelligence israeliana - tra le più sofisticate al mondo - non abbia colto alcun segnale? Alcuni osservatori sospettano che Netanyahu abbia volutamente sottovalutato i rischi per rafforzare la propria posizione politica interna.
Testimonianze parlano anche di vittime civili israeliane causate da fuoco amico durante la confusa risposta militare. Ma queste voci vengono sistematicamente ignorate dai media main stream.
Bucha 2022: verità o propaganda?
Il massacro di Bucha diventa immediatamente simbolo dell'orrore russo in Ucraina. Le immagini fanno il giro del mondo, l'indignazione esplode. Ma incongruenze temporali e la mancanza di indagini indipendenti sollevano interrogativi inquietanti.
Come sempre, la prima vittima della guerra è la verità. Ed anche ai cittadini delle democrazie occidentali viene forzatamente somministrata la quotidiana dose di propaganda e menzogne
La lezione di Orwell
"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato", scriveva George Orwell in 1984. Parole profetiche che risuonano oggi più che mai.
Da Cartagine a Putin, il nemico può cambiare volto ma la sua funzione resta identica: cementare il consenso, giustificare la violenza, nascondere gli interessi reali. Siamo davvero così diversi dai cittadini romani manipolati che applaudivano alla distruzione di Cartagine? O dagli inglesi vittoriani che sostenevano la "missione civilizzatrice" in Sudafrica?
La guerra senza armi
John Perkins, nel suo illuminante "Confessioni di un sicario dell'economia", ha svelato un'altra forma di conflitto: la guerra del debito. Corruzione di leader, prestiti capestro, colpi di stato e "incidenti" contro chi non si piegava agli interessi statunitensi. Ecuador, Centro America, Medio Oriente: il risultato era lo stesso dei carri armati, ma senza il fastidio delle immagini cruente.
il tradimento dei valori
Dalla caduta di Cartagine alle incubatrici del Kuwait, il meccanismo è sempre identico: creare il nemico assoluto e usare la menzogna come arma politica. Dietro la retorica dei valori universali si nascondono interessi molto concreti:
Tocqueville aveva previsto che le democrazie potessero degenerare in conformismo. Kant ammoniva che la guerra non può mai essere mezzo legittimo della politica. Ma forse la lezione più attuale viene da Primo Levi: "Ogni tempo ha i suoi fascismi". Oggi il fascismo può assumere la forma del silenzio complice davanti alle manipolazioni belliche.
Le alternative esistono, non tutto è perduto. La storia ci offre anche esempi luminosi di come si possa evitare la deriva bellicista:
Nel Novecento e oltre, la storia ci ha già mostrato strade diverse dalla guerra . nel 1962 durante la crisi Cubana, furono i canali diretti tra Kennedy e Kruščëv a disinnescare l’apocalisse. Lal Bahadur Shastri , primo ministro dell’India (1964-66).dimostrò che perfino le tensioni di confine con la Cine possono essere gestite con pazienza diplomatica evitando un sanguinoso conflitto, e gli Accordi di Camp David fra Egitto e Israele resero possibile l’impensabile tra nemici storici. Anche la società civile ha saputo piegare l’ingiustizia senza armi: Gandhi, Mandela, Martin Luther King trasformarono la protesta in una forza morale e politica. E quando la macchina della menzogna sembrava inarrestabile, giornalisti e whistleblower—da Seymour Hersh a WikiLeaks—hanno rimesso la verità al centro. Infine, gli scambi e l’interdipendenza economica hanno mostrato come la cooperazione possa sostituire la logica delle guerre.
Quindi, non basta la sola coscienza di dire “no” alla guerra ed alla manipolazione, come ricorda Franco Cardini. Per superare avidità e ambizioni di potere—radici profonde di ogni conflitto—serve un risveglio spirituale collettivo e globale che renda reale la fratellanza tra esseri umani. Un percorso concreto per realizzarla sono gli insegnamenti di Shri Mataji Nirmala Devi e la meditazione Sahaja Yoga: pochi minuti quotidiani di consapevolezza, equilibrio e compassione, perché diplomazia, nonviolenza, verità e cooperazione abbiano fondamenta interiori solide. Il futuro non è scritto. Sta a noi scegliere se continuare a ripetere gli errori del passato o cogliere l’opportunità che l’epoca moderna ci offre.
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