Pastore (Gruppo BCC Iccrea): "Arte&Cultura valorizza l'arte e i territori; il mercato deciderà per UniCredit e Banco BPM, servono banche di tutte le dimensioni"

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Mauro Pastore, Direttore Generale del Gruppo BCC Iccrea, ha dichiarato: "Noi crediamo che il risparmio degli italiani debba favorire le imprese locali, rafforzando un’economia sociale di alto valore aggiunto"

Mauro Pastore, Direttore Generale del Gruppo BCC Iccrea, in occasione della conferenza stampa per il lancio di BCC Arte&Cultura ha dichiarato:

"Noi crediamo che questa iniziativa valorizzi ancora di più il lavoro che sta facendo il Credito Cooperativo in Italia, perché dal punto di vista bancario credo che abbiamo dimostrato che le singole BCC, ciascuna virtuosa sul proprio territorio, unite all'interno del gruppo, abbiano potuto esprimere il loro valore in maniera molto rilevante. Oggi siamo tra i primi gruppi bancari italiani, certamente tra i più solidi in Europa, però questa iniziativa credo che abbia potuto evidenziare quanto le BCC siano anche custodi e attrici di un percorso culturale che hanno prima stimolato poi salvaguardato e oggi anche messo a disposizione comune questo che noi chiamiamo il più grande museo diffuso privato italiano. È stato portato alla luce da un'opera che ha richiesto circa un anno di lavoro e che ha evidenziato oltre un centinaio di opere. Siamo convinti che adesso partirà prima un'azione di restauro e di studio di alcune di queste opere e poi un'azione di diffusione della cultura nelle scuole perché crediamo che il nostro ruolo sia quello anche di incrementare nei territori le opportunità per i ragazzi in maniera tale che il Credito Cooperativo possa essere anche uno stimolo ad uno sviluppo sano di un'economia sociale che possa generare valore. In questo senso nel progetto è prevista un'attività di monitoraggio che evidenzierà proprio se ci sono stati e quanti incontri nelle scuole, se ci sono state visite guidate nelle banche da parte di alcune di queste scuole per vedere dal vivo queste opere e poi siccome il progetto non finisce qui ci aspettiamo che anno dopo anno possano essere portate all'attenzione anche altre opere, quindi siamo molto fieri di questa nostra attività."

Nel settore bancario oggi si parla molto di consolidamento, visto che ai tempi di Intesa e Ubi avevate fatto le vostre osservazioni come molte altre banche all'autorità antitrust per l'impatto sul mercato, volevo capire se un eventuale successo di Unicredit su BPM col rafforzamento di questo duopolio in Italia secondo voi sarebbe positivo per la concorrenza bancaria o se lo vedete come una cosa negativa e magari sarebbe stato preferibile un terzo polo indipendente.

"Naturalmente siamo nel corso di una OPA e quindi è il mercato che deciderà cosa si fa e cosa non si fa. Noi riteniamo che ci sia spazio in Italia, anzi ci sia bisogno in Italia di banche di piccola dimensione, di banche medie e di banche grandi. Sicuramente le grandi banche dovranno adoperarsi per poter assistere clientela di livello altissimo che hanno bisogno di finanziamenti importanti. Nello stesso tempo i territori hanno bisogno di banche che capiscono le esigenze dei singoli territori, ma che possano dare a quelle famiglie imprese, prodotti e servizi ad alto valore aggiunto. Questo si fa con dei volumi. Questo tema dei volumi non l'abbiamo risolto al nostro interno attraverso il gruppo, perché il gruppo consente di massimizzare le sinergie e quindi di fare gli investimenti necessari per la qualità di prodotti e servizi e di territori locali. Hanno il massimo beneficio in questo senso con le banche di media dimensione come BPM o Bper, per citarne alcune, e noi abbiamo delle ottime relazioni. Abbiamo fatto diversi progetti industriali insieme perché abbiamo una grandissima considerazione del management di queste strutture e anche di ciò che stanno facendo, pertanto per quanto ci riguarda credo che la composizione del sistema bancario italiano già abbia all'interno le piccole e le medie e le grandi. E poi naturalmente il mercato deciderà se c'è bisogno di ulteriore consolidamento o meno, questo consolidamento non ci riguarda. Al netto della parte industriale perché naturalmente se parliamo di risparmio gestito, di assicurativo, di monetica, di informatica ci possono essere delle iniziative che facciamo insieme a talune di esse per rafforzare queste industrie e mettere a disposizione dei clienti prodotti e servizi altamente competitivi perché le Big Tech o altri operatori di rilevanza mondiale potrebbero stimolare ancora una efficienza con riferimento ad alcuni alcune industrie e quindi ci può essere bisogno di una unione delle banche medie, non facendo fusioni ma mettendo a fattor comune dei progetti e delle sinergie su specifiche industrie. Io personalmente ritengo che il risparmio degli italiani debba essere indirizzato a favorire imprese italiane e quindi ancora di più le banche debbono adoperarsi per fare in modo che naturalmente con buoni investimenti il risparmio prodotto sia poi reimmesso nel circuito produttivo italiano e questo probabilmente può essere anche agevolato da normative del Governo a riguardo, facilitando una parte degli investimenti verso piccole e medie imprese italiane, quelle quotate e anche quelle non quotate, perché c'è bisogno di capitali che vadano a favorire l'imprenditoria italiana che è di una eccellenza straordinaria. Poi se alcuni ritengono che ciò debba essere fatto attraverso consolidamenti europei delle società di risparmio gestito ognuno fa il proprio percorso, l'importante è che alla clientela finale siano dati prodotti di risparmio gestito a prezzi adeguati e con la giusta corrispondenza tra la rischiosità che il cliente sa di correre e i rendimenti di quelle operazioni."

Nello specifico di Banco BPM, voi siete partner nella monetica, ha paura del destino dell'offerta?

"No, nessuna paura, siamo convinti di fare molto bene il nostro mestiere e che quindi la società Numia sia stata fondata su una capacità di generare prodotti e servizi adeguati. Confidiamo che Banco BPM possa ulteriormente far parte di questo viaggio, ma altre banche stanno collaborando insieme a noi e Banco BPM in Numia quindi ci sono altre banche che si stanno aggiungendo al viaggio e sono confidente che Numia potrà esprimere valori significativi anche nel futuro, così come sta già facendo adesso. Banco BPM quando è entrato nel progetto Numia ha definito dei volumi di transato a fronte dei quali si è definito l'accordo, quindi chiunque interverrà dovrà mantenere quegli accordi contrattuali, però noi siamo confidenti che qualora ci si trovasse di fronte alla circostanza di dover fare quella scelta le imprese valuteranno la qualità di Numia e quindi rimarranno nel viaggio che è già stato intrapreso precedentemente, del management di BPM e di ciò che BPM ha fatto sino ad oggi e riteniamo che in Italia ci sia spazio per grandi banche, medie e piccole."

Ma non esiste lo squilibrio del credito, cioè con due banche così grandi e poi più piccole che neanche medie, non si rischia di liberare il sistema?

"Iccrea oggi è il quarto gruppo bancario per dimensione, quindi una banca media c'è, altre ce ne stanno e quindi l'imprenditoria italiana c'ha le banche grandi, le banche medie e le banche piccole che stanno sempre all'interno di Iccrea, perché se si va nel singolo territorio si trova quella realtà che conosce nome cognome e storia di ciascuna famiglia e di ciascun imprenditore; quindi noi siamo banca locale con la Banca di Credito Cooperativo e media per quanto riguarda gli investimenti industriali per cui gli italiani possono poggiarsi sul pilastro del credito cooperativo con tranquillità."