Governo, proposte folli per le misure di Natale: messa anticipata e studenti a scuola la domenica
Non si placano le polemiche per le recenti proposte che arrivano dai ministri del Governo Conte bis. Boccia chiede di anticipare la Messa di natale, in modo da far rispettare il coprifuoco, mentre la de Micheli suggerisce che gli studenti dovrebbero andare a scuola anche di domenica, così da non intasare il trasporto pubblico
Sarà un Natale strano, uno di quelli che ci ricorderemo per sempre. Per primo è stato il Ministro Boccia, il quale ha sostenuto che probabilmente la Messa di Natale bisognerà anticiparla alle 22, visto il coprifuoco in vigore. “Seguire la Messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima, non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre. Questa è eresia, non facciamo i sepolcri imbiancati” - sostiene Boccia - “Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede”.
L’affondo delle opposizioni con Salvini in testa
A queste parole subito sono seguite le critiche e gli attacchi delle opposizioni. Il primo è stato Matteo Salvini, leader della Lega, il quale ha affermato che: “Un ministro che dice che Gesù bambino può nascere 2 ore prima manca di rispetto a un Paese profondamente legato ai simboli e alla tradizione cristiana, si occupasse dell’emergenza e di aiutare le Regioni, cosa che non sta facendo. Alcuni ministri neanche a monopoli potrebbero competere”. Facendo leva sul senso di responsabilità mostrato fino a qui dagli italiani, l’ex ministro degli interni Salvini si interroga: “Ma mezzanotte della vigilia di Natale gli italiani sarebbero così matti da fare mega assembramenti, mangiare tartine e bere prosecco? - continua - “A me non sembra normale che un ministro della Repubblica, che si dovrebbe occupare dell’emergenza di oggi e dell’Italia di domani, proponga la nascita anticipata di Gesù bambino, già stanno rovinando il Natale a milioni di italiani almeno non rovinassero il Natale ai bambini”.
Anche Fratelli d’Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni, ribatte alla proposta di Boccia. “Per il ministro Boccia non sarebbe una cattiva idea anticipare di due ore la nascita di Gesù la notte di Natale, così da fargli rispettare il coprifuoco. Non scherzava, lo ha detto veramente perché ormai il senso del ridicolo lo hanno perso da tempo”, questo l’affondo durissimo dei meloniani.
La scuola nel weekend, altro fronte di scontro tra Governo e opposizioni
La nuova proposta del ministro Paola de Micheli è stata accolta allo stesso modo di quella del suo collega di governo Boccia. De Micheli ha infatti proposto che i ragazzi vengano mandati a scuola scaglionati su tutta la giornata e anche su tutti i 7 giorni della settimana. Lezioni dal lunedì alla domenica e dalla mattina fino alle otto di sera, in modo da evitare di creare un sovraffollamento del trasporto pubblico, considerato uno degli innesti della seconda ondata di Covid-19 che ha travolto l’Italia.
All’attacco della proposta sono andati subito i sindacati del corpo docente, i quali hanno fatto sapere che: "Serve altro. Serve assumere più insegnanti e personale amministrativo, pagare i festivi, modificare i contratti. Se si andasse a scuola sabato e domenica, i comuni e le province dovrebbero trovare i fondi per pagare energia elettrica, gas e acqua sette giorni su sette”.
La Uil propone: “A scuola fino a metà luglio”
La controproposta arriva dal sindacato della Uil, l’Unione Italiana del Lavoro. Questa propone che invece di andare a scuola nei weekend, si prolunghi la durata dell’anno scolastico. Un allungamento che permetta di integrare nel calendario tutto il mese di giungo e le prime due settimane di luglio, in modo da recuperare il tempo perduto. Quello che Pino Turri, della Uil scuola, sostiene è che non sia tanto un problema “impegnare la domenica - quanto trovare il personale per farlo”. Vista la situazione, la cosa migliore sarebbe quindi immaginare uno slittamento dell’ultimo giorno di scuola, in modo da far coincidere gli interessi di tutte le parti in causa.