ROMA 18° Festa del cinema. Il bel documentario su e con l'artista Anna Paparatti, categoria Freestyle
In "La Pitturessa", scritto, diretto, co-prodotto dalla figlia Fabiana, arte e cinema ancora una volta si fondono, regalandoci un quadro storico-culturale di un'Italia da ricordare, a partire dalla Galleria Sargentini. Voto: 8
"LA PITTURESSA", il documentario
L'artista dedita, in particolare, alla pittura Anna Paparatti viene giustamente chiamata, dalla figlia Fabiana Sargentini, "Pitturessa" in questo lavoro video, che risulta, anche, intrigante; è un video che ci fa navigare in un'Italia passata un pò bohémienne, dal centro di Roma ai salotti ai film, nei quali i suoi dipinti sono stati elemento determinante delle scenografie. Uno su tutti, "Ti ho sposato per allegria" (1967; nel cast, due attori straordinari: Monica Vitti e Giorgio Albertazzi) di Luciano Salce, grande regista, attore e talent scout, nonché cugino di mia nonna Silvana.
L'Amore di Anna Paparatti, con il quale costruì una famiglia, seppure fuori dalle logiche convenzionali del matrimonio, così anticipando i tempi, fu il noto gallerista Fabio Sargentini, accanto al quale l'artista fu l'attiva compagna, anche professionalmente, per un quarto di secolo. La galleria d'avanguardia di Fabio Sargentini, L'Attico, fu fondata nel lontano 1957.
La Paparatti è riconosciuta come una protagonista delle Avanguardie negli anni '60 e '70, e come donna particolarmente libera rispetto ai tempi. Oggi ha 87 anni (nacque in Calabria nel 1936) e, solo due anni fa, fece colpo su Dior: Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica della nota casa di moda, infatti, volle, ancora in piena pandemia, i suoi quadri "gioco" (ricordiamo p.e. il "Pop Oca") per una sfilata parigina del prêt-à porter; si trattava dei quadri geometrici che Anna dipinse negli anni Sessanta. La pittrice, naturalmente, accettò volentieri.
RECENSIONE
Lo spettatore de "La Pitturessa" viene catapultato nella fascinosa dimora di Anna Paparatti, forse alternativa e di certo colorata, proprio come la sua vita, nonché ricca di oggetti e ornamenti. Inoltre, si ritrova immerso fra i suoi infiniti oggetti, che siano pennelli e pennarelli, che Anna compra in quantità, o gingilli ricordo di qualche viaggio, gioielli, caftani ed altre stoffe preziose di luoghi lontani, un tempo visitati e vissuti.
La vita e la persona della "Pitturessa" avvolgono il pubblico attento e incuriosito, quasi fosse un ospite molto ben accolto che siede sul divano con lei. La Paparatti, con i suoi lunghissimi capelli bianchi, a volte raccolti in una treccia chilometrica ed altre lasciati lisci, conserva un modo incisivo di ricordare per condividere e di raccontarsi per presentarsi, caratterizzato dal suo estro e da uno humour tipico di chi ha capito come prendere la vita, una vita comunque fortunata. E così anche chi la osserva da uno schermo ne resta affascinato e persino divertito.
La Sargentini non ha soltanto "dipinto" la mamma e la professionista, ma ha voluto far rivivere un pò degli anni Cinquanta e farci fare un percorso da allora a oggi, soprattutto artistico; lo ha fatto, grazie a un archivio di memorie, cui ha avuto accesso, di quel lontano mondo dell’arte fino ai giorni nostri.
Bellissimo il rapporto fra madre e figlia, che condivide con la prima un legame profondo, spesso alleggerito, nel documentario, da teneri rimproveri, scherzi recirproci, momenti di gioco.
Oltre che alla protagonista, diverse sono le interviste fatte ad alcuni suoi compagni di viaggio, attenti osservatori e affezionati partecipi del percorso e dell'ascesa, anche, internazionale dell'artista. Il risultato è, dunque, un racconto collettivo. Voto: 8.
Il documentario "La Pitturessa", presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma lo scorso 22 ottobre, anche per il pubblico, uscirà nelle nostre sale nel febbraio 2024 in data da definirsi.