Floridi (Fondazione Leonardo): "La filosofia aiuta a pensare al futuro digitale, come Fondazione ETS dobbiamo essere al servizio dei giovani"

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Il Giornale d'Italia ha intervistato Luciano Floridi, Presidente Fondazione Leonardo: "Oggi l'etica digitale deve guardare a due aspetti fondamentali: l'umanità e l'ambiente, la sostenibilità è il minimo necessario per la sopravvivenza del pianeta, la tecnologia deve lavorare per migliorare entrambi"

Luciano Floridi, Presidente Fondazione Leonardo, in occasione della presentazione degli obiettivi e delle attività della nuova Fondazione Leonardo ETS, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

Oggi è stata presentata la nuova Fondazione Leonardo ETS con i suoi principali obiettivi e attività. Come nuovo Presidente, quale apporto filosofico apporterà alla Fondazione?

"Spero che delle tante cose che possa fare in questo caso la filosofia, ce ne sia almeno una importante, che è quella di alzare un pò lo sguardo verso questioni che riguardano sia i fondamenti della nostra cultura digitale, quindi capire meglio quali basi vogliamo dare alla nostra società italiana come società italiana digitale sia i tempi lunghi. Noi abbiamo con l'attuale Governo, con Bruxelles, grandi opportunità lungimiranti come la possibilità di mettere in campo una progettazione di più ampio respiro quindi pensare non soltanto all'oggi o al domani ma un pò filosoficamente a quello che vorremmo che la nostra Italia fosse dopodomani, tra un anno, tra due, per la generazione attuale alla quale lasciamo il Paese. Questo la filosofia credo che possa proprio farlo, più lavoro sui fondamenti e più lavoro sui tempi lunghi."

Qual è il vostro impegno nei confronti dei giovani e come pensate di approcciarli relativamente alle materie STEM?

"Io vengo da un'esperienza in cui i giovani sono sempre brillanti, interessanti, quando arrivano a settembre all'università hanno vent'anni e hanno moltissimo entusiasmo. Può darsi che io abbia una visione sbagliata di questa nostra gioventù e pazienza. Quello che vedo è in realtà straordinarie capacità, potenzialità spesso poco curate, cioè non si dà abbastanza a questa generazione che merita di più. Lasciamo moltissimi problemi, gettiamo grandi ombre, a volte diamo anche molta sfiducia quando in realtà dovremmo dare più entusiasmo, più strumenti e soprattutto più potenzialità. Cioè dire 'noi siamo al vostro servizio', siamo una generazione che ha già fatto la sua parte. Abbiamo, nella misura in cui ciascuno di noi può, qualche elemento decisionale tra le mani, che cosa vorreste che facessimo per voi? Ecco, questo momento, che non è momento dell'ascolto banale ma di reale ingaggio. Non dobbiamo fare una bella lezione perchè è il modo sicuro per non farsi ascoltare. Intanto la loro cultura continua. Sono loro che ci insegneranno spesso, cioè come sta andando il mondo. Questo sicuramente con i miei ragazzi all'università avviene costantemente. Ogni volta a settembre si riparte con l'anno accademico e io ho tantissimo da imparare. Ma non lo dico con l'umiltà, lo dico col dispiacere di chi purtroppo deve stare a sentire perché se no non ci capisce niente. Allora in questo senso, per favore, iniziare con l'idea che la persona che hai davanti a te ha sicuramente un cervello più vispo del tuo, perché a diciotto, vent'anni è più sveglio di quello del sessantenne e ha una fame di successo, di entusiasmo, di passione che forse al sessantenne ha cominciato a essere un pochino più logora. Queste sono energie che vanno messe a terra. Si può fare tutto questo dicendo 'che vi serve?, Che cos'è che possiamo fare per voi?' "

Si parla di etica del digitale, quindi quali strumenti volete conferire ai giovani per avere uno spirito critico, diciamo, nei confronti dei numerosissimi strumenti digitali che ci sono ad oggi?

"Questa è una domanda complicatissima e me la cavo con un paio di battute perché potremmo non uscirne vivi a proposito di lezioni noiose, forse è che la nostra etica oggi non ha più soltanto un punto, ma due punti focali sui quali concentrarsi. Va ricordato semplicemente che non soltanto l'umanità, ma anche l'ambiente. Ora tutta la tecnologia deve lavorare per queste due forze, deve lavorare per migliorare, per sostenere sia l'umanità nei suoi progetti, sia l'ambiente nel suo sviluppo. E soprattutto oggi, in termini di sostenibilità, che è il minimo necessario affinché il pianeta sopravviva. Quando diciamo sostenibilità non stiamo dicendo un grande ideale, è il minimo richiesto affinché si abbia la vita su questo pianeta domani. Un minimo quindi di accettabilità, se non addirittura preferibilità sociale da un lato e un minimo di sostenibilità dall'altro, è quello che l'etica proprio in termini di far iniziare a far bene dovrebbe insegnare, il resto è molto di più e si può fare ma partire almeno da questi due elementi, ecco privilegiare uno rispetto all'altro o dimenticarli tutti e due come diceva Kant utilizzare l'umanità come mezzo e non come fine e dimenticarsi che c'è la natura, vuol dire aver abbandonato l'etica e iniziare in un contesto di puro profitto che è miope, distrugge l'umanità, distrugge la natura e finisce poi per essere domani la distruzione della vita su questo pianeta."