Rai, clamoroso ritorno di Bianca Berlinguer? Il silenzio assordante del PD sul Tg3 di Mario Orfeo. Si spacca il Cdr del Tg1 sul caso del "Verano"
Con i fuorionda in cui esprimeva perplessità per la qualità dei servizi della propria trasmissione, Bianca Berlinguer è diventata sicuramente uno dei personaggi al centro dell’attenzione. Dopo il clamoroso passaggio da Rai a Mediaset, che la scorsa estate ha scatenato i commentatori, ora per la giornalista si inizia a intravedere un nuovo percorso. Che l’avventura a Mediaset non sarebbe stata facile era previsto, ma gli ascolti vanno peggio del previsto. Da lei a Cologno Monzese si aspettavano decisamente di più.
Sebbene dalle parti del Biscione continuano a giurare stima nei confronti della giornalista, in molti iniziano a sospettare che per la Berlinguer il futuro è già scritto verso un clamoroso ritorno a Viale Mazzini, ma sotto un’altra veste: quella di presidente del prossimo consiglio di amministrazione. Una figura autorevole e di garanzia.
Il progetto è ovviamente più ampio e, secondo gli analisti di Viale Mazzini, si metterà in moto subito dopo il festival di Sanremo. Si attendono per marzo i bandi di Camera e Senato per l’invio dei CV degli aspiranti consiglieri: ne dovranno essere eletti 4 (2 per ogni ramo del Parlamento). Poi sarà la volta dei dipendenti Rai, che a distanza di pochi mesi torneranno a scegliere il proprio rappresentante (già pronto il neoconsigliere Davide Di Pietro, che non dovrebbe avere rivali visti i numeri raccolti). E infine sarà la volta delle designazioni del Ministero dell’economia, cui spettano l’indicazione dell’amministratore delegato (Giampaolo Rossi in pole) e del Presidente.
La morte per sospetto suicidio della ristoratrice di Lodi, balzata alle cronache per alcuni attacchi social, ha suscitato molto clamore. La Procura della Repubblica di Lodi ha aperto un’inchiesta, senza per ora ipotesi di reato, in relazione alla morte di Giovanna Pedretti. La ristoratrice era divenuta nota nei giorni scorsi per una recensione sul suo ristorante, di Sant’Angelo Lodigiano, riguardante gay e disabili. Nella giornata di ieri gli organi di informazione sono stati invasi da numerose dichiarazioni di esponenti della maggioranza (Fratelli d'Italia e Lega) che hanno criticato l’operato del telegiornale guidato da Mario Orfeo. Non c’è stato però nessun commento a difesa del TG3 e del suo direttore da parte di esponenti del Partito Democratico e dell’area di centrosinistra. Unica difesa, praticamente una difesa d'ufficio, quella del comitato di redazione del TG3. “Tutta la redazione del TG3 partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa della signora Giovanna Pedretti, ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano. Come Cdr, visti gli attacchi di alcune forze politiche, vogliamo precisare alcuni punti a tutela della Testata”, si legge in una nota, “Il TG3 ha dato risalto al post della signora Pedretti, in linea con quelli che storicamente sono i temi che contraddistinguono il giornale (la difesa dei diritti dei disabili e delle persone omosessuali), come tutti gli altri organi di stampa - agenzie, tv e siti internet. Post che aveva ricevuto il plauso anche della ministra per le disabilità Alessandra Locatelli. Quando poi, sempre sui social, sono stati sollevati dubbi sulla veridicità della storia, il Tg3 ha ritenuto doveroso, nel rispetto della verità e del proprio pubblico, tornare a intervistare la ristoratrice assicurandole, come facciamo quotidianamente, la possibilità di spiegare e replicare, sempre con toni cordiali e civili. Basta rivedere il servizio nella sua interezza. Fin qui la cronaca dei fatti. Il Cdr del Tg3, profondamente colpito da questa tragedia e partecipe al lutto della famiglia, non può che respingere fermamente le accuse strumentali mosse alla Testata da esponenti politici di Lega e Fratelli d'Italia. I giornalisti del Tg3 hanno sempre dato e continueranno a dare notizie con scrupolo, sensibilità e serietà in ogni settore. Continueranno soprattutto a fare domande, senza costruire "Watergate ai danni dei più fragili", che sono invece nel Dna della nostra missione di servizio pubblico, e senza gogne mediatiche”.
Non si placano le polemiche sul servizio del TG1 della Rai sulla commemorazione al Cimitero Verano in ricordo dei caduti che hanno dato la vita per l’Italia. Il servizio, andato in onda nell’edizione delle ore 13.30 di domenica 14 gennaio, ha scatenato le polemiche dell’opposizione, con il Partito Democratico in testa. Dopo i commenti dei politici non si è fatta attendere la reazione della Federazione Nazionale della Stampa Italia, dell’Usigrai e del CDR del TG1. “La Federazione nazionale della Stampa italiana non ha bisogno di essere tirata per la giacca da FdI per dire quello che pensa, ovvero che la politica deve uscire immediatamente dalla Rai. Se la politica non si fosse appropriata della Rai non ci sarebbe stato neppure il servizio sul movimento giovanile di Fratelli d’Italia”, scrivono in una nota congiunta Fnsi, Usigrai e il CdR del Tg1, “Non si sta parlando di intromettersi nel sommario del Tg, perché, come sanno i giornalisti, le notizie vanno date tutte. Ciò che fa la differenza sono il come e il tono con cui vengono date. Il Cdr del Tg1 esprime il disappunto della redazione sulla scelta di come raccontare l’iniziativa di Gioventù Nazionale. Il telegiornale del servizio pubblico ha il dovere di offrire una informazione corretta a garanzia dei telespettatori e di chi ci lavora”. Ma non tutti i giornalisti del CDR del telegiornale diretto da Gian Marco Chiocci sono d’accordo. Tanto che non si è fatta attendere la replica del nuovo sindacato Unirai e della presidente del Cdr del Tg1 Elisabetta Abbate. “E' inaccettabile e fortemente antisindacale”, si legge in una nota, “che Usigrai ed Fnsi entrino nel merito di un servizio realizzato da un collega, criticando “il come e il tono” del suo pezzo. Inoltre, non è corretto sostenere che Cdr del Tg1 abbia espresso il proprio disappunto, come organo collegiale, perché il Cdr non ha espresso una posizione unanime, come falsamente si deduce dal comunicato Usigrai-Fnsi. Addirittura, un componente del Comitato di Redazione non era stato neanche informato di quanto è stato scorrettamente diffuso. L’attacco al Tg1 e alla linea editoriale della testata è una preoccupante ingerenza di un sindacato che offende il lavoro dei colleghi. Come Unirai saremo sempre al fianco dei giornalisti per garantire la loro libertà di espressione, lontano dalle logiche politiche e dalla mistificazione della realtà". Solidarietà a colleghi del TG1 è stata espressa anche dagli esponenti della componente sindacale di Pluralismo e Libertà, presente in Stampa Romana e Fnsi. "Basterebbe rivedere le edizioni di fine ottobre e inizio novembre, per esempio, quando la testata ha dedicato una serie di approfondimenti sul movimentismo giovanile e ha equamente intervistato i responsabili di PD, M5S E Lega”, scrivono gli esponenti di Pluralismo e Libertà, “Non abbiamo rilevato la stessa indignazione quando, pochi giorni fa, il Tg1 ha dedicato un servizio anche alla marcia straordinaria di Assisi con Pd e Sinistra italiana. Lo stesso equilibrio garantito dalla scelta degli argomenti in scaletta è rispecchiato dai dati oggettivi di tempo dedicato alle varie forze politiche, rilevati dall'Osservatorio di Pavia e dall'Agcom. Negli ultimi tre mesi, dati a disposizione della Commissione di Vigilanza Rai, il PD ha avuto al Tg1 più tempo di parola e cartaceo di qualsiasi altro partito, apparendo addirittura sovra rappresentato rispetto alle percentuali che gli spetterebbero secondo le proporzioni determinate dal risultato elettorale. Come componente sindacale difenderemo sempre l'autonomia del giornalismo dalla politica, stigmatizzando ogni iniziativa che punti a mettere in discussione questo fondamentale principio. Da qualunque partito dovesse provenire”.