VENEZIA 82, A PIES D'OEUVRE di Valérie Donzelli: la scrittura, una scelta libera a costo della miseria
Il delicato film francese entra con i guanti nella vita di un neo scrittore tardivo che, per amore della scrittura, combatte contro una società stereotipata e la mancanza di soldi_voto: 7,5
Arriva in punta di piedi, al Lido di Venezia, la versione cinematografica dell'omonimo romanzo di Franck Courtès À pied d’œuvre, letteralmente al lavoro. Arriva anche al cuore.
À pied d’œuvre è un film in concorso all' 82° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica diretta da Alberto Barbera (27 agosto – 6 settembre 2025).
TRAMA
Da sempre scrittore, Paul? No, dai suoi 42 anni.
Fino a quel momento, sembrerebbe su suggerimento paterno, il protagonista lavora, con successo, come fotografo freelance, guadagnando bene. Quando inizia a percorrere la strada professionale della scrittura, si imbatte nelle difficoltà della vita; così, con i lavoretti della c.d. gig economy, riesce, anche a discapito della sua salute e di una certa dignità sociale, a mantenersi, andando contro il parere e le valutazioni di amici e famiglia.
Sarà suo figlio, in una commovente telefonata con lui, a dirgli le parole che, a Paul, daranno la consapevolezza di avercela fatta, innanzitutto per sè e per la sua famiglia.
Il film è ispirato a una storia vera.
“Finire un testo non significa essere pubblicati, essere pubblicati non significa essere letti, essere letti non significa essere amati, essere amati non significa avere successo, e il successo non offre alcuna promessa di fortuna”.
REGISTA
"Questo film si interroga sul valore che diamo a una vita guidata da una passione silenziosa, poco spettacolare, ma inarrestabile: il bisogno di creare, qualunque cosa accada.
Così, in À pied d’œuvre, il protagonista si lascia alle spalle una vita agiata scivolando nella precarietà.
(tratto da contenuto press material Venezia 82)
RECENSIONE
Decisamente un bel prodotto cinematografico, che avrebbe un'ottima resa anche a teatro, laddove regia e interpretazione, specie quella del protagonista, troverebbero un terreno ancor più fertile.
Unico neo: il ritmo. Avrebbe potuto avere una marcia in più, avrebbe fatto salire il film di livello.
Opera intima e volutamente piccola, ma curata nel dettaglio; proprio nei dettagli sta paradossalmente la sua grandezza.
E' una storia, innanzitutto, umana che sfocia nel mondo professionale, particolarmente in quello artistico, che, come noto, è precario di regola.
Quando sei un artista e hai un minimo successo, anche solo un riconoscimento alla tua capacità o al tuo talento, tocchi il cielo con un dito; quando capita il contrario, il che è assai più frequente, o non raggiungi certi obiettivi, rischi il crollo psicoemotivo. Arrivare a definirsi l'artista che si è costituisce spesso già un traguardo fondamentale, determinante. Il film tocca da vicino questo aspetto e lo fa magnificamente.
Il tema principale è quello economico, ossia del mantenimento di sè e della propria famiglia, come per Paul, separato e padre di due ragazzi. Ma, appunto, dietro c'è molto di più.
Da vedere, adatto a tutti.
CONCLUSIONE
Il film arriverà nelle sale italiane il prossimo 21 gennaio 2026. Voto: 7,5.
Quando al protagonista viene chiesto se è disponibile per un piccolo lavoro, risponde di esserlo solo al pomeriggio e, al perché che segue, afferma con soddisfazione: di mattina scrivo, sono uno scrittore. Ma quella risposta è una conquista, frutto di sacrifici, ed è inspirational per il pubblico che lo sa ed è con lui.
Fonte/credits: RED_CARPET_-____PIED_D_____UVRE__AT_WORK__-_B._Bouillon__V._Donzelli__V._Ledoyen__Credits_J._S._La_Biennale_di_Venezia_-_Foto_ASAC-Press material, Biennale '25