Coronavirus, ecco la genesi del 'piano segreto: prima task force anti-Covid a gennaio'

Fino ad oggi non è mai stata fatta chiarezza sul piano segreto del Governo per rispondere al Covid-19. Le domande sul documento e il ruolo dei vari attori, da Borrelli al Ministro Speranza fino al Cts

La storia del piano anti-Covid, tenuto segreto dal Ministro della Salute Roberto Speranza e dal Governo prende sempre più forma. Una ricostruzione de ilGiornale.it mette in luce gli eventi intercorsi tra la fine di gennaio, quando il piano venne redatto, e l'inizio del lockdown, quando si decise di implementarlo. 

Risale al 22 gennaio la creazione della prima task-force anti-Covid 

È verso la fine di gennaio, precisamente il 22, che Speranza decide di creare un task force che si occupi di iniziare a tenere sotto controllo l’evoluzione del Covid-19 in Italia. A quel tempo, il virus aveva iniziato a diffondersi in maniera abbastanza preoccupante principalmente in Asia, lasciando il Governo e il Paese intero in una situazione di apparente tranquillità. “Tutto andrà bene” affermò Speranza, “il nostro Sistema sanitario nazionale (SSN) è dotato di professionalità, competenze ed esigenze adeguate ad affrontare ogni evenienza”. Alla prima riunione della task-force anti-Covid partecipano un po’ tutti, dall’Istituto superiore di sanità (ISS), ai Carabinieri del NAS, dall’Agenzia del farmaco ad esponenti dello Spallanzani di Roma. 

Dai lavori della task-force emerge subito una questione: l’Italia è priva di un piano pandemico aggiornato che sarebbe in grado di contenere i danni causati dal sopraggiungere dell’epidemia del nuovo coronavirus. Viene quindi redatto uno studio che si occupi di stabilire i possibili scenari dell’epidemia e l’eventuale impatto sul sistema ospedaliero. Questo studio, rafforzato dal rapporto Merler, convinto che il virus potesse arrivare in Italia creando disastri, fortificano le convinzioni in seno alla task-force della necessità di preparare un piano da applicare in caso di arrivo del Covid. 

Borrelli viene nominato commissario straordinario e si forma il Cts

Il 31 gennaio due turisti cinesi in vacanza in Italia risultano essere i primi soggetti positivi al nuovo Coronavirus sul territorio nazionale. Scatta lo stato d’emergenza e Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, viene nominato commissario straordinario. Al Ministero della Salute ci si interroga sul perché questo ruolo non sia stato dato a loro, essendo competenti in materia. 3 giorni dopo, il Governo provvede alla creazione del Comitato tecnico scientifico (Cts), ovvero l’organo che guiderà le scelte del Governo per i mesi a venire. Il Cts sarà formato principalmente dai membri della precedente task-force creata da Speranza. Secondo la ricostruzione de ilGiornale.it, è in questi giorni che si perde traccia del “piano segreto”. L’unica cosa certa è che la responsabilità di preparare il paese agli effetti dell’epidemia passa nelle mani del Cts. 

Quando Stefano Merler, autore del rapporto menzionato precedentemente, verrà invitato ad esporre le sue previsioni davanti al Cts, è il 12 febbraio. Dopo la relazione di Merler, il Cts decide di dare mandato a un gruppo interno per lavorare a una prima proposta di un piano operativo che sia in grado di rispondere ai diversi scenari che si potrebbero presentare da lì a poche settimane. È la nascita del piano operativo, che in seguito verrà derubricato a semplice analisi. A questo punto la situazione si infittisce, e le varie ricostruzioni non sono in grado di far combaciare le date sull’eventuale approvazione del Piano. Il 2 di marzo, la proposta torna sul tavolo del Cts per la sua approvazione finale e definitiva, firmato da tutti coloro che hanno contribuito alla sua redazione. Il piano sarà poi aggiornato due volte, il 4 e il 9 marzo, rimanendo però segreto sia ai cittadini che alle Regioni, per non “suscitare il panico nella popolazione” come verrà poi dichiarato. 

Viene rivelata l’esistenza del piano segreto, poi volutamente insabbiato

Grazie all’involontaria dichiarazione di Andrea Urbani, ad aprile verrà svelata l’esistenza del “piano segreto”, creando un polverone politico tra il Governo e le Regioni. Speranza si è poi impegnato a derubricare il tutto a una semplice analisi, priva di importanza. Da qui in avanti, si sono verificati una miriade di eventi che mostrano come Speranza e il Governo abbiano cercato di insabbiare la questione del “piano segreto”, aumentando in questa maniera le domande e le perplessità. Perché non renderlo pubblico? Cosa contiene il piano di così segreto da non poter essere desecretato nemmeno dopo così tanti mesi? 

Intanto, i parenti delle vittime di Bergamo hanno formalmente richiesto la totale desecretazione dei documenti, evento che dunque potrebbe succedere a breve, chiarendo una volta per tutte il contenuto dei materiali che hanno guidato l’azione del Governo.