Cammarata (Trifirò & Partners): “L’assenza ingiustificata del lavoratore viene ora considerata come dimissioni"

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Il “Collegato lavoro” (L. 203/2024) entrato in vigore il 12 gennaio impedisce la prassi diffusa di sparire per farsi licenziare e ottenere la Naspi

Il 12 gennaio è entrata in vigore la Legge n. 203/2024, il c.d. “Collegato lavoro” ed Il Giornale d’Italia ha chiesto all’avv. Mario Cammarata dello Studio Trifirò & Partners, quale, fra le novità introdotte, sia la più saliente. “A mio parere la novità più saliente è l’introduzione nel nostro ordinamento della norma che considera l’assenza ingiustificata del lavoratore quale dimissioni per fatti concludenti, perché prima dell'introduzione di questa norma capitava che i lavoratori, invece di dare regolarmente le dimissioni, preferissero “sparire” letteralmente dal luogo di lavoro senza dare più notizie di sé, per costringere il datore di lavoro ad aprire un procedimento disciplinare che si concludeva con un licenziamento disciplinare o per giusta causa o per giustificato motivo a seconda della previsione del contratto collettivo. Questo consentiva al lavoratore innanzitutto di poter accedere al trattamento Naspi, a cui non avrebbe avuto diritto nel caso in cui avesse dato le dimissioni, inoltre consentiva al lavoratore di non dover dare il preavviso contrattualmente previsto e nel caso in cui il contratto collettivo prevedesse che il licenziamento disciplinare fosse per giustificato motivo soggettivo e non per giusta causa, addirittura di percepire l'indennità sostitutiva dal datore di lavoro. Infine, il datore di lavoro era costretto a pagare il ticket Naspi, quindi oltre al danno anche la beffa.”