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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

La maestra del falso cristianesimo gnostico: Margherita Porete. Vissuta al tempo dei Templari ora il suo pensiero viene rilanciato superficialmente

L'equivoco di fondo è semplice: si tratta del solto delirio gnostico/manicheo e non di un vero pensiero cristiano e che sta dilagando approfittando di questo tempo di confusione e ignoranza

10 Gennaio 2025

La maestra del falso cristianesimo gnostico: Margherita Porete. Vissuta al tempo dei Templari ora il suo pensiero viene rilanciato superficialmente

Aveva ragione il filosofo milanese Emanuele Samek Lodovici quanto il Blondet degli “Adelphi della dissoluzione” e, recentemente, lo studioso Andrea Cionci: il tema fondamentale per il Cristianesimo attuale è l’infiltrazione neo-gnostica che sta prevalendo grazie al bergoglismo quale sistema ecclesiale-mediatico di potere. Una sintesi chiarissima degli errori teologici e logici di questo antico e al contempo recente pensiero la possiamo trovare in un trattato mistico-allegorico rilanciato editorialmente negli ultimi anni e molto apprezzato da alcuni esperti di meditazione: il trecentesco “Lo specchio delle anime semplici” di Margherita Porete. Più di duecento pagine di dialogo fa varie allegorizzazioni: Anima, Amore, Ragione, Virtù, Chiesa dove la colta ed estremistica pensatrice, dietro un velo di fumoso ed “umilissimo” misticismo sentimentale rivela un pensiero orgoglioso, irrazionale, superomistico, tanto da portarla all’auto-identificazione con Dio e a ritenersi superiore alla Chiesa, ai Sacramenti, alle opere virtuose e alla grazia divina. Gli errori teologici e logici anti-cristiani della Porete sono i medesimi oggi dominanti nella cultura spiritualista di massa: mettere Dio, il Nulla e l’Io individuale sullo stesso piano, il ritenere che esistano stati ontologici elitari ed iniziatici, il pensare in modo dissociativo che esistano più tipi di nature umane e il ritenere che la volontà umana sia il nemico da estinguere. La tradizionale ascesi cristiana si è invece sempre ispirata al principio di santificare e trasformare una natura umana che non doveva e non poteva essere del tutto annulata o respinta. La Porete, invece, col suo gnosticismo, esprime una totale sfiducia nel genere umano e nella sua capacità di fare il bene, giungendo a sostenere che lo spirito umano deve annullarsi in un Dio che viene visto in modo così astratto, filosofico e trascendente da divenire simile al concetto stesso del Nulla. Evaporando così ogni gerarchia ed ontologia sacramentale si dissocia l’umano dal divino ponendo al centro la ribellione individualistica (che già fu demonica) di chi si ritiene pari a Dio e così distaccato da tutto da poter fare a meno di Dio stesso. Uno strano cristianesimo che di cristiano ha solo il nome ma non già la sostanza. I Vangeli e la Tradizione ci insegnano invece che “Dio è amore” (1Gv.4,16) quindi è relazione, perciò non ci chiede di “annichilirci”, come insegna la Porete, ma di vivere in armonia con la Sua Via e con la parte migliore di noi stessi. Il purismo ideologico dello gnosticismo invece pretende di separare il grano dalla zizzania: insegnamento esattamente all’opposto di quello del Cristo, il quale sa bene che nella vita terrena bene e male sono mescolati e solo in Cielo, attraverso il giudizio divino, avverrà tale separazione. Il nucleo essenziale di ogni rivoluzione è gnostico e i rivoluzionari nella storia sempre si sono presentati con un simile furore pseudo-angelico, tale da dover radicalmente “ripulire il mondo” e che compare anche in questo catarismo trecentesco purtroppo oggi spacciato come cristianesimo. Ascoltiamo ora qualche perla (tra le centinaia) dell'orgoglioso delirio della Porete, intenta a parlarci della sua anima eletta: “tale anima è nuda e per questo non sta in guardia che il serpente la morda in tale nudità…” e ancora: “il più l’ha liberata dai debiti che avevo con Gesù Cristo e per questo non è debitrice di niente” fino a ritenersi: "senza essere, e là dov’era prima di essere" cioè eterna come Dio. Strana umiltà quella di una cristiana che si riteneva "causa della salvezza degli uomini" ed espressione diretta di Dio verso tutti gli uomini, parificandosi in questo modo a Gesù Cristo. Ben altra considerazione di se stessi avevano Francesco d'Assisi e Padre Pio. Ritorna così la solita tediosa prima tentazione, quella del serpente di Genesi: “Sarete come dei” (senza Dio).

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