Cinema, tutti i film ed i protagonisti dello Schermo dell’Arte Film Festival di Firenze
A novembre la 16° edizione del Festival di cinema ed arte contemporanea al Cinema La Compagnia e altri luoghi. Il Focus su Guido van der Werve, l’omaggio a Diego Marcon e il finale con “Inside” di Vasilis Katsoupis con Willem Dafoe
Torna ormai come da tradizione a novembre al Cinema la Compagnia e altri luoghi lo Schermo dell’Arte Film Festival, rassegna di cinema e arte contemporanea diretto da Silvia Lucchesi che si pone l’obiettivo di offrire al pubblico una selezione della più recente produzione internazionale di film d’artista e di documentari sull’arte contemporanea. Al Cinema La Compagnia di Firenze (16-19 novembre) un intenso programma di oltre 30 proiezioni, tra cui anteprime mondiali e italiane alla presenza degli autori, ma anche luogo di incontro con artisti, curatori e ospiti internazionali. Anche questa edizione si espanderà online, con una programmazione in streaming su Più Compagnia, in collaborazione con Mymovies.it (fino al 26 novembre 2023). L’inaugurazione è prevista il 4 novembre (data tristemente nota per Firenze per l’esondazione dell’Arno) negli spazi della Strozzina a Palazzo Strozzi, con l’installazione multicanale La montagna magica di Micol Roubini, progetto promosso dallo Schermo dell’arte, realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (XI edizione, 2022). L’opera video-installativa, a cura di Gabi Scardi, e destinata alla collezione del MAN di Nuoro, indaga l’ecosistema della più grande cava d’amianto d’Europa a Balangero (TO), oggi in via di bonifica, muovendo il suo sguardo sulla fitta rete di relazioni tra uomo e territorio che interessano questo delicato processo di riconversione. La montagna magica prima di arrivare a Firenze sarà presentata nella mostra The Recent, a cura di Tessa Giblin, dedicata al tema dei cambiamenti climatici, che inaugurerà il 27 ottobre alla Talbot Rice Gallery di Edimburgo. Saranno parte del programma di questa edizione del Festival anche le prime mondiali delle quattro opere realizzate grazie al supporto del VISIO Production Fund 2022, fondo di produzione nato nell’ambito di VISIO-European Programme on Artists’ Moving Images, il progetto a cura di Leonardo Bigazzi dedicato ad artisti under 35 che utilizzano le immagini in movimento, che vedrà la sua XII edizione durante il Festival. Single File di Simon Liu (1987, Hong Kong), co-prodotto con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, analizza i cambiamenti di Hong Kong attraverso i danni cognitivi e culturali provocati dalla disinformazione e dalla censura dilaganti attraverso gli smartphone, immaginando nuovi lessici e sperimentazioni formali. Bliss Point di Gerard Ortín Castellví (1988, Spagna) co-prodotto con Fondazione In Between Art Film, è una rappresentazione dei nuovi regimi e delle infrastrutture della distribuzione del cibo, terzo tassello di una trilogia che trasforma il consumo alimentare in immagini in movimento. Untitled di Maryam Tafakory (1987, Iran), co-prodotto con Seven Gravity Collection, è una nuova tappa della ricerca dell’artista sulla rappresentazione delle donne e la censura del loro corpo nel cinema post rivoluzionario iraniano, il cui primo capitolo, Mast-del, è stato presentato in anteprima alla 55a Quinzaine des Réalisateurs di Cannes.
My Views on the Darkness di Yuyan Wang (1989, Cina), prodotto da Petit Chaos, co-prodotto con FRAC Bretagne, indaga il rapporto tra uomo e tecnologia in una visione fantastica dell'umanità, che immagina il legame tra le sue origini, radicate nella storia dell'universo, e le sue attuali estensioni digitali. L’opening night del Festival presenterà la prima italiana di Nummer Achttien –The Breath of Life (2023), primo lungometraggio di Guido van der Werve (1977) per il grande schermo, una “autofiction” che racconta lo straordinario percorso di riabilitazione dell’artista e regista olandese a seguito di un grave incidente, e il suo ritorno alla vita. Una rassegna di altre opere di van der Werve darà vita al Focus che il Festival dedica alla ventennale carriera dell’artista e al suo utilizzo innovativo e sperimentale del linguaggio cinematografico: Nummer twee, just because I’m standing here doesn’t mean I want to. (2003); Nummer zes, Steinway grand piano, wake me up to go to sleep and all the color of the rainbow. (2006); Nummer acht, everything is going to be alright (2007); Nummer veertien, home (2012). Tra sfide e prestazioni estreme, passando per la sua passione per la musica, il programma traccerà un ritratto di questa personalità eccezionale nel panorama dell’arte. La serata di chiusura ospiterà, per la prima volta in sala in Italia, Inside (2023) di Vasilis Katsoupis (1977), film dalle note psicologiche e dalle atmosfere di suspense che vede Willem Dafoe nei panni di un ladro d’arte che, durante un tentato furto, rimane intrappolato in un lussuoso attico newyorkese. La casa diventa una gabbia dorata, dove l’unica interazione possibile è quella con le opere di grande valore che la popolano. L’unicità di questa collezione d’arte, che acquista un ruolo fondamentale nella storia, è che stata concepita come una vera e propria mostra virtuale all’interno del film, con la curatela di Leonardo Bigazzi e con le opere di artisti internazionali, tra cui Maurizio Cattelan, Francesco Clemente, Petrit Halilaj David Horvitz, Adrian Paci, Janis Rafa, Amalia Pica, Joanna Piotrowska, Egon Schiele, MASBEDO, Alvaro Urbano. Il festival ospiterà inoltre storie di impegno e attivismo da diverse aree del mondo. Il regista e attore libanese Rabih Mroué (1967) terrà la sua non-academic lecture The Pixelated Revolution (2012), frutto di una ricerca che raccoglie le immagini dei manifestanti siriani trovate nel web per mostrare nuove forme di controllo politico nell’epoca degli smartphone. Man in Black (2023) di Wang Bing (1967) ha come protagonista Xilin, uno dei più importanti musicisti cinesi classici contemporanei: l’immagine del suo corpo nudo segnato dal tempo si fonde con le parole, nei ricordi di un percorso artistico e insieme di dissidenza rispetto alle vicende politiche del suo paese.
Capital (2023) di Basma Alsharif (1983) è un film satirico sul colossale progetto di una "nuova capitale egiziana" pianificata fin dagli anni '70 che si sviluppa tramite una esplicita citazione dei “telefoni bianchi”, precursori del cinema di propaganda mussoliniana. Sono riflessioni più intime, che viaggiano nel tempo e nello spazio, quelle di Dearest Fiona (2023) di Fiona Tan (1966) che connette diverse storie di vita quotidiana: quelle dei Paesi Bassi di inizio Novecento, in rare immagini dell’epoca, e quelle del padre dell’artista, nelle parole delle lettere che le spediva dall’Australia durante i suoi studi ad Amsterdam. Twittering Soul (2023) di Deimantas Narkevičius (1964) è un lungometraggio in 3D che mette in scena una storia del folklore della Lituania, paese dell’artista, una favola incantata in cui uomo e natura vivono in profonda connessione, e in cui la comunicazione si fonda su espressioni arcaiche piene di simbolismo. Message from Mars (2023) di John Menick (1976) è un film essay realizzato con tecniche di animazione 3D e 2D, filmati d'archivio e documenti storici che riflette sul desiderio dell’umanità di colonizzare il pianeta Marte. Lo schermo dell’arte presenterà anche una selezione di alcuni dei più recenti documentari sull’arte, le vite degli artisti e non solo. Sarà l’occasione per rivivere i fermenti del movimento fiorentino di architettura radicale l’evento speciale dedicato alla proiezione di Radical Landscapes (2022) di Elettra Fiumi, figlia di Fabrizio Fiumi, tra i fondatori del Gruppo 9999.
Lo schermo dell'arte - 16a edizione diretto da Silvia Lucchesi è realizzato con il contributo di: Comune di Firenze, Città metropolitana di Firenze, Main supporter, Fondazione CR Firenze, Con il sostegno di: Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, Institut français Firenze, Villa Romana. In collaborazione con: Fondazione In Between Art Film, Fondazione Palazzo Strozzi, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, FRAC Bretagne, Seven Gravity Collection, Accademia di Belle Arti di Firenze, Cinema La Compagnia, MYmovies. Main Sponsor: Gucci, Sponsor: B&C Speakers, Findomestic, Unicoop Firenze, Sponsor tecnico: Hotel Loggiato dei Serviti. La montagna magica di Micol Roubini è realizzata grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito di Italian Council (11a edizione, 2022), il programma di promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana. Lo schermo dell’arte fa parte del programma 50 Giorni di Cinema a Firenze. La 50 Giorni è parte del Progetto Triennale Cinema, sostenuto dal Ministero del Turismo e delle istituzioni locali e realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio di Firenze. Lo schermo dell’arte è un progetto nato a Firenze nel 2008 dedicato all’esplorazione, all’analisi e alla promozione delle relazioni tra arte contemporanea, moving images e cinema. Tra gli artisti internazionali ospiti delle passate edizioni: Yuri Ancarani, Rosa Barba, Yael Bartana, Phil Collins, Jeremy Deller, Omer Fast, Runa Islam, Peter Greenaway, Alfredo Jaar, Isaac Julien, Hassan Khan, Oliver Laric, Sarah Morris, Deimantas Narkevicius, Shirin Neshat, Melik Ohanian, Adrian Paci, Julian Rosefeldt, Roee Rosen, Simon Starling, Hito Steyerl, The Otolith Group. Firenze, Cinema La Compagnia e altri luoghi, 15-19 novembre 2023 In streaming su Più Compagnia in collaborazione con MYmovies, 15-26 novembre 2023