Cossiga, Mattarella: 'Sua testimonianza patrimonio democratico da trasmettere'

"La sua testimonianza umana e civile, gli ideali maturati fin dalla gioventù, sono parte di quel patrimonio democratico comune che siamo chiamati a trasmettere alle generazioni più giovani". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in in occasione del decimo anniversario della scomparsa di Francesco Cossiga, "eletto alla più alta magistratura della Repubblica il 24 giugno 1985, chiamato a svolgere il proprio mandato in una stagione di grandi cambiamenti degli equilibri internazionali e di profonde trasformazioni nella vita civile, economica, sociale del nostro Paese".

"Era animato da una grande passione civile - aggiunge il Capo dello Stato parlando di Cossiga - da una fede robusta rispettosa del principio di laicità dello Stato, da una vasta cultura che lui seppe sviluppare negli studi, nell’università. Iniziò molto giovane la militanza politica, avendo maturato una sensibilità antifascista nell’ambiente familiare. Pur assumendo in giovane età responsabilità nel partito della Democrazia Cristiana – e divenendo presto consigliere comunale e deputato – intraprese la carriera accademica come docente di diritto costituzionale. Aveva a cuore i temi dell’autonomia regionale, dell’ammodernamento della Pubblica amministrazione, dell’equilibrio tra gli organi e i poteri dello Stato, mentre la società accelerava la sua trasformazione".

"Da Parlamentare e da uomo di governo - prosegue Mattarella nel suo messaggio - si dedicò con grande cura all’ordinamento e al funzionamento dei servizi di informazione e di sicurezza. Atlantista convinto ed europeista sincero, Cossiga ha operato con determinazione affinché l’Italia potesse svolgere un ruolo di primo piano nell’alleanza occidentale, nel dialogo mediterraneo, nella cooperazione internazionale. Tenendo ferma questa prospettiva, si è impegnato per accorciare le distanze che dividevano i partiti italiani sulla politica estera".

Dopo il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro e della sua scorta "fu chiamato poi a nuove responsabilità - ricorda ancora il Capo dello Stato - prima alla guida del Governo, poi alla Presidenza del Senato. Durante il suo mandato di Presidente della Repubblica, la caduta del Muro di Berlino e i cambiamenti nell’Europa dell’est aprirono una nuova stagione, mutando radicalmente gli equilibri seguiti agli esiti della Seconda guerra mondiale. Cossiga comprese senza ritardi che le trasformazioni avrebbero coinvolto il nostro Paese, ponendo sfide inedite alle istituzioni, alle forze democratiche, all’intera società civile. Già nel discorso di insediamento, pronunciato davanti alle Camere riunite, aveva associato la parola 'speranza' con un 'invito alla comune costruzione del nuovo'. Il messaggio alle Camere sulle riforme costituzionali fu, nella sostanza, l’atto conclusivo del settennato, nei mesi in cui lui stesso ingaggiò un confronto, talvolta aspro, con esponenti del Parlamento e dei partiti".