Nuove Regioni pronte a 'cambiare colore', il sospetto: 'Quelle di centrosinistra aperte e quelle di centrodestra chiuse...'

I dati dell'emergenza coronavirus scatenano lo scontro tra giallorossi e governatori. Un sospetto inquietante si fa largo nelle discussioni: "Le regioni di centrosinistra aperte e quelle di centrodestra chiuse...".

Il ministro della Salute Roberto Speranza proprio in queste ore si è detto pronto a introdurre misure più restrittive per le Regioni attualmente in zona gialla, ma che stanno mostrando un peggioramento del quadro epidemiologico.

La svolta nella direzione di una maggiore chiusura potrebbe venir presa già oggi proprio dal Ministero della Salute per dare altre restrizioni nei territori dove il livello di rischio è più alto rispetto alla media nazionale, imponendo così ai cittadini misure più rigide per contenere la diffusione del Coronovirus. Per ora sembra che siano sei le Regioni in bilico e che potrebbero presto 'cambiare colore': Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria, Toscana e Veneto.

L'Alto Adige nel frattempo è già entrato a far parte della 'zona rossa' di sua iniziativa. Il governatore Arno Kompatscher ha spiegato che la scelta è stata ritenuta obbligata a causa del costante aumento dei casi di positività. Lo scontro tra Stato e le Regioni rimane serrato e il punto di maggiore discussione rimane quello che i riguarda la comunicazione dei dati: sembra infatti che questi vengano comunicati con ritardo e spesso risultino essere incompleti.

Oggi pomeriggio però sarà tempo di decisioni: la riunione del Cts è prevista alle ore 15 a Roma per la discussione e la ratifica finale.

Nuove Regioni pronte a 'cambiare colore': il sospetto sul Governo

A seguito delle misure dell'ultimo dpcm, entrato in vigore venerdì 6 novembre un sospetto a dir poco inquietante è stato sollevato da Antonio Tajani, eurodeputato di ForzaItalia. Tajani si dice poco convinto della valutazione sulla Campania e solleva un dubbio: "Le regioni di centrosinistra aperte e quelle di centrodestra chiuse... Gli interessi economici e i diritti sono uguali per tutti".

Il governo chiaramente respinge ogni accusa, con il ministro della Salute Speranza che sottolinea: "I dati sono pubblici. Il percorso è condiviso con le Regioni". Anche il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, come riporta il Corriere della Sera, pretende rispetto verso il sistema di monitoraggio condiviso da ormai 24 settimane: "Dobbiamo credere nel rigore e nell’attenzione di coloro che ogni settimana ci rappresentano i dati. La politica deve prendere decisioni spesso scomode".