L’eliminazione di Sinner (e Djokovic), e se, come un tempo, nel tennis non ci fossero le teste di serie?

Con una riflessione più generale quanto ai confronti tra risultati individuali nei differenti sport epoca contro epoca

Il Mille (tanti sono i punti in classifica attribuiti al vincitore) tennistico di Monte Carlo volge al termine.
Nell’atto conclusivo che si gioca nel pomeriggio non si affronteranno, come voleva il pronostico e come programmato, Novak Djokovic e Jannik Sinner, i due più forti e quotati tennisti al momento, eliminati ieri nelle due semifinali.
Come programmato, ho scritto, perché con l’adozione oramai abbastanza antica delle teste di serie, collocando nel tabellone opportunamente e secondo classificazione i giocatori, si evita - tale la loro funzione - che i teoricamente più forti si incontrino prima delle fasi terminali del cimento.
Potrebbe altrimenti accadere, ove affidati gli organizzatori solamente al sorteggio, che i più accreditati ed attesi si affrontino se non subito, presto, venendo ad ogni turno uno dei due escluso e favorendo il prosieguo del torneo di altri in verità meno capaci.
Il sistema è adottato al di là del tennis che lo ha in qualche modo inventato.
Anche da non poi moltissimi anni dalla scherma.
Cito in particolare questa nobile disciplina perché una quindicina di anni orsono fu ospite di un mio Salotto un davvero grande schermidore del passato, olimpionico e mondiale.
Ebbe nel corso della conferenza il comunque plurimedagliato a lamentare il fatto di essersi ai tempi battuto senza l’individuazione delle predette teste di serie, cosa invece non accaduta nei decenni più recenti, venendo quindi a noi, per dire, alle schermitrici ricchissime di vittorie e medaglie (evito di farne i nomi) che ben conosciamo.
Insomma, se il primo (la prima) e il secondo (la seconda) in classifica - così gli altri (le altre) migliori - sono difesi (difese) dalla collocazione nel tabellone non sarà mai possibile un loro scontro se non in finale mentre in precedenza (e domani, se si tornasse all’antico) accadeva eccome.
Il citato mio ospite, insomma, sottolineava le più agevolate condizioni torneali di quanti vincenti di recente, sostenendo argomentatamente che i confronti fondati sui risultati ottenuti non fossero corretti.
Così in verità, sempre quando in una disciplina sportiva cambiano le regole.
Si guardi al basket, per esempio.
Nelle graduatorie dei massimi realizzatori non si tiene conto del fatto che fino al 1984 a livello internazionale, salvo specificità non significative, non esisteva il tiro da tre punti.
Ci si potrebbe chiedere quanto più avanti nelle classifiche dei tiratori andrebbero messi i davvero grandi che nei palazzetti si cimentavano prima ma sarebbe un ragionamento infine sbagliato.
Decisamente più giusto tenere distinto il prima e il dopo.

Dando un’occhiata al volgarissimo calcio.
Le presenze in campo, avanti l’introduzione delle sostituzioni a partita in corso, narravano di novanta minuti giocati in ogni occasione.
Oggi non da oggi, si considerano anche e perfino (si pensi alle fasi finali e ai cambi tattici attuati per spezzare il ritmo ai rivali) i pochi secondi.
Le graduatorie specifiche sono pertanto falsissime!