Esposizione curata da Stéphane Verger e Ernest Oberlander
19 Novembre 2023
E' tutto pronto, a Roma, alle Terme di Diocleziano, per la grande mostra “. L’ ̀”: oltre mille reperti archeologici che ripercorrono lo sviluppo storico e culturale del territorio dell’attuale Romania lungo un periodo di oltre mille anni, dall’VIII secolo a.C. al VII secolo d.C., per offrire una visione completa della storia e dell'arte in quei luoghi. A cura del Muzeul Național de Istorie a României e del Museo Nazionale Romano, la mostra celebra anche un doppio anniversario per le relazioni bilaterali tra Italia e Romania: 15 anni dalla firma del Partenariato Strategico Consolidato tra i due Paesi e 150 anni dall’istituzione della prima agenzia diplomatica romena in Italia. L’evento, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Romania e del Presidente della Repubblica Italiana, è organizzato dall’Ambasada României în Italia - Ambasciata di Romania in Italia, Ministerul Culturii Ministerul Afacerilor Externe, Ministerul Apararii Nationale, Institutul Cultural Român - Romanian Cultural Institute attraverso l’Accademia di Romania e il Ministero della Cultura. L'esposizione sarà presentata ufficialmente domani, lunedì, e resterà aperta fino al 21 aprile del prossimo anno. Curata da Stéphane Verger, direttore del Museo nazionale romano e da Ernest Oberlander, direttore del Museo nazionale di Storia della Romania, realizzata in collaborazione con la Direzione generale Musei e posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Romania e del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra ha come tema centrale la costruzione della Romanità e mette insieme importanti manufatti, tra cui il Serpente Glykon da Tomis, raffigurazione in marmo di un ‘demone buono’ che guarisce dalle epidemie, l’elmo d’oro di Cotofeneşti di manifattura tracia, con scene di sacrificio, l’elmo celtico di bronzo da Ciumeşti, col cimiero a forma di aquila, il tesoro gotico di Pietroasele del IV secolo d.C., che illustrano l’evoluzione storica dell’attuale Romania, come i numerosi contatti e gli scambi avvenuti grazie all’abbondanza di risorse del territorio e alla sua posizione privilegiata tra l’Europa e l’Asia.
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