Nuovo Dpcm, Sindaci contro Governo su chiusure: 'Siamo neri'
Da Gori a De Magistris, i sindaci di tutta Italia protestano contro il nuovo Dpcm: "Inaccettabile, Conte sia più chiaro"
"Noi sindaci siamo neri": così esordisce Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, che poi prosegue: "Abbiamo conversato tutta la notte sulla nostra chat". De Magistris spiega ai microfoni di Radio Cusano lo stato d'animo dei primi cittadini d'Italia dopo il nuovo Dpcm firmato e pubblicato ieri in tarda serata sul sito di Palazzo Chigi.
"Il Dpcm mi sembra complessivamente equilibrato, ma potrebbe essere l’inizio di un’escalation. Molto deludente il primo impatto del Presidente: dopo 9 mesi di pandemia ascoltare un premier che scarica la responsabilità su chi sta combattendo a mani nude, l’ho visto come un segno o di scarsa sensibilità o di resa" attacca De Magistris. "Conte dice che noi sindaci possiamo chiudere le piazze, le vie dalle 21, come se avessimo le risorse per farlo. Se un generale arroccato nel suo palazzo non si rende conto che i soldati sono allo stremo, senza armi, senza munizioni, un po’ di preoccupazione ci sta” prosegue il primo cittadino napoletano, a nome di molti sindaci d'Italia.
"Non posso credere che si sia deliberatamente e dall’alto, senza consultare sul punto i sindaci d’Italia, scelto di scaricare su di noi una decisione non praticabile", continua il sindaco di Napoli. "L’effetto delle parole pronunciate dal presidente del Consiglio davanti a milioni di italiane e italiani sarà quello di lasciare ancora una volta i sindaci con il cerino in mano" prosegue. Poi De Magistris attacca: "Lo Stato sceglie di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto, in tante parti del Paese, per rafforzare la rete territoriale di sanità pubblica". Infine l'appello rivolto al premier: "Presidente Conte corregga il tiro, faccia il generale che sta vicino ai soldati che combattono sulla prima linea con pochi viveri e poche armi e che cercano, ogni giorno, di arginare epidemia sociale, economica e lavorativa e contenere l’avanzata del contagio criminale" conclude de Magistris.
Dello stesso pensiero anche Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci che su Radio Capital parla così: "Il governo ha voluto scaricare la responsabilità del coprifuoco sui sindaci: non è possibile che siano i sindaci a chiudere le piazze e le vie della movida. I sindaci non possono controllare: per questo abbiamo preteso che sparisse dal testo del Dpcm la parola sindaco”. E prosegue: "Se non possono esserci controlli, la norma è priva di senso. È stata commessa una scorrettezza istituzionale, non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile. Si incontrano i ministri con i presidenti di regione e decidono in autonomia. Il governo decide senza tener conto delle esigenze locali”.
"Riunioni fiume tra sabato e domenica e nessuno ha sollevato questo tema delle ordinanze di chiusura di alcune zone limitate delle città. Abbiamo ricevuto una bozza, abbiamo scoperto che c'era questo tema dei sindaci, abbiamo detto che era inapplicabile, ci poi stato assicurato che non c'era: poi abbiamo visto la tv" tuona il sindaco di Bari. "Non possiamo accendere la tv e trovare il premier che dice che i sindaci devono fare il coprifuoco nelle città quando per due giorni nessuno ha parlato di queste ordinanze" tuona Decaro, che si domanda:" Ho già scritto al prefetto per convocare il comitato per l'ordine e la sicurezza, ma chi deve fare i controlli?"
Sulla stessa linea anche Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, che asserisce: "Per chiudere una piazza con cinque vie d’accesso servono almeno 10 agenti. Chi li ha? Poi però - dice il Dpdm - bisogna consentire l’accesso agli esercizi commerciali e alle abitazioni. Come si controlla? E se la gente si sposta e si assembra nella via accanto?" attacca il primo cittadino bergamasco: "Inapplicabile". Gori fa anche notare in un post su Twitter che è stato tolto il riferimento esplicito ai Sindaci presente invece nella bozza del decreto, ma aggiunge: "Non si dice a chi competerebbero quelle misure: se ai Sindaci, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione. Né con quali mezzi si possano attuare".