Nuovo decreto Immigrazione e Sicurezza al via: ecco che cosa cambia
Dai permessi di soggiorno convertibili al "Daspo urbano": le novità introdotte dal nuovo Decreto Sicurezza e Immigrazione. Il via libera del Consiglio dei ministri
In arrivo un nuovo decreto immigrazione e sicurezza, che sostituisce così i decreti varati dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Su proposta del premier Conte e del Ministro dell’interno Lamorgese, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che propone misure urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifica agli articoli 131-bis e 588 del codice penale, ma anche controlli più stringenti riguardo al divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento e di contrasto all’utilizzo distorto del web.
Il nuovo decreto presenta modifiche rispetto a quello vigente anche in materia di requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno per esigenze di protezione del cittadino straniero, di limiti all’ingresso e transito di unità navali in acque territoriali italiane e di inapplicabilità della causa di non punibilità per “particolare tenuità del fatto” ad alcune fattispecie di reato.
A proposito della protezione internazionale degli stranieri, la normativa vigente prevede il divieto di espulsione e respingimento nel caso in cui il rimpatrio determini, per l’interessato, il rischio di tortura. Con il nuovo provvedimento si aggiunge anche il rischio che lo straniero venga sottoposto a trattamenti disumani o degradanti e quindi, in questi casi, viene vietata l'espulsione. Si prevede inoltre il rilascio del permesso di soggiorno per "protezione speciale".
Proprio riguardo ai permessi di soggiorno, il nuovo decreto stabilisce che sarà possibile convertire quelli rilasciati per altre ragioni in permessi di lavoro. A questi permessi convertibili si aggiungono quelli di protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro di tipo artistico, motivi religiosi e assistenza ai minori.
Per tutti coloro che richiedono protezione internazionale, il nuovo decreto porterà alla creazione del “Sistema di accoglienza e integrazione”. Sistema che si articolerà in due livelli: il primo riservato ai richiedenti protezione internazionale, il secondo a chi ne è già titolare, con l'aggiunta di servizi finalizzati all'integrazione. Le attività di prima assistenza rimarranno invece sempre nei centri governativi ordinari e straordinari.
Il nuovo decreto tratta anche le sanzioni relative al divieto di transito delle navi nel mare territoriale: prevede che, nel caso in cui siano violate le norme sul traffico dei migranti in mare, venga adottato il divieto di concerto con il Ministro della Difesa e con il Ministro delle Infrastrutture, dopo aver informato adeguatamente il Presidente del Consiglio. Per quanto riguarda le operazioni di soccorso invece, la disciplina di divieto non si applicherà nel caso in cui vi sia stata la comunicazione al centro di coordinamento ed allo Stato di bandiera e siano rispettate le indicazioni della competente autorità per la ricerca ed il soccorso in mare. In caso di violazione delle norme, è prevista la reclusione fino a due anni e una multa da 10.000 a 50.000 euro.
Nuovo decreto sicurezza: Daspo contro la movida violenta
Il provvedimento presenta anche nuove norme riguardo ai dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica. Sono implementate le misure del divieto di ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico trattenimento, insieme alle misure di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web.
Si parla del cosiddetto "Daspo urbano", una misura di controllo, che prevede anche la possibilità - per il Questore -di vietare l'accesso nei locali pubblici a soggetti che abbiano riportato almeno una denuncia o una condanna non definitiva, negli ultimi tre anni, per vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope. In caso di violazione, si rischia la reclusione da sei mesi a due anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro. Inoltre, si utilizzerà la tecnica dell'oscuramento di tutti quei siti utilizzati per la commissione di reati in materia di stupefacenti.
Controllati anche i soggetti coinvolti in risse: qualora qualcuno resti ucciso o riporti lesioni personali, la sola partecipazione alla stessa sarà punibile con la reclusione da sei mesi a sei anni.
Infine, per chi introduce o detiene all’interno di istituti penitenziari telefoni cellulari, il nuovo decreto prevede un rafforzamento delle sanzioni. Particolare attenzione nei confronti dei detenuti sottoposti alle restrizioni di cui all’articolo 41-bis della legge n. 354 del 1975.