Vialli lascia la Nazionale per curare il tumore: "Devo superare questa fase della malattia"
"Sospendo, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali". Gianluca Vialli continua la sua battaglia contro la malattia con la speranza di tornare presto dalla famiglia degli Azzurri
Gianluca Vialli lascia il suo ruolo da capo delegazione della Nazionale. Lo ha annunciato lui stesso, che da anni lotta contro un tumore al pancreas, diagnosticato nel 2017. "Al termine di una lunga e difficoltosa 'trattativa' con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri". "L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio".
Vialli lascia la Nazionale per curare il tumore al pancreas
Gianluca Vialli, che ha assunto il ruolo di capo delegazione degli Azzurri nel novembre 2019 al posto di Gigi Riva, ha annunciato oggi la sua assenza in occasione delle prossime gare della Nazionale, attesa nel 2023 dall’inizio delle qualificazioni all’Europeo 2024.
Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha riservato parole di grande affetto e ammirazione: "Gianluca è un protagonista assoluto della Nazionale italiana e lo sarà anche in futuro. Grazie alla sua straordinaria forza d’animo, all’Azzurro e all’affetto di tutta la famiglia federale sono convinto tornerà presto. Può contare su ognuno di noi, perché siamo una squadra, dentro e fuori dal campo”.
Gianluca Vialli continua la sua battaglia contro la malattia
La battaglia di Vialli contro il tumore al pancreas che lo ha colpito nel 2017, dunque, continua. Una battaglia che Vialli ha portato avanti per anni, senza rinunciare a dare il proprio contributo alla causa dell'Italia: a Wembley, nel magico 11 luglio 2021 che laureava gli azzurri campioni d'Europa, c'era anche lui.
Un percorso faticoso, quello di portare aventi parallelamente la carriera lavorativa e il tentativo di guarigione dalla malattia, che ora sta prendendo il sopravvento e deve necessariamente essere curata al meglio, a costo di qualche rinuncia.