La nuova fiction di Rai1: "L'altro ispettore"; finalmente una bella novità ricca di originalità, grazia e pensiero

dimostrazione di come si possa produrre ancora serie di qualità che sappiano intrattenere ma pure veicolare dei valori

La prima puntata de' "L'altro ispettore" mi ha piacevolmente sorpreso per varie ragioni. In primo luogo l'assenza di toni sensazionalistici e il valore dell'equilibrio che permea tutta la vicenda e i rapporti narrativi. Uno storytelling semplice, naturale, verosimile, quasi dimesso e intimo, di cui oggi il pubblico ha bisogno per compensare l'eccesso di violenza dei film d'azione e i toni esasperati dei talk. Non solo: questa serie mi sembra innovativa anche nel casting dove troviamo una matura Francesca Inaudi e un protagonista che veicola valori di dolcezza, semplicità e garbo, oggi merce rara e in vitale controtendenza. Ottimo! Questa serie dimostra come si possa fare della narrazione interessante anche con toni sfumati e delicati, senza bisogno di esasperare la tensione conflittuale. Nell'orgia di fiction a base poliziesca o medicale ecco una "terza via" originale anche sociologicamente ed esteticamente raggiungendo una sintesi efficace fra romanzo e senso del reale, sia cronachistico che sentimentale. Così è la vita nella sua più frequente casistica: mezzi toni, sfumature, sospensioni, silenzi, tempo per riflettere e non solo adrenalina ed estremismo emotivo. Penso che questa serie in questo senso sia terapeutica oltre che veicolare ottimi valori etico-sociali proprio per la diligenza umanistica del protagonista quale ispettore del lavoro; una figura quasi dimenticata a livello mediatico eppure molto importante nella vita di tutti i giorni. Nella declinazione narrativa del contesto filmico del protagonista la sceneggiatura ha valorizzato con intelligenza la creatività e l'intellettualità della sua analisi critica delle situazioni; e in questo la narrazione diventa positivamente didattica ed esemplare. L'ispettore Todaro insegna un'ottima ermeneutica sociale, professionale e pragmatica, utile per tutti e specie per i più giovani: far fare le giuste domande porta già alla risposta cercata. Un bel segno di speranza.