Dal Fabbro (Iren): “Il 31% del PIL italiano dipende dalle materie prime critiche, serve un piano nazionale di recupero e stoccaggio”
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Il Presidente Esecutivo Iren, in occasione di Ecomondo 2025, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia nella quale ha parlato del terzo studio terzo studio Iren–TEHA sulle materie prime critiche
Luca Dal Fabbro, Presidente Esecutivo Iren, in occasione di Ecomondo 2025, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia nella quale ha parlato del terzo studio Iren–TEHA sulle materie prime critiche
Parliamo di materie prime critiche. Quale è la situazione attuale del nostro Paese?
Iren già da tre anni monitora il mercato e infatti oggi presentiamo il terzo studio sulle materie prime critiche in Italia e in Europa. Le materie prime critiche sono molto importanti perché rappresentano il motore di industrie strategiche come la difesa, il medicale e l'ambiente. Pensate che quasi il 22% del PIL europeo dipende direttamente o indirettamente dalle importazioni di queste materie e c'è grande tensione geopolitica su queste materie prime. Avete e avremo avete letto sui giornali quanto stann facendo la Cina e gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti hanno fatto accordi con l'Australia per importare preferenzialmente materie prime critiche.
Si sono accordati Cina e America per un anno di bando su l'embargo delle materie prime critiche.
In questo contesto l'Europa dipende dal 22% del suo PIL dalle materie prime critiche l'Italia al 31%.
Dagli studi fatti emerge la necessità di creare un piano strategico. Io credo che il Piano Mattei del Governo sia un ottimo strumento per lavorare sulle materie prime critiche e credo anche che le altre due direttrici devono essere: promuovere uno storage, uno stoccaggio europeo possibilmente in Italia delle materie prime critiche più importanti nel caso di rischi geopolitici e di embargo e poi il recupero.
Iren l'azienda che presiedo è stata la prima a costruire un impianto per il recupero delle materie prime critiche in Italia in Europa, è una tecnologia italiana la stiamo testando e il prossimo anno sarà operativa su scala industriale. Quindi risposte concrete oltre che parole. Ma l'analisi sulle materie prime critiche ci vede ovviamente in fase di rincorsa. Come Europa e come Italia dobbiamo fare un nuovo progetto di industrializzazione che va nella direzione del recupero del riciclo, quindi con gli impianti come quello che abbiamo installato ad Arezzo. In secondo luogo è necessaria una politica di stoccaggio europeo che possa ridurre la nostra dipendenza. Tre una serie di partnership europee per acquisire alcune materie prime critiche il piano del Governo Mattei potrebbe essere un grande un ottimo strumento
Quanto può incidere il recupero sulla dipendenza europea delle materie prime?
Il recupero può incidere fino a un terzo non di più. Si parla molto di materie prime critiche ma senza studiare davvero il tema, perché in realtà stiamo parlando di centinaia di tonnellate non miliardi di tonnellate. Quindi il recupero può essere essenziale su alcune materie prime critiche, considerando che siamo la seconda potenza industriale dell'Europa ne abbiamo molto bisogno. Il nostro PIL dipende dal 31% dalle importazioni di materie prime critiche
Siamo ad Ecomondo, quindi l'economia circolare è uno dei punti chiavi della fiera. A che punto è l'Italia?
Noi qui andiamo alla grande, l'Italia come economia circolare è la prima in Europa. Ancora abbiamo questo primato e dobbiamo continuare in questa direzione come Iren, ma non solo. Iren è sicuramente tra le principali, dimostriamo la possibilità di valorizzare e recuperare tutti i rifiuti in ottica di economia circolare, siamo molto avanti e non dobbiamo perdere questo vantaggio. Quindi siamo la prima potenza circolare d'Europa. Per mantenerlo bisogna continuare a fare impianti, ammodernare i nostri impianti e fare una politica industriale come quella sulle materie prime critiche che sia degna della seconda potenza industrializzata d'Europa
Può evidenziare i punti focali dello studio?
Nello studio si evidenziano quali sono effettivamente le materie prime critiche più sensibili, si evidenziano quali possono essere le politiche per poter facilitare le materie prime critiche, la loro importazione, il loro sfruttamento, il recupero attraverso il riciclo, la valorizzazione dei nostri rifiuti. Questo è il primo passo, lo stoccaggio europeo può essere il secondo le partnership internazionali il terzo