VENEZIA 82, LATE FAME con WILLEM DAFOE: l'illusione di un successo e un basso rispetto generazionale
Il film di Kent Jones racconta e mostra le differenze, sottili o meno, fra una New York di ieri e quella di oggi, fra l'artista serio da gavetta e la fama veloce dei giovani odierni _ voto: 7
Willem Dafoe è stato due volte attore alla Biennale di quest'anno, in due film della sezione Orizzonti.
Uno sul dolore di un direttore d'albergo di fronte alla cessione del grand hotel che ha segnato la sua vita, dal titolo "The souffler"; l'altro, questo, sul senso e sul valore dell'arte e del suo artista fra la New York passata e quella attuale, in un confronto generazionale che può uccidere.
Late Fame è un film della sezione Orizzonti all' 82° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica diretta da Alberto Barbera (27 agosto – 6 settembre 2025).
TRAMA
Da un ufficio postale a un'inaspettata gloria fra i giovani: è ciò che accade a Ed Saxberger, dimenticato poeta newyorkese i cui scoperti ammiratori ventenni lo consacrano come un genio ritrovato. Fra i suoi fan, vi è anche la bella Gloria, le cui attenzioni entusiasmano Ed, inebriato da lei e dal suo fascino. Al protagonista accade, pian piano, di immergersi in un circolo poetico, per lui nuovo e autentico. Da sfondo, ma non solo, fa la città di New York con una concezione della stessa forse persa; i sentimenti che aleggiano nel film sono malinconia e disillusione, ma anche affetto.
Il protagonista, trasferitosi nel 1977 nella Grande Mela, aveva scritto un libro di poesie; in verità, fu l’unico volume di raccolta di poesie da lui mai scritto.
Quando uno dei citati neo-ammiratori gli chiede di entrare nel circolo letterario che condivide con i propri coetanei, il più agé Ed, inizialmente schivo poi sempre più affascinato dal ragazzo e dai suoi amici, accetta; l'obiettivo è uno scambio culturale, cui l'artista possa contribuire in maniera consistente.
Fra i suoi fan, c'è Gloria, una ragazza asiatica che fa la cantante, la scrittrice e tenta la via dell'attrice; nella sua bizzarria, forse è il personaggio più autentico, da cui il poeta si ritrova attratto.
I ragazzi sono di famiglie benestanti, abituate a dimore di lusso. Ed non ne resta indifferente, così come a colpirlo, negativamente, è la richiesta di alcuni di loro di scrivere un libro di memorie, le sue memorie (!?).
Alla fine, lo spettacolo che i ragazzi organizzano è, agli occhi di Ed, carente di quella dedizione al dettaglio, di quella cura per passione (vera!), di quell'amore che il protagonista ben conosce. Quando, nonostante tutto, Ed interpreta una sua poesia, con applausi scroscianti e meritati, ma, tuttavia, una persona del pubblico gli urla, parafrasando, "forza nonno!", lui si chiude in un dispiacere profondo. Infatti, deluso e mortificato, se ne va, abbandonando la festa che segue.
Dopo altri eventi, il poeta torna alla sua vita iniziale, fatta del suo lavoro e degli amici del bar, dai quali si era distaccato, forse illuso di potere ottenere una sorta di fama tardiva: magari si tratta di un'esistenza meno scintillante all'apparenza, però è reale, vera.
REGISTA
"Il film ha cominciato a prendere forma mentre leggevo la sceneggiatura di Samy (..) Riuscivo a vedere la New York di oggi e la New York che oggi è scomparsa, l’una delicatamente sovrapposta all’altra. E potevo percepire la presenza della poesia, eternamente fragile e, al suo meglio, eternamente libera".
(tratto da contenuto press material Venezia 82)
RECENSIONE
Il film è un adattamento dell'omonima novella di Arthur Schnitzler, pubblicata postuma. In origine, la storia era ambientata, dunque, in Austria.
In Late Fame, vi è il tema dell'illusione che diventa delusione o che, semplicemente, si rivela come tale, quale è sempre stata.
Vi è, anche, il tema del rispetto fra chi ha vita alle spalle ed esperienza con sè e chi si affaccia alla vita professionale e della sua mancanza:in quest'epoca, i giovanissimi spesso si relazionano con gli adulti manifestando una sicurezza in sè che tante volte sfocia in arroganza. Certo, la distanza fra la New York del passato, quella di un Ed giovane letterato, e quella presente, rappresentata dal nucleo di ragazzi del film, avvolti nel mondo del digitale, come immaginabile è grossa. Ma davvero stiamo andando verso una miglioria?
Tutto sommato, l'apprezzamento iniziale espressa dai giovani universitari è più un’idealizzazione che un'autentico riconoscimento nei confronti di Ed; peraltro, un'idealizzazione strumentale, della quale lui finisce per rendersi conto, finalizzata a solleticare la vanità dei ragazzi, ad accarezzarne l'ego.
Si ringrazia la psicologa Francesca Gallingani per il suo prezioso contributo alla narrazione del film in questo articolo e alla relativa recensione.
CONCLUSIONE
Il film arriverà in tutte le sale nel marzo 2026, a iniziare dalla Francia il 18. Voto: 7.
Santa gavetta! Si tende tanto a non imporla più e a non farne quasi, ma è l'unica a regalare, a chi la fa, tecnica, capacità, consapevolezza, visione, vera soddisfazione; alla faccia del successo rapido ed effimero che ti illude, sparandoti in alto, poi ti delude, con una caduta libera che può far molto male. In soldoni, se l'arte è autentica, la fama, che sia immediata o tardiva, come quella che Ed si illude di poter conquistare, può non esserlo; meglio saperlo.