20° Roma Film Fest, "Re-creation" con Jim Sheridan: 12 giurati votano sulla vita dell'imputato fortemente condizionati dalla propria
Il film del regista David Merriman esplora l'umanità, non solo quella a processo, ma soprattutto quella di ciascun membro di una giuria convocata per un caso di femminicidio; voto: 8
Il film con l'eccellente Jim Sheridan è a capo di una giuria convocata a decidere della colpevolezza e della vita di un accusato di omicidio, per la precisione femminicidio: l'apparente evidenza iniziale viene turbata da un unico membro della giuria, che pone delle domande, insinua dei dubbi, trova la falla nella ricostruzione a tavolino dei fatti, gettando tutti i giurati, uno dopo l'altro, nel mare dell'incertezza e nel buio delle loro anime e facendo venire a galla pregiudizi, condizionamenti, lutti mai elaborati.
Re-creation è un film della sezione Progressive Cinema alla 20° Festa del Cinema di Roma, direttrice artistica Paola Malanga (15 ottobre – 26 ottobre 2025).
TRAMA
Il 6 volte candidato all'Oscar Jim Sheridan e David Merriman hanno co-sceneggiato e co-diretto questo film di genere drammatico, l'ennesimo sui giurati, basato sulla storia vera dell'omicidio della regista francese Sophie Toscan du Plantier, nel 1996, trapiantando la trama in Irlanda.
L'imputato del reato è il giornalista Ian Bailey: se all'inizio quasi tutti i giurati sono convinti della sua totale colpevolezza, la situazione cambia radicalmente nel corso del tempo che hanno a disposizione per esprime un voto unanime. A cambiare le cose è che, in qualche modo, a "processo", vengono messe le vite dei giurati dai giurati stessi, oltre a quella dell'imputato.
NOTE DI REGIA
"Il mio film riguarda la possibilità di dare spazio al dubbio in una cultura che spesso giudica troppo in fretta - spiega Jim Sheridan - e ha a che fare con la capacità reale di ascolto dell'altro e di se stessi, oltre che delle prove".
Dal Press material della Festa del cinema 2025
RECENSIONE
Un film che rischiava l'inevitabile - infatti è una certezza più che un rischio diffuso - di essere paragonato a diversi altri lungometraggi su e con giurati, soprattutto se ambientati in corti americane. A noi italiani, in particolare, può venire in mente "La parola ai giurati", del quale è stata fatta anche una splendida rappresentazione teatrale. Fatto sta che, passato il pregiudizio iniziale, il film si dipana, con raffinato equilibrio e tensione appropriata, nei meandri dell'animo umano, con un coinvolgimento del pubblico, attento alle dinamiche fra i giurati, caratterizzate, anche, da momenti drammatici e scontri accesi. Il signor dubbio la fa da protagonista, come dovrebbe essere sempre, specie in situazioni delicate come il giudizio, con conseguenze, sulla vita di un uomo (o donna che sia), definendone la colpevolezza o, al contrario, la non colpevolezza. Uomini chiamati a giudicare uomini, i primi essendo essi stessi dotati di un passato e di un presente non necessariamente limpidi, né risolti, ma "solo" non tali da averli portati davanti a una corte pronta a incarcerare, anche con l'ergastolo (o peggio, in certi stati). Il film, insomma, indaga l'animo e la mente e il cuore degli esseri umani che vestono gli abiti di giurati, ma hanno lati oscuri, forti condizionamenti, dolori inesplorati che possono generare desiderio di vendetta e pregiudizi che potrebbero influenzare in modo aberrante e ingiusto la vita di una persona, senza che lo meriti per davvero. "Re-creation" è ispirato a un fatto vero, ma, più che riportarlo sul grande schermo, lo utilizza per provocare riflessioni, forse discussioni post-visione, sul sacrosanto tema della giustizia.
Diretto e interpretato magnificamente, è un film che potrebbe essere tramutato in opera teatrale - come già avvenuto per altri suoi simili - dove dialoghi, momenti, espressioni, interazioni fra gli attori, condotti da un fil rouge, quello della sapiente regia, sono la forza di "Re-creation", risultando eccellenti.
USCITA
Il film per ora, purtroppo, non si sa quando uscirà nelle sale. Voto: 8