Scontro Conte - Governatori: 'Metodo sovietico: ecco come Conte tratta le Regioni'
L'accusa del Presidente della Regione Abruzzo. Conte ascolta poco gli enti regionali. "Il Governo è in ritardo di mesi sulla tabella di marcia, Conte e Arcuri si prendano le loro responsabilità"
Continua incessante lo scontro tra il Governo Conte e le Regioni. Da quando si è deciso di lavorare congiuntamente alla divisione del territorio nazionale in diverse fasce di rischio, le polemiche tra i vari Presidenti di Regione e Palazzo Chigi non fanno che aumentare.
Oggi è il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha scagliarsi contro Conte e il metodo utilizzato per portare avanti il dialogo con le Regioni. In un’intervista concessa a ilGiornale.it, Marsilio, membro di Fratelli d’Italia, eletto Presidente nel 2019, sostiene che il Governo abbia utilizzato un metodo sovietico. Secondo il Presidente abruzzese, il Governo soffre di un’ossessione burocratica di voler pianificare sempre tutto, senza curarsi dell'immediato. “Una mentalità e un metodo fallimentari, come dimostra per l'appunto l'esperienza sovietica".
L’accusa delle Regioni: tante riunioni, poco l’ascolto
Alla domanda su come sia ad oggi strutturato il rapporto tra le varie Regioni e Palazzo Chigi, Marsilio sostiene come ad ogni appuntamento gli enti locali si siano presentati forti di una comunione di intenti e con proposte serie e sensate. Le teleconferenze con Roma sono solite durare fino a tarda notte, con il risultato però che quando finalmente “riceviamo qualcosa di scritto, una bozza di decreto, prendiamo atto che il governo fa il contrario di quello che noi Regioni avevamo proposto e, per di più, veniamo chiamati a esprimere un parere in tempi strettissimi”. Fondamentalmente, le Regioni accusano Roma di essere troppo consultate e poco ascoltate.
Durante l’intervista, Marsilio sostiene come sin dal primo momento i rapporti con Palazzo Chigi siano stati molto difficili, dal momento che gli interlocutori parlano linguaggi diversi, quello di chi vive la realtà dei vari territori e quello del centralismo di Roma. Critiche anche per quanto riguarda la recente approvazione del sistema di divisione del territorio in tre aree. "Mi sembra che nella sostanza cambi poco. Ci si limita a penalizzare alcune categorie, penso agli imprenditori e agli addetti del settore della ristorazione che dall'oggi al domani dovranno chiudere le loro attività. Forse sarebbe stato più opportuno sin dall'inizio introdurre dei paletti nazionali uniformi e omogenei, anziché tirar fuori i gessetti colorati" continua Marsilio. Sebbene la scelta dei 21 parametri sia stata condivisa con le Regioni, la decisione di applicare gli automatismi è stata abbastanza incomprensibile.
La macchina si inceppa a causa dell’enorme mole di lavoro che bisogna svolgere
Sulla polemica riguardo al fatto che alcune Regioni avrebbero alterato i dati comunicati, Marsilio mette in luce come esista piuttosto una difficoltà a trasmettere in maniera tempestiva un’imponente mole di dati. Si richiede infatti un grande lavoro “che non è facile portare a termine in mezzo a un’emergenza”. Le critiche semmai piovono contro il Governo e il Commissario Arcuri, accusati di essere troppo in ritardo e di non aver preparato il Paese a gestire la seconda ondata del virus. “Il governo avrebbe dovuto darci subito a maggio i soldi per operare, quando fece il decreto per l'emergenza, i soldi per operare, le terapie intensive erano vuote e negli ospedali si poteva lavorare con la necessaria calma agli ampliamenti. Noi siamo stati persino criticati dalla sinistra per aver realizzato in tempi record e con risparmio di denaro pubblico l'ospedale Covid a Pescara. Nel frattempo il governo sembrava interessarsi solo alle discoteche, ai banchi a rotelle per le scuole, peraltro arrivati a scuole ormai chiuse, e ai bonus per il monopattino”.
Per l’Abruzzo ci si aspettano momenti duri. “Serve che tutti rispettino le regole”
Concludendo, a Marsilio viene domandato quale sia lo stato di salute della Regione Abruzzo nella lotta contro il Covid-19. Recentemente l’Abruzzo è stato fatto diventare zona arancione, motivo per cui il Presidente ritiene che lui e i suoi corregionali si trovino in una “situazione difficile, uno scenario di allarme”. Marsilio accusa direttamente l’amministrazione precedente, guidata da Luciano D’Alfonso, del PD, colpevole di aver attuato numerosi tagli e soppressione di servizi sanitari. “La capacità di resistenza del nostro sistema sanitario trova dei limiti nel fatto che le opere che avevamo programmato e inserito nel piano non abbiamo potuto realizzarle”. “Noi ce la stiamo mettendo tutta - continua il Presidente di Regione - anche a costo di forzare le procedure, ma dobbiamo necessariamente auspicare che la crescita dei contagi rallenti e a tal proposito invito tutti ad attenersi al rispetto delle regole”.