Nuovo Dpcm, Marcucci: 'Conte firmerà oggi, ma i nodi sono gli stessi'. Ecco le misure: rumors

Marcucci: "Mi pare ci sia concordia nel privilegiare le questioni sanitarie".

Covid, Marcucci: “Conte firmerà dpcm oggi, ma i nodi sono gli stessi”

E' terminata la riunione al Senato tra il ministro della Salute Roberto Speranza, il vice Pierpaolo Sileri, il ministro per i Rapporti con il Parlamento e i capigruppo di maggioranza. Le norme contenute nel nuovo Dpcm non sono ancora note ma emerge un'indiscrezione.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte “firmerà in giornata”. A renderlo noto è il capogruppo a Palazzo Madama, Andrea Marcucci, come rivela dire.it. Durante l'incontro i partecipanti avrebbero discusso animatamente, circostanza che Marcucci ridimensiona dicendo “accade sempre perché siamo folkloristici”.

Quanto al contenuto del nuovo decreto non ci sarebbero novità rilevanti rispetto alle ultime informazioni. “I nodi sono gli stessi - spiega il capogruppo Dem - mi pare ci sia concordia nel privilegiare le questioni sanitarie, in senso generale”.

Nuovo Dpcm, ristoranti 'chiusi alle 18'

I ristoranti dovrebbero restare chiusi alle 18, “noi abbiamo chiesto di verificare per il 31 negli alberghi, ma siamo fermi alle 18”, prosegue il capogruppo Dem a Palazzo Madama Andrea Marcucci, e “i ristoranti saranno aperti all’ora di pranzo”.

Chi ha una seconda casa fuori regione “non ci può andare”, prosegue il capogruppo Dem, “in regione si può, sempre, salvo i giorni in cui è vietato il passaggio fra comuni, sempre se sarà confermato”.

Il dpcm “non c’è, non l’ho visto, non ci è stato presentato, noi abbiamo presentato le nostre posizioni e chiesto attenzione ai ricongiungimenti familiari di primo grado, genitori e figli, anche tra regioni diverse, ma è un tema delicato, oltre il quale però grandi differenze di posizione non mi pare ci siano”.

Sui ristoranti, “che restano aperti tra Natale e Capodanno, c’è da capire quale può essere l’utenza, ad esempio un ristorante a Roma è aperto per tutti, il limite comunale permette ai cittadini di scegliere fra un vasto numero, ma in un comune piccolo rischia di non esserci nemmeno un ristorante aperto, e non mi pare equilibrato”, spiega Marcucci.

“I capigruppo non mi sembravano divisi, il governo ha ascoltato” ma “si pone un problema generale, ci sono cittadini che si possono muovere nelle grandi città e cittadini che non hanno la possibilità di avere servizi“.

Ciò detto, “ero tra quelli che erano per una ulteriore riduzione all’interno dei ristoranti aperti - aggiunge - magari per permettere una possibilità di lavorare con un ambito di clientela più ampio ma riducendo il numero dei posti, come garanzia”.