Penalizzazione Juventus, le motivazioni del -15: "Illecito grave, ripetuto e prolungato"
La Corte d'appello della Figc spiega la sentenza: "Intercettazioni ntiinequivoche e ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture"
La Corte d'Appello della Figc ha rilasciato le motivazioni del -15 inflitto alla Juventus in classifica dopo la sentenza di qualche giorno fa. Il club bianconero "ha commesso un illecito disciplinare sportivo, tenuto conto della gravità e della natura ripetuta e prolungata della violazione. La Juventus ha commesso l'illecito, "vista la documentazione proveniente dai dirigenti" del club "con valenza confessoria e dai relativi manoscritti, le intercettazioni inequivoche e le ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture". Il club ha ora trenta giorni di tempo per fare ricorso al Collegio di garanzia.
Penalizzazione Juventus, le motivazioni della Corte d'Appello sul -15
Per il club bianconero la La Procura della Federcalcio aveva chiesto 9 punti di penalizzazione, poi sfociati in 15 e che vedono la Juventus ora al tredicesimo posto con 22 punti. "Per quanto riguarda la sanzione - proseguono le motivazioni -, la Corte ha tenuto conto della particolare gravità e della natura ripetuta e prolungata della violazione e della stessa intensità e diffusione di consapevolezza della situazione nei colloqui tra i dirigenti della FC Juventus S.p.A".
Bilanci Juventus "non attendibili, competizione falsata"
"I bilanci della FC Juventus S.p.A. (cui Consob si riferisce) semplicemente non sono attendibili" spiegano i giudici e questo ha effetto sulla competizione sportiva anche aldilà dell’entità economica degli scambi. "Scopo del processo sportivo non è giungere ad una determinazione numerica esatta dell’ammontare delle plusvalenze fittizie, bensì individuare se un fenomeno di tale natura vi sia effettivamente stato, se esso sia quindi sussumibile sotto la fattispecie dell’illecito disciplinare sportivo e, infine, se esso possa essere considerato sistematico - cioè riferito a più operazioni e più annualità - come contestato dalla Procura federale. La documentazione acquisita dalla Procura federale, direttamente proveniente dai dirigenti della società con valenza confessoria, le intercettazioni anch’esse inequivoche, sia atomisticamente considerate che nel loro complesso, i riscontri ulteriori formati dalla contrattualistica volta a regolare un effetto concreto di permuta non manifestato all’esterno, e le ulteriori evidenze relative ad interventi di nascondimento di documentazione (caso Pjanic) o addirittura manipolatori delle fatture (caso Olympique De Marseille) costituiscono un quadro fattuale che assorbe ogni altra considerazione”.
Questo il motivo principale per cui si è andati oltre i 9 punti di penalizzazione. "Tutte queste considerazioni portano dunque ad una sanzione che deve essere proporzionata anche all’inevitabile alterazione del risultato sportivo che ne è conseguita tentando di rimediare ad una tale alterazione, così come deve essere proporzionata al mancato rispetto dei principi di corretta gestione che lo stesso Statuto della Figc impone quale clausola di carattere generale in capo alle società sportive (art. 19)".
Processo plusvalenze riaperto per "mole di documenti che evidenziano l'intenzionalità"
La Corte di appello federale della Figc ha ammesso la richiesta della Procura di revocazione, è spiegato nelle motivazioni del processo plusvalenze per la Juventus, "di fronte ad un quadro dei fatti radicalmente diverso per l'impressionante mole di documenti giunti dalla Procura della Repubblica di Torino che ha evidenziato l'intenzionalità sottostante all'alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori".
Plusvalenze bis, c'è solo la Juventus. "Per altri club non sussistono evidenze"
La riapertura del processo sportivo per le plusvalenze vede coinvolta solo la Juventus. Le motivazioni della sentenza sono le seguenti: "Non sussistono evidenze dimostrative specifiche per le altre società". Per i giudici sportivi "nei fatti nuovi sopravvenuti non sussistono evidenze dimostrative specifiche che consentano di sostenere l'accusa e tanto meno appare possibile sostenere che vi sia stata una sistematica alterazione di più bilanci".