Il film "Cento litri di birra": una produzione italo-finlandese. Una bella sorpresa!

Ovverossia come si possa essere eccessivi anche in una poetica dell'ordinario quotidiano

Un bel film estivo, fresco e aromatico come l'antica birra finlandese Sahti, la cui tecnica di produzione - d'origine medioevale - rappresenta il centro narrativo di quest'opera. Protagonista assoluta l'attrice finalndese Elina Knihtila, la cui "bellezza" non convenzionale e ricca di personalità convince pienamente lo spettatore realizzando una facile sospensione dell'incredulità. Un film che resta comunque corale ed esprime una Finlandia country ma priva di retorica folkloristica o nostalgica in quanto tutta incentrata in un nucleo narrativo che esprime un senso del reale quotidiano, prosaico, quasi banalmente remissivo-depressivo, ma in realtà ricco di un'intensa poeticità. Un film dove si beve birra dall'inizio alla fine rimanendo però nell'ambiguità della sua anima nordica e che può essere accostato ad una versione popolaresca dell'ottimo film danese "Un altro giro" (2020). Attraverso l'otium nordico di una Finlandia da sbadiglio questo piccolo gioiello selvatico resta felicemente in un crinale ambiguo di un'etica alcolica irrisolta. I toni paiono come sfumati ed i personaggi - principali come minoritari - non cascano mai nel clichè noioso oggi sempre riproposto del "bravo" e del "cattivo". Inaspettatamente ci pare di poter affermare che tal film "minore" celi e veicoli sottilmente la profondità dell'anima dionisiaca, bardica, e forse un tempo ellenica del Grande Nord. Un film da sorseggiare come la birra artigianale di cui è epica e rituale celebrazione.