Governo, spunta il piano anti-Covid: liberi per Natale, ma a metà gennaio si richiude tutto. Rumors
Svelato quello che potrebbe essere il piano del Governo Conte per i mesi a venire. Libertà a ridosso del Natale, per poi procedere a nuove chiusure e restrizioni al fine di garantire una diminuzione dei casi
Secondo quanto trapela da fonti governative, intorno al ponte dell’Immacolata saranno rimossi i divieti e consentita la riapertura delle varie attività commerciali. Questo per dare un po’ di svago agli italiani, garantendo un Natale senza allarme Covid. Il piano, rivelato dal quotidiano Libero, prevede poi che intorno alla metà di gennaio si faccia una nuova marcia indietro, tornando a chiudere tutto per lottare contro la diffusione del virus.
L’indiscrezione, riportata a Libero da un misterioso capo di gabinetto, sembrerebbe rivelare l’approccio scelto dal Governo Conte in questa fase di contenimento della pandemia.
La seconda ondata è stata causata da una marea di errori del Governo e delle Regioni
Ormai è chiaro che questa seconda ondata, tanto quanto la prima, ha preso tutti di sorpresa. La cosa grave di ciò che è successo da metà ottobre in avanti, però, è che l’esperienza dei mesi primaverili avrebbe dovuto permettere al Governo di arrivare preparato al secondo round contro il virus. Durante l’estate, sia il Governo che le Regioni hanno giocato a fare le cicale, crogiolandosi nell’idea di aver sconfitto la pandemia. In molti avevano però preannunciato un consistente aumento dei contagi nel periodo autunnale, motivo per cui oggi ci si domanda su quali basi il Governo si sia mosso fino a questo momento.
Secondo la fonte riportata da Libero: "Nei ministeri tanti hanno abbassato la guardia, pensando che fosse finita. Sarebbe stato necessario usare luglio e agosto per prepararsi al peggio, non per andare al mare". L’accusa è che i report scientifici di Palazzo Chigi fossero molto diversi rispetto a quelli fatti circolare nelle conferenze stampa, e che tutta una serie di libertà concesse durante l’estate sia costata carissimo in termini di diffusione del contagio. Un esempio riguarda la decisione delle Regioni di procedere alla riapertura delle discoteche tra luglio e agosto.
La non chiara interazione tra Governo e Cts. Scontro anche sull’interazione con le Regioni
Sotto accusa è finito l’organo, creato dal Governo a inizio pandemia, denominato Comitato tecnico scientifico. Sono in molti a chiedersi quale sia il vero ruolo del team di esperti chiamato da Conte a sorvegliare l’andamento del contagio. Vista anche la natura stessa del Comitato, formato da diversi accademici, i pareri risultano essere molto spesso contrastanti, non rendendo chiari i mezzi e gli obiettivi prefissati dal Governo. Tra l’altro, non è ben chiaro fino a che punto Conte e i ministri si rifacciano al parere degli esperti, rendendo il tutto ancora più confusionario.
Anche la gestione dell’interazione con le Regioni è stata al centro delle polemiche. "La pandemia viene gestita con i soliti schemi della lotta politica. Governatori contro governo. Sindaci contro governatori. Pezzi di maggioranza contro la maggioranza. Pezzi di opposizione contro l'opposizione" sostiene la fonte di Libero. Critiche anche per la modalità con cui ci si è approcciati alla stesura dei Dpcm. L’accusa è che questi vengano scritti sempre a Palazzo Chigi, sotto la dettatura di Conte.
Il Premier, sotto accusa da ogni fronte, cerca in ogni modo un appoggio politico. La guerra con le Regioni sembra essere dunque motivata proprio dalla necessità di non attirare nuove critiche e antipatie. In questo senso va letta anche l’apertura del Governo verso le opposizioni, considerata “necessaria e obbligata su sollecitazione ormai quotidiana del capo dello Stato”.