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Famiglia nel bosco Chieti, sindaco Palmoli offre casa a nucleo familiare: “Qui potete ricongiungervi con i bimbi, ristrutturate l’atra” – VIDEO

Il sindaco Masciulli ha sottolineato come la discussa decisione del Tribunale non sia stata improvvisa, ma il risultato di un percorso lungo e complesso. I genitori, Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, secondo il primo cittadino, non avrebbero accolto le richieste formulate dagli operatori sociali. Tuttavia, molti ritengono ingiustificato l'allontanamento dei minori dalla famiglia, anche perchè sarebbero istruiti e felici della vita in mezzo alla natura

26 Novembre 2025

Il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, ha offerto un’abitazione gratuita alla famiglia che vive nel bosco, invitandola a trasferirsi temporaneamente in paese: “Qui potete ricongiungervi con i bimbi, ristrutturate l’altra”. Una proposta che il primo cittadino considera decisiva per permettere il ritorno dei tre minori, allontanati dal Tribunale dei minori dell’Aquila dopo i rilievi dei servizi sociali sull’inagibilità del casolare di proprietà della famiglia.

Famiglia nel bosco Chieti, sindaco Palmoli offre casa a nucleo familiare: “Qui potete ricongiungervi con i bimbi, ristrutturate l’atra”

In un’intervista, Masciulli ricostruisce l’intera vicenda, sottolineando come la discussa decisione del Tribunale non sia stata improvvisa, ma il risultato di un percorso lungo e complesso. I genitori, Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, secondo il primo cittadino, non avrebbero accolto le richieste formulate dagli operatori sociali. Tuttavia, molti ritengono ingiustificato l'allontanamento dei minori dalla famiglia, anche perchè sarebbero istruiti e felici della vita in mezzo alla natura.

L’amministrazione di Palmoli auspica una ricomposizione dei rapporti attraverso una maggiore disponibilità della famiglia, magari accettando di abitare seppure temporaneamente nell’alloggio messo a disposizione a titolo gratuito dal Comune, affinché i minori vengano riaffidati ai genitori: è questo il bene supremo per il quale tutti dobbiamo fare un passo indietro – osserva il sindaco –. Così si potrà provvedere gradualmente alla ristrutturazione dell’abitazione, concordando le modalità operative con i servizi sociali per dare soluzione alle altre criticità evidenziate nel provvedimento del giudice”.

La storia comincia a settembre dello scorso anno, quando l’intera famiglia finisce in ospedale per un’intossicazione da funghi. I successivi controlli dei carabinieri e dei servizi sociali mettono in evidenza gravi criticità: il casolare è privo di utenze e di servizi igienici, con il bagno interno distrutto e sostituito da un bagno a secco esternoper adeguarlo a modalità di vita rispettose dell’ambiente”, puntualizza Masciulli.

Il Comune interviene subito: “Appena appreso in via informale delle criticità strutturali e igienico-sanitarie dell’abitazione, evidenziate nella relazione dei carabinieri, ci siamo attivati individuando e mettendo a disposizione, a nostre spese, un’abitazione nel centro abitato di Palmoli. Parliamo di una casa con tre camere da letto, cucina, soggiorno, due bagni e ripostigli, dotata di tutte le utenze, riscaldamento a metano e caminetto a legna, come è consuetudine nei comuni montani”, afferma il sindaco.

La famiglia vi rimane 10 giorni, “poi però l’hanno abbandonata per tornare a vivere nella loro proprietà”. In seguito, durante incontri anche con i rispettivi avvocati, era stato definito un percorso condiviso: ristrutturazione, scuola, controlli sanitari, incontri psico-educativi. Tuttavia, secondo Masciulli, “la famiglia non ha inteso partecipare ad alcun incontro e non ha permesso gli accertamenti sanitari”.

Il sindaco chiarisce poi un punto spesso oggetto di polemiche pubbliche: “È bene evidenziare un fatto che pochi conoscono: il Comune di Palmoli, come tutti i comuni d’Italia, non ha alcun interesse al collocamento dei minori nelle case famiglia. Anzi. Le spese sono totalmente a carico del bilancio comunale, con rischi di squilibri finanziari che potrebbero portare al dissesto dell’ente. Quindi è molto meglio, sia per il benessere dei minori per i quali l’allontanamento è sempre traumatico, sia finanziariamente, aiutare la famiglia, anche economicamente, a collaborare alla risoluzione delle criticità evidenziate”.

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