Assane Diop di Zelig al GdI: “Gli italiani non sono razzisti, sono incazzati neri, io per primo sono demolito quando si parla di reati commessi da stranieri"

Assane Diop è il primo comico di origini senegalesi a essersi esibito sul palco di Zelig: “Claudio Bisio e Vanessa Incontrada mi hanno fatto sentire a mio agio. È stato un grande traguardo”; l'intervista a Il Giornale d'Italia

Il comico Assane Diop, nella serata di mercoledì 15 gennaio 2025, ha fatto la storia di Zelig, essendo stato il primo artista senegalese a calpestare il palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano. Sentito in esclusiva da Il Giornale d’Italia, ha raccontato la sua esperienza.

Da non confondere con l’omonimo nuovo Arsenio Lupin, interpretato da Omar Sy – che appunto nella popolare serie Netflix si chiamava Assane Diop – il comico ha iniziato la sua carriera in Italia nel 2018. Da prima si è lanciato sui social, Instagram, Facebook, YouTube, come molti nuovi talenti del panorama comico nazionale. Successivamente è stato a Le Iene nel 2022, Zelig Lab dal 2023, Striscia la Notizia nel 2024 e infine a Zelig in prima serata con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada nel 2025.

Come è stato esibirsi sul palco di Zelig?

Una forte emozione. Era una cosa che non avevo mai fatto, non in questi termini. Non mi ero mai trovato in un palco così importante, ed è stato un grande traguardo. Nonché un privilegio.

Con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada mi sono sentito subito a mio agio. Mi hanno preso sotto la loro ala, mi hanno dato sicurezza e aiutato a crescere. Se non fosse stato per loro, sarebbe stato tutto molto più difficile. Sono due grandi professionisti.

Devo dire anche che fare comicità in una lingua che non è la tua, è più difficile. Io sono originario del Senegal e sono venuto in Italia quando avevo 3 anni. I miei si sono stabiliti a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Per questo è complicato per me, sul palco, parlare in italiano, essendo sempre stato abituato al dialetto bresciano.

Perché hai scelto di fare il comico?

La comicità mi ha sempre appassionato. Da piccolo, ero un personaggio. Mi è sempre piaciuto far ridere le persone, sia a scuola, sia in famiglia. Mi faceva stare bene far ridere chi mi ascoltava. Prima ho iniziato suoi social, poi ho capito che volevo andare oltre e mi sono chiesto come sarebbe stato sentirle ridere dal vivo. Ora lo so.

Sono il primo di quattro fratelli. Ho due sorelle e un fratellino. La più grande ha 12 anni, la più piccola 5 mentre il maschietto ne ha 9. Io sono quasi trentenne, e oltre a fare il fratello maggiore ho dovuto anche fare il padre.

A Zelig, hai fatto un pezzo in cui ironizzavi sulle tue origini africane. Ne hai pronti altri?

Sì, ne ho diversi. Non vorrei cadere nell’errore di parlare sempre di razzismo o di discriminazione. Mi piacerebbe parlare di politica, di lavoro e di famiglia. Sui social ho ideato una rubrica “Bugie e Verità”, in cui smaschero i pregiudizi con ironia. Per esempio sono molto affezionato a un pezzo che parla dell’ipocrisia delle banche, che un giorno mi piacerebbe portare su un palco.

Secondo te nel mondo dello spettacolo c’è razzismo?

All’inizio l’ho pensato, in quanto non avevo mai visto un comico nero in Italia. Poi col passare del tempo, e vivendo questa realtà, mi sono accorto che non c’è alcun razzismo. Era solo una mia paura. Qualche pregiudizio – pochi per la verità – forse ci sono, ma alla fine il talento viene sempre premiato.

Chiaramente ho dovuto fare tanta gavetta, e non è sempre stato tutto rosa e fiori. Ho dovuto passare momenti difficili, lavorando anche in supermercati e magazzini mentre studiavo e preparavo i mei pezzi.

Pensi che l’Italia sia un paese razzista come dicono molti?

Il razzismo è ovunque, anche in Africa tra noi africani. L’Italia non è peggio di molti altri paesi, anzi per certi versi è meglio. Vivendo in un paese che non è il mio, mi sono sempre premurato di rispettare le diversità e soprattutto le regole.

Per me l’italiano medio non è affatto razzista. Certo, ho conosciuto persone con qualche pregiudizio ma, una volta fatta amicizia, ho scoperto che tutto è superabile. Gli italiani non sono razzisti, sono incazzati neri. Io per primo, quando sento di episodi di cronaca che parlano di stranieri che hanno commesso qualche reato, mi sento demolito. Non è facile per me esibirmi davanti a un pubblico che magari ha ascoltato poco prima al telegiornale un episodio di cronaca nera che ha visto uno straniero come protagonista.

Come hanno preso la scelta di fare il comico i tuoi genitori?

All’inizio non l’hanno accettato. Pensavano che fosse una cosa che non mi avrebbe portato da nessuna parte. E io li capivo. I miei genitori – in particolare mio padre – hanno sempre pensato che solo il lavoro duro e manuale mi avrebbe dato un futuro.

Ora dopo questi risultati, hanno cominciato a crederci e a sostenermi.

Progetti per il futuro?

Mi è sempre interessato il mondo del cinema. Non mi dispiacerebbe avere un’esperienza in questo senso. Purché, si intenda, non mi diano una parte “stereotipata”. In Italia, a oggi, nessuno ha ancora mai realizzato un film in cui il protagonista è un attore nero. Mi piacerebbe essere il primo, anche se so che è difficile e la strada che ho davanti ancora lunga. Ma io ci credo.

Intanto, sicuramente andrò avanti con la comicità, a Zelig o da qualche altra parte, anche grazie al mio autore, Andrea Midena. È lui che mi segue, mi aiuta e che ha sempre creduto in me, dal primo momento in cui mi ha visto.