Comunicato Stampa
ingrossamento della prostata. Al contrario,
il laser, comportando la contestuale rimozione
dell’ingrossamento e cicatrizzazione della ferita, evita l’emorragia e non pone alcuna
limitazione di intervento.
Le prime operazioni di questo tipo, a cui ho assistito personalmente, sono
stati eseguite negli Stati Uniti nel 1998;
l’anno dopo ho portato per primo la tecnica di
“enucleazione della prostata con laser ad olmio” in Italia
e per secondo in Europa. Grazie a questa
modalità di intervento, consigliata dalle linee guide EAU,
European association of Urology e
della AUA,
American Urological Associatio
n, oggi possono essere trattati pazienti che precedentemente erano
costretti a convivere tutta la vita con il catetere, come quelli fragili; obesi, con prostata superiore ai
100 grammi e con rischio di non coagulazione. Eppure, sebbene sia fortemente raccomandato,
l’intervento con laser all’olmio non è ancora largamente praticato, dal momento che implica un lungo
iter di apprendimento che molti medici, esperti nell’intervento in laparoscopia, non intendono
affrontare. Tuttavia, oggi, di fronte a una platea di pazienti sempre più preparati e ad un aumento del
tasso di obesità e, quindi, di prostate superiori ai 100 grammi,
l’intervento con laser ad olmio
rappresenta una metodologia davvero imprescindibile per la risoluzione definitiva
dell’ipertrofia prostatica
e, finalmente, si sta progressivamente diffondendo.