Festival del cinema di Venezia, il silenzio sul genocidio a Gaza di star come Angelina Jolie, unica eccezione Laura Morante

Hollywood e in genere il mondo dello spettacolo sono perfettamente allineati all’establishment e ne assecondando la narrazione

Molti si stanno meravigliando per il silenzio delle star alla Mostra del Cinema di Venezia su quanto sta avvenendo a Gaza, con una sola eccezione, quella di Laura Morante. I grandi nomi di Hollywood, che hanno speso anni a coltivare la loro immagine di ribelli e di interpreti di Giuste Cause per un mondo migliore, risultano non pervenuti. Ma questo silenzio non deve meravigliare. Come spiego in un capitolo del mio ultimo saggio “Il sistema (in)visibile” (Guerini editore), Hollywood e in genere il mondo dello spettacolo sono perfettamente allineati all’establishment e ne assecondando la narrazione. Il loro apparente anticonformismo rientra nelle tecniche di persuasione e orientamento delle masse ed è sempre strumentale. Risulta tanto più efficace tanto più il pubblico lo ritiene autentico.

Nel caso di Israele è evidente che non ci sarà alcuna protesta per la tragedia umanitaria in corso, nonostante gran parte dell’opinione pubblica sia molto critica verso lo Stato ebraico, soprattutto a sinistra. Non ci sarà perché sia i democratici, sia i repubblicani sono su posizioni filoisraeliane ovvero l’establishment politico, come quello economico, è unanime al riguardo. Quindi nessun regista o attore o produttore sarà disposto a rischiare la propria carriera con un gesto di solidarietà nei confronti dei civili palestinesi martoriati. Possono permetterselo attori poco conosciuti italiani, vedi l’appello dei 300, ma i grandi che sfilano sul red carpet, accecati dai flash dei fotografi, proprio no. È il prezzo da pagare per chi vive in quel magico mondo , il mondo delle illusioni, anche morali.

Di Marcello Foa.

Fonte: Inside Over