Super Diaco su Rai Due. Eleonora Daniele vola al 14%. Marinella Soldi passa la palla a Sergio. Pluralismo e Libertà stanca delle crociate politiche. A Israele piace il Tg1. Anche senza Giambruno Diario del giorno batte Tiziana Panella. La TGR cresce più degli altri

Diaco uber alles. BellaMa’ porta Rai 2 a diventare la terza rete nazionale dalle 15.27 alle 17. Non accadeva da anni. Dopo Canale 5 e Rai 1 c'è il 2. Media del programma al 5.4 di share, 2.3 punti sopra la media dello scorso anno. Proprio niente male.

''La riduzione del canone Rai, in manovra? Attendiamo… poi sarà l'amministratore delegato a commentare''. E' quanto si è limitata ad affermare la presidente della Rai, Marinella Soldi, a margine della cerimonia in Confindustria per la firma dell'associazione di imprese dell'iniziativa 'No women No panel' ovvero 'Senza donne non se ne parla', campagna europea introdotta in Italia dalla Rai, per promuovere una partecipazione bilanciata e plurale di uomini e donne negli eventi di comunicazione.


Fra i molti flop Rai di quest'anno fa eccezione Eleonora Daniele che con il suo "Storie di sera" su Rai uno ha ottenuto un lusinghiero 14 per cento.


L'assemblea di Rainews24 riunita il 23 ottobre ha approvato, a stragrande maggioranza dei partecipanti, il documento che chiede al direttore "di ripresentare il piano editoriale, stravolto (de facto) dalle modifiche di palinsesto, con l'inserimento di nuovi spazi informativi e l'avvicendamento di 4 vicedirettori su 7. L'assemblea chiede all'azienda risposte immediate sul futuro di Rainews24, rainews.it e televideo e al direttore di aprire un confronto sulla riorganizzazione del lavoro, il riconoscimento dell'articolo 5 per tutti i giornalisti delle tre testate e la garanzia del rispetto delle regole deontologiche e professionali. In assenza di risposte certe entro il 30 novembre 2023 l'assemblea ha dato mandato al Cdr di proclamare 72 ore si sciopero delle firme entro il 10 dicembre 2023". E' quanto si legge in una nota dell'assemblea di Rainews24.


''Solo 56 voti a favore su 222 aventi diritto. Questi i numeri che il Cdr di Rainews24 omette nel suo comunicato che preannuncia una nuova crociata, tutta politica, contro il direttore Paolo Petrecca. Numeri che sono lontanissimi dalle percentuali bulgare del passato, ma anche da quelli che si attendevano ieri, in un'Assemblea che ha visto la partecipazione di 120 colleghi (90 al momento del voto) con 11 contrari e un astenuto. La 'stragrande maggioranza', ma di una minoranza. Numeri che dovrebbero consigliare prudenza, prima di minacciare scioperi e mobilitazioni varie.'' Lo afferma in una nota Pluralismo e Libertà, componente sindacale di Usigrai. ''Tutto ciò - continua la nota - dimostra che la linea della contrapposizione politica e ideologica, sposata dal Cdr prima ancora che Petrecca si insediasse ufficialmente, ha stancato moltissimi colleghi che si aspettano che il sindacato faccia il sindacato e non politica, per conto di qualche partito. Entrando nello specifico, ci si rende conto della strumentalità di questa nuova operazione, in quanto si richiede la ripresentazione del piano editoriale per variazioni di palinsesto che riguardano 75 minuti settimanali e per la nomina dei nuovi vicedirettori, un caso senza precedenti in tutta la Rai. Nel documento di ieri, inoltre, il Cdr si è rifiutato di recepire il tema, sollevato da decine di interventi, relativo alla denuncia, prove alla mano, di una gravissima violazione che sarebbe stata commessa da un membro del Cdr. Su questo aspettiamo anche la risposta dell'azienda alle interrogazioni già presentate in Vigilanza. Ma anche una presa di posizione da parte dei vertici dell'Usigrai che dovrebbero quantomeno invitare il collega sindacalista a fare un passo indietro, insieme a tutto l'organismo". "Invece, dopo alcuni tentativi di difesa accennati in Assemblea, ieri la componente Usigrainsieme ha emesso un comunicato stampa al veleno contro Pluralismo e Libertà. Una dimostrazione di nervosismo e di debolezza condita con insulti contro la nostra componente, che sono anche una grave mancanza di rispetto nei confronti di tanti colleghi che ormai da anni votano le nostre liste alle elezioni. Alla componente di maggioranza Usigrai ricordiamo che Pluralismo e Libertà è oggi rappresentata in ognuna delle tre commissioni statutarie dell'Usigrai, oltre a esprimere consiglieri in Fnsi e il presidente e il vicepresidente di Stampa Romana. Evidentemente, come avvenuto spesso in passato, quando si è in difficoltà nel confronto sindacale meglio ricorrere alla delegittimazione sistematica dei colleghi'', conclude la nota di Pluralismo e Libertà.

"Ci ha davvero emozionato vedere lo studio del Tg1 coperto di immagini che ritraevano gli oltre 200 civili israeliani rapiti": queste le parole pronunciate dall'ambasciata israeliana a Roma.

Gli ascolti non hanno affatto risentito dell’assenza del suo "storico" conduttore. Diario del giorno nelle mani dei colleghi di Giambruno ha mantenuto i livelli precedenti alla vicenda dei fuorionda che hanno causato la rottura del rapporto con Giorgia Meloni. La puntata del 23 ottobre condotta da Boselli, ad esempio, ha ottenuto 446mila spettatori, con il 5,36% di share. Alla vigilia dei famigerati fuorionda sfornati da Antonio Ricci, la trasmissione aveva 477mila spettatori, con il 5,2% di share. Insomma, anche senza Giambruno Diario del giorno mantiene la leadership pomeridiana a scapito di Tagadà condotto su La7 da Tiziana Panella.

"Con la mia Direzione sono state digitalizzate tutte le Redazioni della Testata Giornalistica Regionale. Sono quindi attivi 24 siti web Tgr, compresi 3 nelle lingue delle minoranze: quelli in sloveno, ladino e tedesco. Gli ultimi due hanno fornito in diretta - domenica sera e lunedì- i dati dello spoglio per le elezioni in Trentino Alto Adige insieme ai siti in italiano di Trento e di Bolzano". Lo dice il direttore della Tgr, Alessandro Casarin, nel corso dell'audizione in commissione di Vigilanza Rai. "In totale - aggiunge - sui 24 siti, abbiamo una media di 430.000 visite al giorno pari a tre milioni di visite alla settimana e quindi circa 12 milioni al mese. Ci sono giornali che attaccano la Rai giorno dopo giorno, ma 430mila copie le vendevano ai tempi della prima Repubblica...".


Lo stato di salute della Tgr è ottimo e "deriva dall'attenzione del pubblico, quindi dalla credibilità sul territorio". Lo dice il direttore della Testata Giornalistica Regionale Rai, Alessandro Casarin, nel corso dell'audizione in Commissione di Vigilanza Rai. "Il pubblico, giudice del prodotto, quindi ci sta dicendo che siamo credibili - osserva Casarin - e più sale l'ascolto, in un mercato generale in discesa, più gli inserzionisti investono, ed entrano più soldi nelle casse dell'azienda". Il direttore della Tgr cita i dati dei telegiornali della testata che dirige da 5 anni: "L''edizione principale - spiega - quella serale delle 19.35, nel 2017 ottenne l'11,72%, mentre oggi siamo al 14,05%, quindi abbiamo guadagnato il 2,3%. Quando ho preso in mano la direzione - prosegue - quasi a fine 2018, il Tg delle ore 14 aveva il 15,3% di share, mentre oggi siamo al 16,8%. Quindi nei miei 5 anni la Prima edizione della Tgr ha guadagnato l'1,5% di share". "Questi numeri non figurano in nessuna delle altre testate del servizio pubblico", sottolinea Casarin. Quanto a "'Buongiorno Italia' delle 7, 'Buongiorno Regione' delle 7.30, da un anno rappresentano il primo spazio informativo della Rai, in termini di ascolti. E questo - aggiunge Casarin - è sempre sinonimo di qualità e credibilità. A novembre arriverà il ciclone Fiorello al quale faccio tanti tanti auguri perché se va bene Fiorello va bene anche la Rai".


"Per la prima volta, essendo in una sede istituzionale, rompo in parte il tradizionale riserbo su un dato sensibile aziendale, le spese della Tgr. Lo faccio per ribadire la credibilità anche sul profilo finanziario. Lo faccio leggendo la risposta dell'ex amministratore delegato Carlo Fuortes, al consuntivo che gli avevo inviato come ogni anno e che farò per la prima volta al nuovo ad Roberto Sergio, al termine dell'anno. Una specifica, sono così orgoglioso di questa mail di risposta perché il dottor Fuortes, soprannominato Napoleone per la sua fermezza, giustamente, centellinava i suoi giudizi come tutti i capi azienda. Leggo il testo. 'Buonasera Direttore, la ringrazio molto della sua e-mail. È tanto più gradita perché molto rara: le assicuro che ne ricevo molto poche con questi contenuti! Complimenti per i risultati che indicano una buona gestione'''. Lo ha detto il direttore della Tgr, Alessandro Casarin, nel corso dell'audizione in Vigilanza Rai.

"A mio parere, la lettera di due pagine, inviata il 21 settembre, dall'Amministratore Delegato Rai alla Presidente di questa Commissione, chiarisce la regolarità della procedura seguita. Non so se la Presidente vorrà renderla nota alla Commissione". Lo ha detto il direttore della Tgr, Alessandro Casarin, in audizione in Commissione di Vigilanza, in merito alle polemiche sulla nomina del caporedattore della Tgr Sardegna. "Il candidato, una volta ammesso alla selezione, ha gli stessi diritti degli altri in assenza, di qualsiasi norma regolamentare per l'ammissione al job posting, financo al codice etico - ha detto ancora -. E tale nomina è passato anche al vaglio dell'anticorruzione aziendale. Quindi, per concludere: un giudizio di inopportunità o conflitto d'interessi sarebbe questa si una discriminazione, con relativo ricorso del candidato al giudice del lavoro e scontata condanna della Rai e del direttore responsabile per comportamento illegittimo". "Mi permetto di suggerire, in caso di riforma del regolamento di ammissione al job posting, di valutare - ad esempio - la disciplina decisa per i magistrati, che come i giornalisti,escono dal servizio pubblico per ricoprire ruoli istituzionali,politici o sindacali e poi vi rientrano - ha aggiunto -. Quella dei magistrati, ne sono consapevole, è una normativa molto restrittiva, ma iniziare un ragionamento di riforma mi sembra,questo sì, opportuno". "In Lombardia il caso è risolto - ha aggiunto -, nonostante lamia insistenza il collega ha rimesso la delega. La mia insistenza c'è stata perché anche qui non c'è alcuna legge chelo obbliga, ma il collega ha insistito per rimettere la delega". "In Toscana c'è stato un voto con 15 contrari e 14 favorevoli- ha detto ancora Casarin -. Il condirettore Fontana ha dialogato con tutti, quindi abbiamo accettato la richiesta del cdr di essere audito e abbiamo stabilito un percorso per cercaredi ricucire questa mela spaccata in due".