Conferenza CONTE DIRETTA, VIDEO LIVE. Il discorso del Premier sul nuovo Dpcm e TESTO
Ecco la conferenza stampa di Giuseppe Conte in diretta. VIDEO LIVE
Conferenza CONTE DIRETTA, VIDEO LIVE. Il discorso del Premier sul nuovo Dpcm e TESTO
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, illustra le nuove restrizioni contenute nel Dpcm di Natale. Dopo un lungo braccio di ferro fra le varie forze in campo e riunioni molto tese, il Dpcm è stato approvato. Il provvedimento entrerà in vigore domani, 4 dicembre, e sarà valido fino al 15 gennaio 2021.
La conferenza stampa di Conte inizia alle 20:20. Sarà possibile a breve seguire qui il discorso in diretta.
Nuovo Dpcm Natale, scontro Governo-Regioni: Lombardia, Piemonte e Veneto non ci stanno
Esplode l'ira delle Regioni sulle misure contenute nella bozza del Dpcm che ha iniziato a circolare questa notte. Il decreto entrerà in vigore domani, ma alcuni Governatori non sono assolutamente d'accordo con quanto stabilito dal Governo.
Ad animare di più il dibattito è il nodo degli spostamenti. A scatenarsi sono soprattutto i governatori di Lombardia, Piemonte e Veneto. Il nuovo Dpcm è "da rivedere", tuona Zaia. E' "lunare", esclama Fontana, "scorretto", aggiunge Toti.
Nuovo Dpcm, Fontana: 'Decreto Legge lunare'
Le misure del nuovo Dpcm non piacciono alla Lombardia che, dopo il via libera al decreto di Natale nella notte, contesta le misure sugli spostamenti fra comuni per il 25 dicembre. A protestare nero su bianco in una nota è il governatore Attilio Fontana.
"Leggere un Decreto Legge a sorpresa che impedirà, il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio, lo spostamento dei cittadini fra Comuni della stessa regione anche solo per andare a visitare genitori e figli, mentre si discute di un Dpcm che non ha recepito nessuna delle indicazioni offerte dalle regioni, è -si legge nella nota firmata da Fontana - un fatto ’lunare’; in perfetta contraddizione con le dichiarazioni sulla leale collaborazione fra Stato e Regioni”.
"Bene ha fatto la Conferenza delle Regioni - aggiunge il governatore - ad assumere una posizione di forte critica verso contenuti e metodo imposti dal Governo con un decreto legge notturno che impedisce di dare alcun parere su un Dpcm contraddittorio e non modificabile".
Nuovo Dpcm, in veneto Zaia: 'Non poche perplessità, governo riveda alcuni aspetti'
"E' un Dpcm che lascia non poche perplessità, io penso e spero che in queste ore il governo riveda alcuni aspetti", protesta Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. "Questa bozza mi è arrivata alle 2.30 di stamattina", spiega Zaia, sottolineando che "è un Dpcm talmente incisivo su alcuni aspetti, soprattutto sugli spostamenti, che il governo si è visto costretto nottetempo ad approvare anche un decreto legge che va a legittimare i vincoli agli spostamenti".
Ed è proprio sul nodo degli spostamenti che Zaia si sofferma in particolare: "Dal 21 dicembre al 6 gennaio sono bloccati quelli fra le regioni ma soprattutto, il 25, 26 dicembre e 1 gennaio non ci si sposta più tra i comuni. Così si aprono due scenari: quello di natura umana, più importante, perché non è permessa nessuna ricongiunzione tra parenti se non abitano nello stesso comune".
"Il governatore della Liguria Giovanni Toti ritiene scorretto il governo che non ha coinvolto le regioni, in effetti a noi è arrivata la bozza alle 2.30 di questa notte. Evito commenti ma concordo con Toti", ha quindi aggiunto, tornando a spiegare che "non si possono mettere sullo stesso piano piccoli comuni, come i nostri del Veneto e i grandi comuni per limitare gli spostamenti: la salute pubblica è in pericolo se si spostano i 120 abitanti del comune di Laghi, il più piccolo del Veneto, così come se lasci spostarsi liberamente 3 milioni di abitanti del comune di Roma, che sono il doppio di quelli del Friuli Venezia Giulia. Questo non è giusto. E vorrei che me lo spiegassero i tecnici del Cts. Non è una polemica con Roma, voglio solo dimostrare che la norma non sta in piedi", ha sottolineato.
"Nel decreto - continua il governatore - non si fa cenno ai ristori, che mancano completamente, ed invece era possibile inserirli. Non capisco, alcune attività sono disperate e tanti settori in crisi nera". Lo ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso del punto stampa in cui è tornato anche sul tema dell'apertura delle piste da sci: "Vietarle durante le feste di Natale vuol dire far perdere a quel comparto oltre il 70% del fatturato dell'anno. E di conseguenza lo stesso vale anche per le strutture alberghiere e tutte le attività connesse".
E anche sulle vacanze di Natale secondo Zaia non mancano le disparità: "Chi è proprietario di una seconda casa può partire prima del 21 dicembre e tornare il 7 gennaio", ha polemizzato.
Nuovo Dpcm, in Liguria Toti: 'Deve essere chiaro di chi è la responsabilità di tutte queste assurdità'
A protestare su Facebook è anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti: "La limitazione della libertà dei cittadini deve essere proporzionata al rischio del Covid. Ora qualcuno del Governo mi spiegherà perché, di fronte a dati in calo della Liguria, come di molte altre regioni, un fratello non potrà passare il Natale con la sorella, un genitore con i figli. Ma qualcuno a Roma ha mai viaggiato per l’Italia, o vivono tutti ai Parioli?".
"Perché se stai in una grande città puoi muoverti liberamente, se invece stai in un piccolo comune, probabilmente dovrai passare il Natale e il Capodanno da solo, anche se i parenti vivono a poche centinaia di metri ma in un altro comune. Magari - prosegue Toti - ci si infetta di più se si attraversa il confine tra un comune e l’altro, mentre se si va da un capo all’altro di una grande città, il virus ci risparmia? Questa non l’avevo ancora sentita! Lo stesso vale per ristoranti e bar: se uno ha un ristorante o un bar in un grande città, “buon per lui”, si fa per dire. Se la trattoria è in un piccolo paese, in una frazione, per chi starà mai aperta?"
"Se hai una casa a Cortina o Courmayeur e parti per le vacanze prima del 21 dicembre va tutto bene, ma se vuoi portare a Santo Stefano tuo figlio a fare una passeggiata nel parco, che è nel comune vicino al tuo, non puoi. Siamo riuniti come Regioni ma vorrei che fosse chiaro che il Decreto Legge del Governo con queste misure è già pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Trovo assai scorretto che il Governo adotti una simile misura senza neppure parlarne con gli enti locali. Mentre noi discutiamo dei suggerimenti da dare al Governo, le legge è già stata fatta. Tutti in casa, a prescindere da dati, zone gialle, diffusione del virus. Ma deve essere chiaro - tuona il Governatore - di chi è la responsabilità di tutte queste assurdità”.
Nuovo Dpcm, spostamenti a Natale: 25 senatori Pd contro lo stop. Caos nel Governo
Le misure per il contenimento dei contagi da Covid, contenute nel nuovo Dpcm che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte illustrerà stasera e che entrerà in vigore domani, stanno suscitando moltissime polemiche.
Dopo l'ira dei Governatori di Lombardia, Piemonte e Veneto, ora si sollevano critiche anche dal Pd.
25 senatori del Partito Democratico hanno inviato una lettera al loro capogruppo Andrea Marcucci, per chiedere al governo di non vietare spostamenti dai comuni nei festivi, nel giorno dell'approvazione del nuovo Dpcm e dopo il via libera al decreto di Natale.
Nella lettera si chiede di “attivarsi con il Governo affinché lo spostamento tra Comuni nelle giornate del 25,26, 1 gennaio, possa avvenire per consentire a persone che vivono in comuni medio piccoli di ricongiungersi per poche ore con familiari che abitano in altri Comuni”. I 25 senatori (sui 35 che compongono il gruppo a palazzo Madama) che hanno sottoscritto la lettera sono, come riporta l'Adnkronos, Alfieri, Bini, Biti, Cirinnà, Collina, D'Alfonso, D'Arienzo, Fedeli, Ferrari, Ferrazzi, Giacobbe, Iori, Laus, Manca, Messina, Nannicini, Parrini, Pittella, Rojc, Rampi, Stefano, Taricco, Vattuone, Valente, Verducci.
Alla missiva dei colleghi dem ha risposto il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci: "Mi rivolgo al Premier Conte: cambi le norme sbagliate inserite nel decreto sulla mobilità comunale del 25, 26 e 1 gennaio. Lo chiedono le Regioni e 25 miei colleghi senatori del Pd", ha affermato. "Non è una questione di poco conto, riguarda milioni di famiglie che abitano in zone limitrofe, divise soltanto dai confini del proprio Comune. Bisogna, a mio avviso, rendere possibile, nel rispetto delle norme, i ricongiungimenti familiari ed affettivi anche solo per poche ore. Servirebbe anche non discriminare tra attività economiche di città ed attività economiche di Paese".
IL RETROSCENA - Una posizione personale? Con la lettera il capogruppo Marcucci risponde alle ricostruzioni su una sua battaglia in solitaria dentro il Pd sulle misure del Dpcm, con una 'prova di forza'. "Esclusi i tre membri del governo, hanno firmato tutti meno i senatori dell'area Franceschini…", fanno notare fonti parlamentari, scrive ancora l'Adnkronos. Non hanno firmato Mirabelli, Rossomando, Pinotti, Astorre, Boldrini, Zanda oltre ai tre al governo 'superpartes': Misiani, Malpezzi e Margiotta.
Insomma, quella di Marcucci viene letta come una risposta implicita a chi, appunto, aveva parlato di 'posizione personale' a proposito del duro scontro ieri in Senato nella riunione dei capigruppo con il ministro Roberto Speranza e Federico D'Incà. Riunione che aveva visto proprio Marcucci sulle barricate per chiedere una linea meno dura nelle misure del Natale specie per il capitolo spostamenti. Così come ha chiesto fino all'ultimo, ancora ieri notte in Cdm, Italia Viva costretta poi a capitolare.
ITALIA VIVA - All'iniziativa dei senatori del Partito Democratico si accompagnano infatti le critiche mosse da un'altra fetta della maggioranza. Dalle file di Italia Viva, arrivano le considerazioni di Luigi Marattin e Davide Faraone. "Non permettere alla gente di andare a Natale ad abbracciare i propri genitori anziani secondo me è una sciocchezza. Glielo dico proprio sinceramente. Ma senza nessun pelo sulla lingua ……", dice in particolare Marattin, intervenuto ad Agorà, sul tema degli spostamenti, "Ma dire che in un comune come Milano, come Roma, che è il più grande d’Italia, ci si può spostare da Ostia a qui e in un comune di 5 mila abitanti non si può andare, non si favorisce il ricongiungimento familiare il giorno di Natale, se dovesse essere questa la decisione finale, secondo me sarebbe una sciocchezza".