Green New Deal europeo e l’evoluzione dell’industria energetica, Descalzi (Eni): 'Sostenibilità ambientale ma anche economica. Azzerare emissioni entro il 2050'

Claudio Descalzi: "Reale azione altrimenti le emissioni continueranno ad aumentare"

Green New Deal, Descalzi (Eni): "Il nostro obiettivo è quello di ridurre emissioni fino ad azzerarle entro il 2050"

Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, durante il talk “Il Green New Deal europeo e l’evoluzione dell’industria energetica” organizzato da EniChatham House e in collaborazione con Istituto Affari Internazionali (IAI), ha affermato: "Eni è allineata già adesso su obiettivi europei al 2030 e al 2050 che riguardano la riduzione del 55% delle emissioni al 2030 e l’azzeramento al 2050" .

"Negli ultimi sei anni abbiamo preparato questa transizione e fortunatamente potremo rispettare gli obiettivi europei. Bisogna mettere insieme tanti progetti differenti ma si tratterà di un' evoluzione che riguarda tutto il mondo perché l'Italia ha già raggiunto obiettivi importanti, l’Europa anche,  ma rappresentiamo una piccola percentuale delle emissioni mondiali. Anche una Europa virtuosissima non risolverebbe il problema delle emissioni e del climate change" .

"Tali obiettivi - prosegue Descalzi - devono essere raggiunti rispettando l'ambiente ma devono anche essere sostenibili economicamente a livello industriale su lavoro e competitività delle aziende. Per migliorare e ridurre le emissioni in generale bisogna fare investimenti e dobbiamo fare i conti con il mercato, fatto di domanda offerta e prezzi. Deve essere considerata la sostenibilità industriale. Deve essere anche considerata la sicurezza energetica, perché mentre si cambiano i paradigmi energetici dobbiamo considerare che l'Europa importa quasi la totalità dell' energia necessaria. La transizione dovrà essere molto attenta a non creare problemi di sicurezza energetica." .

"Il coordinamento è fondamentale e ovviamente la transizione è fatta di cambiamenti e bisogna considerare i costi in termini di prodotti e di sussidi. Per le rinnovabili gli incentivi sono stati importantissimi. La storia degli ultimi 150 anni ci insegna che per una transizione sono necessari investimenti e non si può pensare di fare cambiamento immediato. Primo step decarbonizzare e mantenere in vita le infrastrutture, inoltre dobbiamo fare mix tra incentivo al cambiamento e  prezzi che funzionino. Il tutto deve essere accompagnato da norme e aspetto regolatorio che deve favorire transizione energetica" .

"Abbiamo cercato di cambiare ed entrare in transizione da sei anni. Questo comporta inevitabilmente uno sviluppo tecnologico che ci permetta il cambiamento verso la neutralità carbonica. Decarbonizzare e catturare la co2 è un punto fondamentale. La mobilità elettrica e a idrogeno sarà uno dei nostri punti cardine. Arriveremo a prodotti completamente decarbonizzati e rinnovabili. Il nostro obiettivo è quello di ridurre emissioni fino ad azzerare emissioni e carbone entro il 2050, tutto questo è frutto di progetti maturi. Ci siamo messi in una situazione in cui saremo misurabili, sarà possibile misurare l'impronta carbonica di Eni e misurare la sua trasformazione nel processo " .

"Ci deve essere un intreccio di progetti e investimenti. Stiamo solo parlando delle cose ma deve esserci una reale azione altrimenti le emissioni continueranno ad aumentare" conclude Claudio Descalzi.

Green New Deal, Amendola: " In Italia investimenti su economia circolare, transizione energetica, mobilità sostenibile, riqualificazione del patrimonio, dissesto idrogeologico"

Vincenzo Amendola, Ministro per gli Affari Europei, sostiene: “Il tema è al centro della cosiddetta autonomia strategica dell'Unione europea. L’Europa già prima del covid ha scelto di investire il suo futuro su economia sostenibile, transizione energetica, sostegno alle imprese. Anche con accordo del 21 luglio abbiamo confermato questa visione che riguarda non solo noi ma tutti i continenti. Grande scelta di autonomia, ci sono le risorse perché investiremo nel bilancio europeo il 30% delle risorse su green e il 40% del fondo Next Generation in tutti i paesi sarà dedicato al green. Ciò significa che in Italia 80 mld di investimenti andranno su economia circolare, transizione energetica, mobilità sostenibile, riqualificazione del patrimonio, dissesto idrogeologico. Questa massa di investimenti in tutti i 27 paesi dovrà muoversi in sinergia".

"Abbiamo fatto accordo il 21 luglio che mette al centro la visione su green deal che esisteva già nel periodo precedente al covid. Su questo accordo Polonia e Ungheria hanno messo veto perché non vogliono condizionalità sullo stato di diritto come accordata con parlamento europeo. Credo sia un errore e una grande responsabilità bloccare questa ripresa e investimenti da parte dell'Unione europea. Noi sosteniamo questo accordo e faremo di tutto per fare in modo vada rispettato in tutti i dettagli concordati.  I veti sono grande responsabilità per chi li sta utilizzando in questo momento anche a danno degli altri paesi ".

"Stiamo lavorando con la commissione per la pianificazione. Se il cronoprogramma sarà rispettato per inizio 2021 presenteremo ufficialmente il piano con elementi già chiari: 40% misure su green e cambiamento climatico. Questo progetto dovrà sia risolvere problemi come dissesto idrogeologico ma anche rappresentare un incentivo per investimenti per le  imprese e rendere le nostre città orientate alla visione strategica di cui parliamo. Pianificazione complessa ma orientata a obiettivi netti ” conclude il Ministro Amendola