Vaccini Covid "non testati": non è bufala e i debunker fanno una figura di palta: smentiti proprio da chi stava nel business
La pandemia più pazza del mondo ha fatto emergere nuove professioni del tutto improvvisate e di cui non si sentiva la mancanza: gli spioni, i gendarmi della verità a senso unico, che vogliono sostituirsi ai giornalisti senza saperlo fare. Travolti, anche loro, dalla resa dei conti sui sieri miracolosi, che tanto miracolosi non erano.
Secondo Francesco Borgonovo de “la Verità” i fact checker o debunker, mai capita la differenza, sono gente che, con la scusa di sbugiardare le bufale altrui, ne diffondono di altre più gradite alla narrazione ufficiale (Soros, per non far nomi; o Gates, o Big Pfizer). Secondo chi scrive, trattasi di giornalisti mancati che si riducono a spiare i giornalisti reali. Comunque sia, una delle coschette sguinzagliate dal Covid, di cui non si sentiva alcun bisogno insieme a quella dei virologi: gente in carriera, faziosa, spregiudicata, sempre pronta a spiegarti oggi perché quello che diceva, o non diceva, ieri non si è avverato. Uno di questi, su Open, si sta arrampicando sui vetri con gli artiglietti insaponati dopo le ammissioni di una sottoposta del capo di Pfizer, Bourla, nomen omen: non abbiamo testato i vaccini sulla trasmissibilità, ci interessava far presto. Proposito lodevole, non fosse che si interseca con la necessità di far prima - non presto, prima - non solo o non tanto per salvare l'umanità ma per imporre il prodotto: dieci dosi cadauno, neonati inclusi, campagne deliranti per sparare dosi su dosi a livello Trainspotting, quattro, cinque in un anno, anche ai minori, anche sugli infanti. E tanta applicazione è sospetta.
Intanto escono le ammissioni, escono le cifre che nessun debunker ha mai raccontato, i 783mila bisognosi di cure o addirittura ospedalizzati dopo la somministrazione su 10 milioni di utenti americani, il moltiplicarsi misterioso di infarti, tumori, miocarditi di cui abbiamo già abbondantemente scritto, i ripensamenti a catena, dalla Svezia alla Florida, dall'Inghilterra alla Francia (“La verità è che ci siamo sbagliati, tutti”, l'ex ministero Olivier Véran), escono pure gli affari loschi, per esempio del marito di Ursula, che incassa a ripetizione finanziamenti pubblici dall'Italia alla Grecia e sta a capo di Orgenesis, compagnia farmaceutica collegata a Pfizer. Escono i pizzini da nascondere sull'abnorme afflusso di dosi, sulla tempistica con cui sbaragliare la concorrenza, ma su tutto questo i debunker muti, assenti. E se la cavano con le bizze, col narcisismo dei ragazzini viziati: “Noi ve l'avevamo spiegato, se non sapete leggere peggio per voi”.
Scusa, ragazzo iperaccigliato, ma, per dirla come usa a Torpignattara, voi chi? Chi vi s'incula a “voi”? Tutto il mondo è rimasto sconcertato dalle incaute ammissioni di una Janine Small, visto che il boss scappa dalle richieste della UE e più si somministra, se poi lo fa davvero, e più risulta positivo al Covid, come un Burioni qualunque, e questi cavillano: ah, Pfizer non ha mai detto che servisse a fermare i contagi ma solo a mitigare la malattia. Eddai, come delle Selvagge Lucarelli qualsiasi. Anzitutto: non è vero, debunker, debunkera te stesso. Ogni volta che un fact checker s'arrampica su simili fregnacce, viene lapidato di tweet, di screenshot che lo sbugiardano. Ma fu proprio Bourla a parlare di vaccini che favorivano “la non trasmissibilità”. Quindi o mentiva lui o mentiva la sua sottoposta. Ma come mai i decessi per Covid sulla prima metà di ottobre nel 2020 erano 468, l'anno dopo 582 e quest'anno, trionfo vaccinale con l'85% di copertura, 864? come mai la Procura delll'Unione ha aperto un fascicolo sull'acquisizione dei vaccini, gestita dalla commissione con a capo Ursula, già biasimata dall'Ombudsman?
È inutile che questi ragazzini pedanti si sfoghino a rosari di twittini estenuanti: tutto il mondo bene o male ha capito che i lockdown erano per i lockdown, per bloccare i processi democratici temendo quello che poi, particolarmente in Italia, si è verificato, erano una misura concentrazionaria per testare il grado di sopportazione collettiva e non avevano alcun senso sanitario come non lo aveva la misura, assurda, anticostituzionale, del greenpass adottata precisamente sul presupposto del vaccino, imposto col ricatto, per “permettere ai non contagiati di stare insieme in sicurezza”: parole del presidente Draghi, avallate da Mattarella, pompate dai virologi da sbarco, mai verificate dai cosiddetti fact checker. Una narrazione formidabile, crollata come una casa di carte sotto le ammissioni di chi stava nel business. E questi ragazzini hanno ancora la faccia di gnagnerare, ah, avevamo ragione noi, siete voi stupidi che non capite?
Facciamola corta: mentono, e se anche non mentissero, truccano il gioco: la narrazione unica si è retta su un messaggio scientificamente ambiguo, prova ne sia che adesso si gioca sull'equivoco, sul cavillo, sul “non ci avete capito”. E questo delle troppe parole, dello sfruculiare vano è del demonio, le cose, specie se di mezzo c'è la salute, devono essere chiare, lineari, comprensibili, ciò che è precisamente mancato in questi trenta mesi di follia non disinteressata. Tanto vero, che gli stessi propagandisti da copertina o da red carpet cambiavano idea le millanta volte, una per tutti la Antonella Viola con le sue pose fatali, terza dose a tutti, no a nessuno, no a tutti meno che ai bimbi, no ai bimbi prima che agli altri, e adesso gira le televisione a discettare di politica, di gender e a presentare libri su ricette di cucina.
La verità è che questi cacciatori di bufale o cani da tartufo sono rimasti travolti dalla loro propaganda, dalle omissioni chirurgiche, dalle cacce alle streghe e adesso ne escono sputtanati; sono quelli che sui social decidono (nell'ombra) chi deve parlare e chi invece va cancellato - e già basterebbe a connotarli, quelli che pronunciano la fatwa, “fuori contesto”, senza contraddittorio, ma sui vaccini che dovevano coprire per 10 anni, no per 10 settimane, scusate per 10 giorni; sulle terze dosi definitive, ma meglio le quarte, ma facciamo tombola e andiamo alle quinte, ma tagliamo la testa al toro e diciamo sei all'anno; sui sieri garantiti, sicuri, puri, limpidi, che sviluppavano i superpoteri, che non creavano reazioni avverse, giusto, forse, qualche centinaio di migliaia ma che sarà mai, e poi le prove, dateci le prove; sugli elisir che certamente impedivano la trasmissione del virus, ma no, quando mai, ma chi l'ha detto, ma dove sta scritto, leggeteci bene, impedivano, al massimo, conseguenze peggiori, con licenza domani di autosmentirci, tanto la colpa sarà sempre vostra che siete analfabeti, sovranisti e sessuofobi; su queste e parecchie altre cosette, la figura è stata di merda e risibile, alla lettera, ne esce la credibilità di questi improvvisati gendarmi, per autonomina, della verità che dovrebbero piuttosto debunkerare a casa propria, hai visto mai. Perché “fuori contesto” ci sono finiti loro. Per sempre, ahiloro.