ROMA 18° Festa del cinema. Aiutati da Monica Vitti e Alberto Sordi, Alba Rohrwacher e Filippo Timi sfidano l'Alzheimer
In "Mi fanno male i capelli" di Roberta Torre, l'attrice gioca con la malattia del secolo e compete con due divi mastodontici del grande Cinema italiano di ieri. Voto: 6,5.
"MI FANNO MALE I CAPELLI", il film
Monica, la protagonista di questa storia che vede fra i personaggi principali quello interpretato bene da un sofferente ed empatico Filippo Timi, è una donna, più o meno giovane, che soffre di un male ancora misterioso quanto a trattamenti e cure efficaci, l'Alzheimer. Solo il gioco a lei, relegata in una bella casa al mare - sempre più vuota per via degli strozzini che a più riprese vengono a prendersi quadri, gioielli e altri preziosi - dal marito per nasconderle la perdita della loro dimora romana, dà quella gioia che la vita 'normale' sembra negarle. Il suo è un liguaggio diverso da quello di chi la circonda: lei vede nella statua in giardino un leone vero e reagisce di conseguenza, confondendo la realtà con la fantasia, al punto da parlare attraverso uno specchio con Alberto Sordi e Monica, anche lei Monica, Vitti. Solo il marito, che la ama follemente in una disperazione forse nota soltanto a chi quelle situazioni le conosce bene, prova a entrare nella dimensione di Monica, recitando con lei alcune scene di film famosi realizzati il secolo scorso e ancora oggi cimeli di un'arte che oggi non raggiunge i fasti di allora e accettando di seguirla nelle sue improvvisazioni, con tanto di travestimenti ad hoc, nella speranza di non perderla, di non essere dimenticato. Il medico che la vede gli dice che lei non lo vuole escludere, lei lo include.
RECENSIONE
La Rohrwacher e Timi, una coppia interessante sullo schermo, funzionale. Il lavoro artistico della prima è rispettabile, ma l'attrice avrebbe potuto andare molto più a fondo: scelta registica o di scrittura? Forse. Infatti, il vero input di "Mi fanno male i capelli" - titolo poco chiaro rispetto a storia e genere - è nostalgico per il pubblico, che esce memore di due grandissimi come Alberto e Monica, Sordi e Vitti, e dei film in b/n che rendevano onore al Bel Paese. La tristezza di ciò che era e non è più, ecco il vero focus del film; ed è il timore di Timi nei panni di Edoardo, ossia quello di un amore e di una vita che erano, sono a stento e forse non saranno più a breve. Il film lascia sensazioni retrò di appartenenza a un genere fragile, quello umano, e a un'epoca finita, sia per chi c'era sia per chi, come me, ha vissuto solo gli ultimi 25 anni del 900 ed ex post il periodo precedente. Il film non è, però, a livello dei temi che porta e l'Alba nazionale, che non è la Parietti, sembra peccare di leggera superbia nel volersi confrontare con una irraggiungibile, per bellezza e capacità, per talento e fascino, straordinaria attrice di ieri. Voto: 6,5.