Salvini attento, il taglio del canone è un attacco al servizio pubblico. Mediaset, disastro in prima serata. Gasparri interroga il Parlamento. Con Porro e Minzolini calano gli ascolti di Rete 4. Tutti i nomi per il dopo Laganà
Il taglio di 20 euro dal canone Rai, stabilito dal MEF per il prossimo anno, non è soltanto un colpo mortale inferto all’Azienda, ma è una scelta scellerata, che mette a rischio migliaia di posti di lavoro di gran parte del comparto audiovisivo e multimediale del Paese. Ci sorprende che in un momento tanto complicato per il modo del lavoro, quando la mancanza di piani strategici e industriali nazionali fanno fallire o ridimensionano imprese prestigiose del Made in Italy, nessuno avverta il pericolo che questa epidemia dilaghi e infetti anche il mondo della comunicazione.Leggendo il bilancio Rai, che fattura circa 2.6 miliardi di euro, appare chiaro come un taglio strutturale di 440-450 milioni, condannerebbe l’Azienda a una lenta agonia. Nessuna impresa può infatti elaborare un piano industriale credibile senza avere certezze sulle risorse economiche a disposizione per il futuro. La toppa dei 420 milioni di euro destinati alla Rai dalla fiscalità generale per il 2024 non risolve il problema ma lo aggrava. Anche se queste dovessero essere riconosciute per il prossimo anno (cosa non scontata visto lo stato dei conti pubblici), cosa accadrà negli anni a seguire? Quali certezze si hanno che il sopravvento di altre necessità o urgenze non costringano il governo a stanziare altrove queste risorse? La scelta di destinare alla fiscalità generale una parte delle entrate necessarie al funzionamento della RAI sottopone ancora di più l’Azienda all’Esecutivo, con grossi pericoli per la sua autonomia e indipendenza. Pensare che in occasione di ogni legge di Bilancio l’AD RAI debba andare a contrattare col Governo di turno, di qualsiasi colore esso sia, significa, inoltre, togliere spazio a ogni forma minima di progettualità futura con tutto quello che questo potrebbe significare in termini di perimetri e tenuta dei livelli occupazionali. Con quali prospettive si immagina di affrontare il prossimo rinnovo contrattuale? E il decennale piano immobiliare, gli indifferibili investimenti tecnologici, lo sviluppo delle sedi regionali, che fine faranno? Come farà l’attuale CDA a ratificare il nuovo Contratto di Servizio quinquennale senza avere certezza che sia finanziato per l’intera sua durata?
Dire che siamo preoccupati è dire poco. Proprio per questo, riteniamo che sia giunto il momento di riprendere il confronto con i vertici aziendali su tutte le tematiche non ancora affrontate a dovere, a cominciare dal Piano Industriale che, ora, dopo l’approvazione in Vigilanza del Contratto di Servizio, aspetterebbe soltanto di essere presentato e discusso con le Parti Sociali. In questo scenario è diventato urgente procedere senza esitazione al rinnovo del CCL Rai, che dovrà essere incentrato principalmente sul recupero del potere d’acquisto degli stipendi, mediante l’incremento significativo dei minimi salariali.È bene che ognuno si prenda le proprie responsabilità: la politica, il governo, l’azienda. Noi non consentiremo a nessuno di distruggere quello che le lavoratrici e i lavoratori hanno saputo costruire a partire dall’ottobre 1944 fino a oggi. In mancanza di risposte concrete le OO.SS. unitariamente attiveranno tutte le azioni necessarie per scongiurare l’attacco al perimetro aziendale che si nasconde dietro questa misura presa dal MEF.
Le Segreterie Nazionali SLC-CGIL,FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, FNC-UGL, SNATER, LIBERSIND-CONFSAL
I numeri parlano chiaro. Tra Rai e Mediaset non c'è partita. E stavolta a favore di Viale Mazzini. Basta guardare i dati di ottobre confrontati con quelli dello scorso anno, stesso mese.
Confronto Rai Generalista e Mediaset Generalista, 1-25 ottobre, sia 2022 che 2023:
INTERA GIORNATA (02:00-26:00)
Rai 2023: 29,7%
Rai 2022: 30,7%
Differenza 2023-2022: -1,0%
Mediaset 2023: 26,5%
Mediaset 2022: 27,3%
Differenza 2023-2022: -0,8%
PRIMA SERATA (20:30-22:30)
Rai 2023: 31,3%
Rai 2022: 32,0%
Differenza 2023-2022: -0,7%
Mediaset 2023: 25,7%
Mediaset 2022: 27,2%
Differenza 2023-2022: -1,5%
''Ho presentato una interrogazione in Commissione parlamentare di Vigilanza Rai per quanto riguarda lo sconcertante caso riportato da una nota di 'Pluralismo e libertà', secondo la quale un esponente del Cdr di Rainews avrebbe tagliato, utilizzando mezzi aziendali, un video di 37 secondi relativo ad una rassegna stampa ben più ampia, per additare il conduttore della rassegna di faziosità. Il sindacalista avrebbe poi fornito alla stampa il video, lasciando anche tracce sul sistema informatico aziendale. Un fatto gravissimo che viola tutte le norme deontologiche del giornalismo. Per questo chiediamo alla Rai se sia a conoscenza di questo fatto e di approfondire su chi sia l'autore del gesto che, cosa ancor più grave, sarebbe un sindacalista e, nel caso, quali siano le valutazioni e le conseguenti iniziative dell'azienda su questa assurda vicenda''. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri componente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai. Ecco il testo.
Premesso che:
Secondo una nota di ''Pluralismo e libertà'', componente sindacale dell'Usigrai, un esponente del Cdr di Rainews, tra l’altro un sindacalista, avrebbe tagliato, tra l’altro utilizzando mezzi aziendali, e poi fornito alla stampa, lasciando tracce anche sul sistema informatico aziendale, un video di 37 secondi relativo ad una rassegna stampa ben più ampia, per additare il conduttore della rassegna di faziosità;
si tratta di un fatto di enorme gravità che come fanno notare nella nota viola tutte le norme deontologiche oltre alla legge che disciplina la professione giornalistica;
Per sapere:
Se l’azienda è a conoscenza di questa vicenda; chi sia questo membro del Cdr e quale sia la valutazione dell’azienda su questa condotta che sembra sconcertante.
Li mettiamo per dovere di cronaca anche se chi legge questo sito sapeva già tutto da un pezzo. Lorenzo Mucci, direttore della sede Rai di Pescara; Angela Calderone, della direzione Relazioni Internazionali e Affari europei Rai; Davide Di Pietro già vicepresidente di Rai Bene Comune - Indignerai; Riccardo Orfei; Fabio Spadoni, tecnico e sindacalista di Libersind Conf.Sal; Palma Marino Aimone, disability manager. Sono questi i candidati indicati dal Consiglio d'amministrazione di Viale Mazzini, sulla base delle valutazioni della Commissione Elettorale, che parteciperanno all'elezione del consigliere d'amministrazione espresso dai dipendenti Rai, dopo la morte improvvisa di Riccardo Laganà. La data delle votazioni è stata fissata dal Cda per il 20 novembre prossimo.
Nicola Porro, per molti nei mesi scorsi ad un passo dalla Rai, è rimasto a Rete 4 ed ha ereditato il talk show politico dell’access prime time che era di Barbara Palombelli. Il divario con Otto e mezzo di Lilli Gruber su La7 è aumentato: quasi 8 per cento di share per lei, un 4% o poco più per lui. La versione weekend di Minzolini non decolla, racimolando ascolti del 3 per cento anche se ultimamente è in crescita.