Coronavirus, deputati in quarantena: Camere a rischio paralisi. Parlamento in Smartworking? LA PROPOSTA
Per evitare la paralisi della Camere, pronta una modifica regolamentare che permetta a deputati e senatori di seguire i lavori parlamentari da remoto. Contrario il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il quale tuttavia sostenga la necessità di trovare una soluzione nel breve periodo.
Il Parlamento rischia di finire in stallo. Questo a causa dell’elevato numero di parlamentari finiti in regime di quarantena dovuto all’applicazione dei protocolli anti-Covid. Oggi erano 28 i deputati costretti a rimanere a casa, negli scorsi giorni la soglia ha toccato i 40, costringendo tra le altre cose a rinviare il Consiglio dei Ministri che avrebbe dovuto portare all’implementazione del nuovo DPCM.
Per ovviare a questo problema, già 105 sono state le firme per cambiare il regolamento, permettendo ai membri di Camera e Senato di partecipare da remoto ai lavori parlamentari. Secondo Stefano Ceccanti, promotore della riforma e deputato in forza al PD: “la proposta che abbiamo sottoscritto serve a velocizzare un dibattito e una decisione responsabile”. Questo perché, sempre secondo Ceccanti, c’è il rischio di andare incontro ad un grave squilibrio istituzionale, di cui risentirebbe soprattutto il confronto interno alle forze parlamentari.
Anche il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, si è espresso sulla vicenda: “io sono contrario al voto a distanza perché le deliberazioni in Parlamento sono anche frutto di confronti e scambi d’opinione in presenza”, nonostante ciò, “credo però vada fatta una riflessione per evitare di paralizzare il Parlamento”. Da segnalare è il fatto che, a differenza del Governo, le cui procedure risultano essere molto più informali, il Parlamento rischia di andare in contro a una fase di immobilismo, dettata dalla mancanza del numero legale di partecipanti alle varie sedute.
Visto il periodo di emergenza sul territorio nazionale, il normale funzionamento delle Camere è di necessaria importanza. Molte sono infatti le riforme che devono essere approvate prima della fine dell’anno, dalla nota di aggiornamento al Def alla legge di bilancio, fino alla nuova legge elettorale.
Ieri anche il Premier Giuseppe Conte si è espresso sulla vicenda, mettendo in luce le criticità che potrebbero presentarsi nel momento in cui il contagio dovesse proseguire anche all’interno delle mura del Parlamento. Gli eventuali impedimenti potrebbero oltretutto causare il non raggiungimento dei quorum richiesti dalla Costituzione per l’approvazione di alcune misure come quella sull’autorizzazione al debito (articolo 81) e quella sulla revisione costituzionale (articolo 138).
Ecco quindi che nei prossimi mesi ci si aspetta di vedere un Parlamento con meno presenze fisiche e più virtuali.