Djokovic, l’Australia fa dietrofront: riammesso agli Open di tennis dopo astensione vaccino Covid
Il campione serbo, lo scorso anno, era stato trattenuto al suo arrivo a Melbourne e poi espulso perché non vaccinato. Ora gli è stato concesso un visto
Novak Djokovic vince anche fuori dal campo. Il governo australiano ha annullato l’obbligo per i visitatori di vaccinarsi contro il Covid, dunque è caduto il divieto per il tennista serbo di entrare nel Paese. Il nuovo ministro dell’Immigrazione, Aussie Andrew Giles, gli ha concesso un visto annullando l’interdizione di tre anni che Djokovic avrebbe dovuto scontare. Il campione serbo, così, potrà partecipare agli Australian Open, il primo Slam del 2023, in programma dal 16 al 29 gennaio.
Djokovic, l’Australia fa dietrofront: riammesso agli Open di tennis dopo il caso vaccino Covid
Lo scorso anno Djokovic, che non si è mai vaccinato, era stato trattenuto al suo arrivo a Melbourne dalle autorità locali e poi espulso poco prima dell’inizio del torneo per aver tentato di entrare nel Paese con una esenzione medica, da non vaccinato contro il Covid. Fermato dall’ufficio Immigrazione, aveva trascorso alcuni giorni in un hotel per rifugiati prima di essere espulso, con un divieto di tre anni di entrare nel territorio australiano. Nella serata di ieri, lunedì 14 novembre, dopo la partita di esordio alle Nitto Atp Finals, vinta contro Stefanos Tsitsipas, l'ex numero uno al mondo aveva ammesso che la situazione era ancora in fase di discussione tra i suoi legali e l'ufficio immigrazione australiano ma poche ore fa è arrivata la notizia che il campione di 21 Slam aspettava da mesi. Nole potrà arrivare in doppia cifra a Melbourne, torneo vinto da lui già nove volte, e vincendo eguaglierebbe anche Rafa Nadal a quota 22 Slam.
Djokovic, l’Australia fa dietrofront: riammesso agli Open di tennis dopo il caso vaccino Covid
“Io mi sono espresso per la libertà di poter disporre del proprio corpo e subito sono stato tacciato di essere un no-vax, cosa che non sono”, ha detto Djokovic di recente. “Se non fai parte di un certo modo di pensare, diventi subito il cattivo. Non va bene. Non è possibile piacere a tutti, ma ormai il politicamente corretto ci costringe a rinunciare a esprimere con rispetto, senza odio, ma con libertà, le proprie idee”.