Alla Festa del cinema di Roma, Vincent Lindon ("Le choix de Joseph Cross") deve scegliere, confrontandosi con un trauma mai superato

Nel film di Gilles Bourdos, simile a una pièce teatrale con un dialogo a più voci che ha la struttura di un monologo, la verità ha conseguenze sugli altri, ma può insabbiare un passato doloroso. Voto: 9

Crediti foto copertina: Gabriele Pallai. Fonte: Press material Rome Film Festival

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Il 18 ottobre è stato presentato alla Festa del cinema di Roma, sezione Progressive Cinema, il film francese "Le choix de Joseph Cross", diretto da Gilles Bourdos e magnificamente interpretato da Vincent Lindon. La programmazione sarebbe prevista per il prossimo anno con la distribuzione in Italia della Wanted Cinema.

Un tipo di scelta cinematografica, dal lato sceneggiatura ma anche regia, quello di "Le choix de Joseph Cross", che si avvicina decisamente al genere teatrale, grazie, in particolare, a una sola "scenografia" - il protagonista è al volante dall'inizio alla fine del film - e a un solo attore con tante voci che interagiscono con lui. La bravura, la tecnica, l'espressività e la capacità di trascinarci dentro a quella vettura con lui, con l'angoscia delle decisioni che Joseph ormai deve prendere per forza, confermano il talento e l'esperienza di Lindon. 

Joseph Cross è, almeno in apparenza e dato quanto da lui costruito fra famiglia e lavoro, un uomo dalla forte personalità, votato al self control, ma, soprattutto, forte e affidabile, nel privato come nella vita professionale. L'ambito lavorativo nel quale si è distinto in passato, tanto da non essere ora facilmente sostituibile, è quello della costruzione di edifici.

Il film inizia con Joseph che, una sera, lascia velocemente il cantiere, dopo aver ricevuto una telefonata, per prendere la macchina e dirigersi a circa un'ora di distanza. La direzione che seguirà non sarà solo quella dell'auto, ma anche quella, rinviata per una vita, che determinerà, non senza sofferenza, la risoluzione di un dolore ancestrale mai veramente affrontato prima.

La scelta di cui al titolo incide sulle persone che lo circondano, ma, in verità, sarà determinante per lui, che tutto d'un pezzo forse non è.. 

"Le choix de Joseph Cross" è un lungo viaggio nel nome di conversazioni ansiogene e atteggiamenti ossessivi che causano una tensione crescente in lui e nel pubblico.

Il film è un remake: nel 2013, Steven Knight diresse Tom Hardy in "Locke" e la storia era proprio quella raccontata da Bourdos. Ricorda, anche, un altro film molto riuscito, che fu presentato allo scorso film festival torinese: "Non riattaccare", con Barbara Ronchi e - soprattutto la voce di - Claudio Santamaria.

La conclusione? "Le choix de Joseph Cross" va visto! Ed è inspirational per chi fa teatro. Voto: 9